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Carriera e maternità: «Una buona madre è una donna di successo»

Carriera e maternità, un connubio non sempre facile da trovare. Anzi, per quattro donne su dieci la prima maternità è sinonimo di ostacolo per la propria professione. Di questo connubio, l’attrice Chiara Francini ha fatto un monologo che ha portato sul palco dell’Ariston nel 2023 e che racconta nei teatri da due anni.

Chiara Francini non è mamma, ma si è chiesta come sarebbe esserlo. Ha fatto i conti con un sentimento che oscilla tra curiosità e paura con cui tutte le donne, a un certo punto della loro vita, si scontrano. Le domande sono tante e difficili. Che madre potrei essere? Sarei in grado di crescere bene un figlio? Quanto cambierà la mia vita? Ed è proprio da questa domanda che si scopre l’altra faccia della medaglia, perché il desiderio di avere un figlio, a un certo punto, per molte donne, finisce per scontrarsi con la realtà. La vita cambia, e se fino a quel momento il centro di tutto poteva essere la carriera, quel figlio rischia di diventare un ostacolo.

Sul palco di Sanremo 2023 ha raccontato cosa significa essere una donna senza figli circondata da donne che invece hanno fatto della maternità il proprio obiettivo.

 A Sanremo ho deciso di recitare un monologo tratto dal mio libro Forte e Chiara che sto anche portando in scena nei teatri. Mi sono interrogata su cosa significasse essere donna, analizzandone tutti i vari aspetti, e ho capito che la maternità è un aspetto fondamentale. È un miracolo che solo noi donne possiamo compiere e sperimentare e mi sono sempre domandata come ci si sentisse a diventare madri. Io non sono mamma, ma vivo su questa altalena perpetua su cui vivono tantissime donne. Oscilliamo tra un forte senso di emancipazione e questa sorta di richiamo che viene dalla società. Un richiamo che ci dice che dovremo desiderare di diventare madri e finisce per rimbombare in maniera naturale dentro di noi.

Forte e Chiara è appena tornato nei teatri – a febbraio sarà anche al teatro Brancaccio di Roma – quanto pensa sia importante portare un argomento così delicato come la maternità su un palco e in chiave ironica?
Chiara Francini durante l’esibizione a teatro

Io tratto l’argomento in chiave ironica, ma quello che è davvero fondamentale è che venga narrata la verità, qualcosa  che conosco. Con Forte e Chiara sto provando a raccontare la mia verità, cosa significa essere donna, una creatura profondamente sfaccettata che a un certo punto della vita potrebbe intersecarsi con la figura di una madre o meno. In ogni caso si tratta di una creatura che dal momento in cui apre gli occhi avrà per sempre dentro di sé al tempo stesso un peso e un miracolo.

Come diceva Oriana Fallaci, essere una donna è un’avventura incredibile che non finisce mai. È importante raccontare il bello dell’essere donna, ma è altrettanto importante parlare anche dei tentennamenti, delle ombre, dei sensi di colpa che investono tutti gli esseri umani. Sono emozioni normali, assolutamente lecite. Io parlo delle donne perché è ciò che sono e perché, secondo me, nelle donne ci sono più sfumature, e quindi anche più luci e più ombre.

Il pubblico come reagisce solitamente di fronte a questo monologo? Pensa che in due anni la sensibilizzazione degli spettatori sul tema sia effettivamente cambiata.

Il dialogo con il pubblico su un tema come questo è vivifico per natura. È caratterizzato dalla presenza di due interlocutori e quando faccio teatro è esattamente questo che provo, la bellezza del dar vita ad un dialogo tra me e il pubblico. Mi capita spesso che alla fine dello spettacolo molte persone mi vengono vicine per condividere con me il loro stupore di fronte al fatto che lo spettacolo sembra parli di loro. Fortunatamente siamo tutti diversi, ma i colori sono gli stessi, è la sequenza dei colori che cambia. Io credo che l’arte in generale, i libri, il teatro, il cinema debbano proprio fare questo, debbano essere degli affreschi di fronte ai quali ci si stupisce ma ci si riflette e ci si rivede o meno.

