Exor fa strada nel lusso: gli Agnelli investono mezzo miliardo in Louboutin

Exor, la holding della famiglia Agnelli, continua a farsi strada nel mondo del lusso investendo nel prestigioso marchio di calzature Christian Louboutin.
Con un comunicato congiunto, i due gruppi hanno annunciato che la holding presieduta da John Elkann investirà 541 milioni di euro per diventare azionista, con una quota del 24%, del celebre brand francese. L’operazione verrà conclusa nel secondo trimestre dell’anno, garantendo a Exor anche il diritto di nominare due dei sette membri del consiglio di amministrazione della società.

Queste le parole del comunicato:
«L’impegno di Exor nella creazione di grandi aziende lo rende un partner eccellente per Christian Louboutin in un momento in cui questo marchio affermato è pronto a cogliere nuove significative opportunità. Oltre alle continue eccellenti prospettive di crescita delle sue gamme di calzature, Christian Louboutin è ben posizionato per diventare uno dei principali attori mondiali del lusso».

Exor e il lusso
John Elkann, presidente e amministratore delegato della Exor N.V.

Exor nel suo portafoglio conta realtà quali Ferrari, Fiat Chrysler Automobiles, Juventus FC e il Gruppo editoriale GEDI ma sembra avere le idee chiare su quale sarà il prossimo settore di espansione del suo business. L’investimento in Louboutin, infatti, segue quello dello scorso dicembre del valore di circa 80 milioni di euro in Shang Xia (il brand cinese nato dalla collaborazione tra Hermès e la designer Qiong Er Jiang). Gli Agnelli hanno deciso di puntare anche sul lusso, storicamente dominato dalle famiglie Arnault, Pinault e Rupert con i rispettivi gruppi: Lvmh, Kering, Richemont.

Non è la prima volte che Louboutin riceve offerte da parte di gruppi prestigiosi, compreso Lvmh. Exor ha saputo cogliere il momento per giusto per proporre un accordo che prevede di lasciare la quota di maggioranza della società a Louboutin e al suo socio in affari, Bruno Chambelland.

Tutti pazzi per le suole rosse
Le iconiche ‘So Kate’ di Christian Louboutin

«Le scarpe trasformano il tuo linguaggio corporeo e il modo in cui ti atteggi. Ti alzano fisicamente ed emotivamente». È con queste parole che lo stilista Christian Louboutin risponde a chiunque gli chieda cosa rappresentino per lui le creazioni. A renderlo famoso nel mondo è la suola rossa che, dal 1992, caratterizza ogni sua scarpa. L’origine di questo dettaglio così importante è da ricercare a Vigevano, nel nord Italia, dove Louboutin si trovava in un piccolo stabilimento calzaturiero per realizzare una collezione tributo ad Andy Warhol e alla Pop-Art. Pare che nel vedere i prototipi lo stilista non fosse del tutto soddisfatto: pensò quindi di prendere lo smalto rosso della sua assistente e dipingere le suole delle scarpe. Il resto è storia.

Louboutin con le sue creazioni ha sempre cercato di inseguire la sensualità e la femminilità, più che l’eleganza, cercando di vestire i piedi come se fossero modelle. Ed è proprio alle donne che si ispirano alcuni dei suoi modelli iconici come le ‘So Kate’, nate per la top-model Kate Moss, o le ‘Pigalle’, dedicate al famoso quartiere parigino e alle ballerine del Moulin Rouge.

Christian Louboutin con alcune delle sue creazioni

Il brand ha acquisito così tanto prestigio negli anni da essere scelto da star e business-women di tutto il mondo. È il caso di Melania Trump, che ha indossato un paio di Louboutin durante la cerimonia di insediamento alla Casa Bianca, ma anche di Carolina di Monaco, Madonna, Nicole Kidman e Dita Von Teese. Non ultima l’attrice Blake Lively, da anni amica dello stilista che ha creato un modello a lei dedicato: ‘The Blake’.

Non c’è da meravigliarsi se le scarpe dalla suola rossa negli anni sono diventate un vero e proprio simbolo del potere femminile.

