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Giornata contro lo spreco alimentare: il cibo buttato ci costa 140 € a testa

Il 5 febbraio è la giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Nata dalla campagna di sensibilizzazione di “Spreco Zero” l’evento è arrivato alla 12esima edizione. Quanto paghiamo questo spreco? Il cibo che buttiamo ci costa 140 euro all’anno. Gli alimenti che gettiamo in Italia hanno un valore complessivo di 14,1 miliardi di euro che si traduce in 4,5 milioni di tonnellate di prodotti. Solo un anno fa, il costo per le pietanze non consumate era di 126 euro a testa. È in calo il trend che aveva portato il periodo Covid, con una maggiore attenzione alle buone pratiche per evitare di gettare il cibo. Questi i dati emersi dallo studio dell’osservatorio Waste Watcher International in collaborazione con l’Università di Bologna che ha raccolto le informazioni nel Rapporto “Il caso Italia 2025”.

Quali cibi buttiamo maggiormente?

I generi alimentari che finiscono più frequentemente nella spazzatura sono la frutta fresca e il pane. A seguire troviamo la verdura, l’insalata, le cipolle, l’aglio e i tuberi. I ricercatori hanno dimostrato che gli italiani sono più spreconi, ma anche più poveri. Meno attenti alla gestione del cibo in casa, ma allo stesso tempo sensibili alla tematica dell’alimentazione sana e sostenibile. Un dato che sorprende è che a sprecare maggiormente sono le fasce più deboli: +26% rispetto alla media. Sulla stessa linea anche i piccoli centri urbani e le famiglie senza figli.

Il cibo che buttiamo più frequentemente è il pane e la frutta
Sale l’indice dei insicurezza alimentare 

Se da un lato sale la percentuale del cibo non consumato che finisce nei bidoni, dall’altro cala la percentuale di accesso al cibo sano e sostenibile. L’indice FIES di insicurezza alimentare nel 2025 è aumentato al 13,95% dal 10,27% dell’anno prima. Con un quadro di impoverimento alimentare maggiore al Sud e al Centro Italia. In queste stesse aree si spreca anche più cibo tra le mura domestiche: con una media di 713,8 grammi pro capite settimanali al Sud e 640 grammi al Centro. A pesare su questi dati è la deperibilità del cibo più economico ma di minore qualità. Il Nord è il più virtuoso con una media di 526,4 grammi di cibo gettati nella spazzatura.

Le cause dello spreco

Le cause di questo spreco sono molte: secondo gli intervistati i motivi più frequenti sono la cattiva conservazione dei cibi. Per alcuni gli alimenti in vendita sono “già vecchi”. Passando alle ragioni soggettive le risposte più frequenti sono state: la grande quantità di offerte all’interno dei supermercati, la paura di non avere cibo a sufficienza, la dimenticanza di avere dei pasti da consumare e poi c’è a chi non piace mangiare gli avanzi.

L’interfaccia dell’App Sprecometro

Spreco Zero ha progettato “Sprecometro”, un’app dove si può calcolare la perdita economica, l’impronta carbonica e idrica del cibo che buttiamo. Nel 2030 scade il tempo per raggiungere gli obiettivi che l’Agenda di sostenibilità delle Nazioni Unite ha programmato, per quanto riguarda il cibo il traguardo prefissato è di dimezzare lo spreco alimentare. Per dare un’idea, basterebbe buttare una rosetta in meno alla settimana, oppure un quarto di mela in meno nel corso dei sette giorni.

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