Le sue parole nel monologo evidenziano un forte senso di autocritica rispetto al non aver avuto figli fino a ora.

Penso che il momento della maternità sia un momento di fronte al quale ogni donna deve trovarsi e con il quale deve dialogare. È inevitabile, un rito di passaggio, sia che tu decida e riesca ad avere figli, sia che tu non ci riesca o decida di non averne. In ogni caso, molte donne dovranno fare i conti con la consapevolezza e il senso di colpa di vedere che quello che tutti avevano descritto come un miracolo, in realtà potrebbe non esserlo. Anzi, potrebbe essere una croce.                                              

E come si può affrontare l’idea che la maternità, spesso idealizzata come un miracolo, possa invece essere vissuta come una croce?

Con la verità, è sempre il punto di partenza. Verità e coraggio di riflettere sulla maternità, e, soprattutto, bisogna essere oneste con noi stesse. Sicuramente la pressione della società di fronte a una donna che sceglie di non diventare madre semplicemente perché non vuole, esiste. Ma va di parai passo con una sorta di voce interiore dentro ogni donna. C’è la pressione della società, ma secondo me c’è anche una sorta di pressione ontologica dentro la donna stessa.

Crede che la maternità possa essere compatibile con una vita professionale intensa e gratificante, o pensa che, inevitabilmente, si debba fare una scelta tra le due?

Io in realtà non lo so perché non sono madre e non riesco a figurarmi questa condizione. Però penso che le donne siano le creature più straordinarie che esistano e quindi credo che sia assolutamente possibile. In ogni caso si tratterà di una scelta e questo è l’importante, scegliere significa essere liberi.

Chiara Francini sul palco di Sanremo 2023
Crede che la società, o nel suo caso il mondo dello spettacolo, offra abbastanza supporto alle donne che scelgono di non avere figli, o che mettono la carriera prima della maternità?

Io non credo che nessuno premi nessuno. Diventare madre, sia che tu faccia l’attrice, sia che tu faccia la commessa o la gelataia o l’avvocato, è sempre e necessariamente un qualcosa che deve afferire profondamente alla donna. Quello dell’attrice è un mestiere che può essere organizzato, ma l’organizzazione dipende sempre dalla scelta della donna, in questo caso dell’attrice, che strutturerà il suo lavoro in base alle proprie scelte. Il mondo dello spettacolo non fa distinzione nel sostenere una donna che è o non è madre.

Nella sua riflessione sull’eventualità di diventare madre, emerge un certo senso di timore. Quali sono, secondo lei, gli aspetti più difficili del pensare alla maternità oggi?

Non credo che esista una donna che non provi almeno un briciolo di timore o un momento di incertezza riguardo a un evento così significativo e trasformativo come la maternità. Questo non riguarda solo me, ma credo che sia una sensazione universale che accomuna tutte le donne. L’aspetto più difficile del pensare alla maternità, per me, è la consapevolezza che sia un impegno irreversibile. Inoltre, la maternità è un mistero, qualcosa che non si può veramente comprendere fino a quando non la si vive in prima persona. Nonostante tutto, resta un’esperienza incredibile e un miracolo della vita.

Una donna di successo può essere una buona madre?

Essere una buona madre significa già essere una donna di successo. Credo che una donna che diventa madre debba prima di tutto attraversare con grazia, con grande delicatezza e profondità questo momento straordinariamente unico. Non credo ci sia lo spazio di chiedersi se si riesce a conciliare la maternità con la carriera, in quel momento penso che una donna venga travolta da quello che accade e credo che debba viverlo in maniera completa.

Si considera ancora una donna che si sente completa senza figli, o pensa che ci sia una parte di lei che si sentirebbe realizzata solo diventando madre?

Non mi sono mai sentita né completa senza figli, né mai ho mai pensato che sarei stata completa se diventassi madre. Non è una questione di mancanza o di completezza, è una questione che afferisce alla vita, al caso, alla volontà e al destino di una donna.

Elena Cecchetto

📍Milano 👩🏼‍🎓Comunicazione, Media e Pubblicità ⚽️ Quando lavoro mi trovi allo stadio, quando non lavoro pure

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