Secondo un rapporto dell’Onu pubblicato Lunedì 20 marzo, il pianeta dovrebbe attraversare la soglia critica dell’aumento di 1,5 gradi entro il prossimo decennio. Limite posto nell’accordo di Parigi sul clima del 2015. Ogni nazione accettò di proseguire gli sforzi per mantenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius. Il rischio è di raggiungere un aumento della temperatura media globale di 3,5°.
TEMPO SCADUTO
Il rapporto, dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, un corpo di esperti convocato dalle Nazioni Unite, spiega in che modo il pianeta sta cambiando. Afferma che le temperature medie globali aumenteranno di 1,5 gradi Celsius (2,7 gradi Fahrenheit) rispetto ai livelli preindustriali intorno alla «prima metà del 2030», mentre gli esseri umani continuano a bruciare carbone, petrolio e gas naturale. Oltre quel limite, affermano gli scienziati, gli impatti di catastrofiche ondate di calore, inondazioni, siccità, fallimenti dei raccolti ed estinzione delle specie diventano ingestibili per l’umanità.
#IPCC #ClimateChange 2023: Synthesis Report “is a survival guide for humanity,” says @UN SG @antonioguterres in the IPCC press conference today.
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— IPCC (@IPCC_CH) March 20, 2023
IL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU GUTERRES AVVERTE: «BISOGNA FARE DI PIÙ»
«Il limite di 1,5 gradi è realizzabile, ma ci vorrà un salto di qualità nell’azione per il clima», ha affermato Guterres. In risposta al rapporto ha invitato i paesi a smettere di costruire nuove centrali a carbone e a smettere di approvare nuovi progetti di petrolio e gas. La soluzione proposta dall’IPCC è lo «sviluppo resiliente al clima», che prevede l’integrazione di misure per l’adattamento ai cambiamenti climatici con azioni per ridurre o evitare le emissioni di gas serra in modi che forniscano benefici più ampi.
IL PO IN SECCA ALLARMA L’UNIONE EUROPEA
Sempre lunedì anche la Commissione Europea ha diffuso il rapporto sulla siccità. Sotto la lente d’ingrandimento c’è la situazione del fiume Po. Il livello dell’acqua è ai minimi storici. La portata misurata a Torino è di 15,7 metri cubi al secondo contro un valore medio, nello stesso periodo, di oltre 60.