Alle ore 11.23 di Pechino di giovedì 29 aprile, la Cina ha trasportato in orbita il primo modulo della sua nuova stazione spaziale. Erano le 5:23 in Italia. Il lancio è stato realizzato dal Centro spaziale di Wenchang sull’isola di Hainen, con un razzo, il lanciatore Lunga Marcia 5B. È stata la prima, di 11 missioni per costruire una futura stazione spaziale, Tiangong. Un piccolo passo per realizzare questo obiettivo: creare una stabile presenza umana permanente nello spazio.
Armonia dei cieli
Il nome del modulo è Tianhe, dal cinese «armonia dei cieli». Originale ed intrigante parola per riferirsi alla Via Lattea. La sua forma è cilindrica, con un diametro di 4,2 metri e una lunghezza complessiva di 17 metri. Tianhe sarà il nucleo centrale della futura stazione spaziale intorno alla quale saranno agganciati altri moduli nel corso dei prossimi mesi. È il luogo in cui lavoreranno i primi astronauti cinesi, i takonauti. I primi tre potranno arrivare già all’inizio di giugno per una prima missione di tre mesi. Almeno 12 si stanno allenando per vivere a pieno nella stazione: tra questi veterani, nuovi arrivati, e soprattutto donne.
Una volta completata, la stazione spaziale cinese dovrebbe rimanere in orbita terrestre bassa tra i 400 e i 450 chilometri sopra la Terra per 15 anni. La stazione spaziale dovrebbe diventare operativa nel 2022 dopo circa 10 missioni per portare più parti e assemblarle in orbita.
Xi Jinping
La Cina ha inviato il primo astronauta nello spazio nell’ottobre del 2003, diventando il terzo paese a mandare un uomo nello spazio. Da quel momento il Dragone ha proiettato in orbita altri astronauti, rafforzando il suo programma spaziale. Ad oggi, il successo della missione Tianhe rappresenta il consolidamento delle basi di una stazione spaziale cinese, come sottolineato dal presidente Xi Jinping, che si è congratulato per l’evento.