
Giovanni Brusca è un uomo libero. Il boss mafioso azionò il telecomando nella strage di Capaci il 23 maggio del 1992, e ordinò di sciogliere nell’acido il dodicenne Giuseppe Di Matteo, figlio del pentito Santino.
Lo scorso 31 maggio è terminata per lui la misura della libertà vigilata, dopo venticinque anni di detenzione. In seguito all’arresto il boss di San Giuseppe Iato ha deciso di pentirsi, cosa che gli ha permesso di ottenere un enorme sconto di pena. Ora continuerà a vivere lontano dalla Sicilia sotto falsa identità, sottoposto al programma di protezione.
La legge di Falcone
«Come cittadina e come sorella, non posso nascondere il dolore e la profonda amarezza che questo momento inevitabilmente riapre. Ma come donna delle Istituzioni, sento anche il dovere di affermare con forza che questa è la legge. Una legge, quella sui collaboratori di giustizia, voluta da Giovanni, e ritenuta indispensabile per scardinare le organizzazioni mafiose dall’interno». Lo ha detto Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso.
La liberazione del pentito ha generato molta indignazione tra i familiari delle vittime della strage di Capaci. «Il ritorno in libertà di Giovanni Brusca ci amareggia molto, moltissimo. Questa non è giustizia per i familiari delle vittime della strage di Capaci e di tutte le altre vittime. Lo so che è stata applicata la legge ma è come se non fosse mai successo niente…», ha commentato Tina Montinaro, la vedova del capo scorta di Giovanni Falcone.
Chi è Brusca
Giovanni Brusca, noto come il «macellaio» di San Giuseppe Jato, è uno dei personaggi più sanguinari dell’epoca delle stragi mafiose in Italia. Nato nel 1957, Brusca è cresciuto all’ombra dei Corleonesi di Totò Riina. Negli ultimi anni ha ammesso di aver partecipato o ordinato oltre centocinquanta omicidi.
Dopo diversi anni da latitante, Brusca fu arrestato nel 1996. All’inizio provò un falso pentimento. In un secondo momento decise davvero di collaborare con la giustizia: diede dettagli cruciali su decenni di omicidi e sulle dinamiche interne a Cosa Nostra.