La Svezia vince l’Eurovision Song Contest 2023. Alla finale di sabato 13 maggio 2023, Loreen trionfa con Tattoo, confermando le aspettative dei bookmakers.
Quest’anno, il festival della canzone europea si è tenuto alla Liverpool Arena, nell’omonima città inglese. Il Regno Unito, arrivato secondo nell’edizione 2022, ha organizzato la manifestazione in collaborazione con l’Ucraina, vincitrice dello scorso anno con il brano Stefania della Kalush Orchestra. A causa dell’invasione russa, infatti, il Paese non ha potuto ospitare l’Eurovision.
Trionfa la Svezia
Loreen, pseudonimo di Lorine Zineb Nora Talhaoui, non è nuova al pubblico dell’Eurovision. Alla sua prima partecipazione al contest, nel 2012, ha trionfato con il brano Euphoria. Con 583 punti, la Svezia conquista la settima medaglia d’oro, diventando il Paese con più vittorie all’attivo insieme all’Irlanda.
With a record-equalling seventh victory, Sweden are the winners of the #Eurovision Song Contest 2023 🇸🇪🏆 pic.twitter.com/qyxLF77iao
— Eurovision Song Contest (@Eurovision) May 13, 2023
Marco Mengoni per l’Italia
Come da tradizione, a vestire la maglia azzurra all’Eurovision è il vincitore di Sanremo. Marco Mengoni, dopo il trionfo al Festival della Canzone Italiana, si è esibito in eurovisione con Due Vite. Con un punteggio complessivo di 350, sfiora il podio classificandosi quarto dietro a Svezia, Finlandia – la più premiata dal televoto – e Israele.
Mengoni ha portato sul palco della Liverpool Arena una versione modificata di Due Vite. L’originale ha una durata di 3 minuti e 45 secondi, ma il regolamento del contest prevede che le canzoni in gara non superino i 3 minuti. Il brano è stato quindi accorciato e riarrangiato e il testo parzialmente cambiato.
Il cantante italiano si è anche aggiudicato il Marcel Bezençon Composer Award, il premio per la miglior composizione. Il primo a vincerlo per il nostro Paese è stato Mahmood con Soldi nel 2019.
Non era la prima volta per Mengoni sul palco dell’Eurovision. Nel 2013, dopo la prima vittoria a Sanremo, ha rappresentato l’Italia con L’essenziale, classificandosi settimo.
L’Italia tra i Big
Insieme a Francia, Germania, Regno Unito e Spagna, l’Italia è tra i cinque Paesi fondatori dell’Eurovision Song Contest. Per questo motivo, ha diritto a un posto in finale. Oltre alle Big Five, anche la nazione vincitrice dell’anno precedente ha accesso diretto all’ultimo atto della gara.
L’idea del Festival Europeo della Canzone è di un giornalista italiano, Sergio Pugliese, che si ispirò a Sanremo per creare un programma televisivo che unisse i Paesi europei. La prima edizione fu organizzata a Lugano, in Svizzera, nel 1956 e vi parteciparono sette nazioni: Italia, Francia, Germania Ovest, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo.
L’Italia è stata sul tetto d’Europa tre volte. La prima nel 1964 con Non ho l’età (per amarti) di Gigliola Cinquetti, che a soli 16 anni è la rappresentante azzurra più giovane di sempre.
Passano 26 anni prima che un altro cantante italiano salga sul gradino più alto del podio: nel 1990, Toto Cutugno vince con Insieme: 1992.
In seguito, l’Italia ottiene due argenti e un bronzo, ma deve aspettare 31 anni prima di conquistare nuovamente la medaglia d’oro. Nel 2021, i Måneskin trionfano con Zitti e buoni e diventano i primi artisti della Generazione Z a vincere la manifestazione.
Nelle tre volte in cui l’Italia ha organizzato l’Eurovision, a ospitarlo sono state Napoli, Roma e Torino.
Le curiosità sul nostro Paese
Oltre al record dei Måneskin, l’Italia detiene altri primati curiosi. A partire da quello della canzone più lunga: Corde della mia chitarra, portata da Nunzio Gallo nel 1957, dura 5 minuti e 9 secondi.
Le curiosità non riguardano soltanto i cantanti, ma anche i presentatori. Gigliola Cinquetti e Toto Cutugno sono l’unica coppia di vincitori dell’Eurovision ad aver anche presentato un’edizione, quella del 1991 a Napoli.
L’Italia è il Paese, tra quelli attualmente in gara, a essere stato assente per più tempo. Dal 1998 al 2010, infatti, non ha preso parte alla competizione. I 12 anni di assenza si devono allo scarso interesse a vincere la competizione da parte della Rai, che voleva evitare di dover riorganizzare l’evento. Soprattutto dopo la fallimentare gestione dell’edizione del 1991. Lo testimoniano le controversie del 1993, quando l’emittente avrebbe impedito a Enrico Ruggeri di vincere l’Eurovision. Il caso più critico, però, è quello che ha coinvolto i Jalisse. Nel 1997, il duo era tra i favoriti alla vittoria, ma la Rai non voleva correre il rischio di ospitare il contest l’anno successivo. Per questo, avrebbe invitato le giurie degli altri Stati partecipanti a non votare l’Italia.
Altro fatto curioso è la vittoria in Jugoslavia del 1990. Il nostro Paese è l’unico ad aver vinto in una nazione oggi non più esistente.