
+++Aggiornamento+++
Glovo ha fatto marcia indietro. Le polemiche esplose a proposito di un “bonus caldo” hanno indotto il servizio di delivery a ritirare la proposta. Si attende ora l’apertura di un tavolo con i sindacati e un confronto con Delivery, l’altro colosso del settore.
Mentre in tutta Italia si moltiplicano i provvedimenti per limitare il lavoro all’aperto nelle ore e nei giorni più caldi, c’è chi incentiva i propri dipendenti a fare proprio il contrario. Il 1° luglio il servizio di delivery Glovo ha inviato a tutti i suoi rider una mail, annunciando un bonus, di entità variabile, erogato in base alle consegne che saranno fatte nei mesi di luglio e agosto.
Un bonus per lavorare con il caldo
Il comunicato di Glovo si apre con una constatazione: «L’aumento delle temperature in diverse zone d’Italia ci impone di prestare particolare attenzione a chi lavora all’aperto». Segue una rassicurazione: «La tua sicurezza è la nostra priorità». Ma non per questo il servizio rallenterà, anzi. «Sappiamo che l’emergenza calore in corso possa comportare costi imprevisti per proteggerti. Per questo motivo, se effettuerai consegne con Glovo nei mesi di luglio e agosto, avrai diritto a un contributo economico per l’acquisto di crema solare, sali minerali e acqua».
Stando a quanto scritto, l’indennità dovrebbe quindi servire a munirsi di quei beni considerati indispensabili per poter lavorare. Il valore del bonus cambia in relazione alla temperatura che si affronta. «Per una temperatura compresa tra i 32°C e i 36°C, riceverai un bonus del 2%. Per una temperatura compresa tra i 36°C e i 40°C, riceverai un bonus del 4%». Infine, «per una temperatura superiore a 40°C, riceverai un bonus del 8%». In concreto, per le consegne del valore di 10 euro effettuate con 40 gradi, il lavoratore riceverà 80 centesimi in più. Su un consegna da 2,50 euro, invece, il premio varierà tra i 5 e 20 centesimi, a seconda della temperatura.
Un dettaglio va aggiunto. Creme solari, sali minerali e acqua – suggeriti dall’azienda – per ora dovranno essere comprati di tasca propria, perché i contributi relativi al “Bonus Caldo” di luglio e agosto saranno erogati con la fattura del 21 settembre 2025. Ciò significa che, più che un bonus, saranno un “risarcimento”. E questo pagamento a posteriori potrebbe incentivare i rider a rischiare la salute nella speranza di guadagnare qualche centesimo in più.
La reazione dei sindacati
La mail recapitata ha sollevato le proteste dei sindacati. «Abbiamo ritenuto grave il messaggio implicito di questa comunicazione, che rischia di trasformare un pericolo per la salute in un incentivo economico», ha commentato Nidil Cgil. Lo stesso sindacato ha poi inviato anche una lettera formale a Glovo per sottolineare che «nessun compenso può giustificare il lavoro in condizioni di rischio estremo. I rider che lavorano in bicicletta o in scooter sono esposti direttamente al sole, spesso senza possibilità di riparo. Il D.lgs. 81/2008 impone all’azienda l’obbligo di valutare e prevenire tutti i rischi per la salute, incluso lo stress termico». Il messaggio della Cgil è chiaro: «La salute viene prima dei bonus».
La difesa di Glovo
A seguito di queste critiche, Glovo si è difesa spiegando che «il cosiddetto bonus previsto durante i periodi di caldo estremo nasce come una misura compensativa e non rappresenta in alcun modo un incentivo alla prestazione». Anche perché, secondo l’azienda, «l’attuale modello di collaborazione garantisce a ciascun rider la massima libertà di scelta su quando e come lavorare, anche in presenza di condizioni climatiche difficili».