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Martedì 21 gennaio l’esercito di Israele e il servizio di sicurezza Shin Bet hanno lanciato un’operazione antiterrorismo nella città di Jenin, in Cisgiordania. L’operazione è stata denominata “Muro di Ferro” e, come dichiarato dalle forze coinvolte, proseguirà «per tutto il tempo necessario». Secondo fonti palestinesi, negli attacchi sono morti almeno dieci palestinesi, mentre trentacinque persone sono state ferite.
“Muro di Ferro”
All’indomani del primo giorno di tregua tra Israele e Hamas, Benjamin Netanyahu ha annunciato l’operazione militare “Muro di Ferro” in Giudea e Cisgiordania, che sarà «vasta e significativa a Jenin». Secondo diversi osservatori, si tratta di una mossa volta a strizzare l’occhio alla destra ultraconservatrice messianica, delusa dalla decisione del premier di siglare un accordo di tregua con Hamas.
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Come riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, uno degli obiettivi dell’operazione è quello di rimuovere gli ordigni esplosivi, che di recente hanno rappresentato una minaccia crescente per le forze armate. Inoltre, l’esercito cerca di raggiungere diversi obiettivi che le forze dell’Autorità Palestinese, nell’operazione di settimana scorsa, non sono riuscite a raggiungere.
«Agiamo in modo deciso contro l’asse iraniano ovunque esso estenda le sue mani: a Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen, in Giudea e Samaria. E non finisce qui», ha dichiarato il premier israeliano.
Pochi minuti prima che l’Idf annunciasse l’operazione, il ministro della Difesa Israel Katz ha detto durante una sessione della Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset di aver incaricato l’esercito di operare in Cisgiordania «per proteggere tutti gli insediamenti e i residenti [israeliani]».
«Dopo Gaza e il Libano, abbiamo iniziato ad attuare un cambiamento nella politica di sicurezza in Cisgiordania e una campagna per sradicare il terrorismo nella regione”, ha detto Bezalel Smotrich, ministro delle Finanze di Israele. E ha poi aggiunto che l’insediamento servirà come «cintura di sicurezza« di Israele.
La risposta di Hamas
Hamas da Gaza intanto ha ribadito l’appello alla mobilitazione generale in Cisgiordania e ha esortato i palestinesi a «intensificare i combattimenti contro Israele in risposta all’offensiva militare dell’Idf».
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La Ong israeliana B’Tselem ha accusato il governo israeliano di usare il cessate il fuoco a Gaza come «scusa e opportunità per intensificare l’oppressione dei palestinesi della Cisgiordania». Il governatore di Jenin Kamal Abu al-Rub ha detto all’AFP che l’operazione è stata «un’invasione del campo (profughi)».
Marwan Bishara, analista di Al Jazeera, ha affermato che un attacco israeliano in territorio palestinese successivo alla firma della tregua a Gaza sarebbe stato altamente probabile. Secondo Bishara, il raid sarebbe servito anche a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica in seguito alle dimissioni dei comandanti militari israeliani per aver ammesso di non essere riusciti a proteggere Israele dall’attacco di Hamas nell’ottobre 2023.