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Valeria De March

Laureata in Lettere moderne, giornalista pubblicista, oggi praticante per MasterX. Da anni mi occupo di musica, arte e cultura con l’obiettivo di raccontare le storie degli artisti. Sono diplomata in danza classica, da qui la determinazione che mi porta a non fermarmi mai alla superficie delle cose.

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Verdone, un album fotografico per i 40 anni di carriera

Era il 1978 quando Carlo Verdone mosse i primi passi nel mondo del cinema. Il suo primo film si intitolava “Un sacco bello”, anche se ancora si sentiva del tutto inadeguato a percorrere la strada dell’attore. E invece di passi ne ha fatti tanti. Tanto che, nonostante siano trascorsi 40 anni, è ancora tra i più amati.

Fin da bambino respirò l’aria del mondo del cinema. Figlio di un critico cinematografico, Mario Verdone, Carlo si laureò all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con una tesi intitolata “Letteratura e cinema muto italiano” e si diplomò in regia al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma. La sua carriera da regista iniziò parallelamente a quella di attore. Ebbe la fortuna di iniziare la sua attività con Sergio Leone, nel quale trovò un severo insegnante.

Oltre che in “Un Sacco Bello”, anche in “Bianco, rosso e Verdone” troviamo alcuni tra i personaggi più importanti del suo repertorio. Tra questi, la tanto amata “Sora Lella”.
Il nome di Verdone è sicuramente legato a quello della commedia italiana, anche se spesso lo troviamo come interprete o regista di film dal significato più duro e amaro. Da ricordare è infatti la sua interpretazione in “Maledetto il giorno che t’ho incontrato”, incentrato sulla storia d’amore tra due nevrotici e insoddisfatti, o “Al lupo al lupo”, in cui analizza il rapporto complesso di tre fratelli. Non possiamo poi dimenticare il suo più grosso incasso ottenuto al cinema, “Il mio miglior nemico”, dove interpreta un padre e un marito “traditore” alle prese con un giovane che tenta di “vendicare” il licenziamento della madre. E, accanto a questo, il celeberrimo “Grande, grosso e… Verdone”.

Fonte di ispirazione per la sua carriera fu Alberto Sordi, uno dei più importanti attori italiani del nostro cinema, con cui lavorò in “In viaggio con papà” e in “Troppo Forte”. Tra i personaggi più importanti da lui interpretati ricordiamo Furio Zoccano, ipocondriaco borghese romano trasferitosi a Torino in “Bianco, Rosso e Verdone”, il professor Cagnato di “Grande, grosso e Verdone”, Moreno Vecchiaruti con l’orecchino e il gel nei capelli e Armando Feroci di “Gallo Cedrone”, che si ispirava al look di Elvis. Ognuna di queste interpretazioni, presenti nel libro “Uno dieci cento Verdone”, saranno raccontate attraverso cento istantanee. Il volume, che racconta la fortunata carriera del suo protagonista, è dedicato alla mamma Rossana che fu tra le prime a credere in lui.

(i.q.)

Ilaria Quattrone

Mi chiamo Ilaria Quattrone e sono nata a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, il 6 agosto del 1992. Dopo la laurea in Scienze Politiche e delle Relazioni Internazionali all’Università di Messina, ho collaborato con il giornale online StrettoWeb dove mi sono occupata di cronaca e politica locale e grazie al quale ho ottenuto il tesserino come giornalista pubblicista. Mi sono laureata in Metodi e Linguaggi del Giornalismo dell'Università di Messina con il massimo dei voti e poi ho iniziato il master in giornalismo alla IULM. Da settembre a ottobre 2019 ho realizzato uno stage nella redazione dell'agenzia di stampa Adnkronos dove mi sono occupata di economia, politica e cronaca. Ho una passione per la cronaca giudiziaria e la politica, ma grazie al master ho iniziato a interessarmi al mondo del videogiornalismo e dei web reportage. Il mio sogno è di diventare giornalista d'inchiesta.