
Sono le 10 in punto. Sotto il cielo azzurro di Roma, una piazza gremita di fedeli fa un minuto di silenzio. È l’inizio dei funerali di papa Francesco. Mentre finiscono di prendere posto le delegazioni, nella navata della Basilica di San Pietro ha inizio una lunga processione di cardinali. Quando il feretro, composto da una bara in legno con una croce bianca e lo stemma pontificio, raggiunge il sagrato, comincia il rito. Alla presenza di circa 250mila persone, celebra il cardinale Giovanni Battista Re, in latino. Re, 91 anni, è dal 2020 il cardinale decano, colui che presiede il collegio cardinalizio, ovvero l’insieme dei cardinali.

Il ritratto del cardinale Re
Il cuore della celebrazione è senza dubbio l’omelia, l’occasione per il cardinale di tracciare un ritratto del defunto Papa, ma anche la prima interpretazione del suo pontificato in una piazza pubblica. Un’interpretazione che Re sceglie di aprire ricordando l’apparizione del Santo Padre il giorno prima della morte: «La sua ultima immagine che rimarrà nei nostri occhi è quella della domenica di Pasqua, quando Papa Francesco ha voluto impartire la benedizione dal balcone e poi scendere in piazza per salutare la folla».
Il cardinale prosegue con una breve sintesi della vita di Bergoglio prima del soglio petrino, da ausiliare, coadiutore e poi arcivescovo nella diocesi di Buenos Aires in Argentina. Con quest’ultimo incarico si presentò al conclave del 2013. «La decisione di prendere il nome Francesco – ricorda Re – apparve subito come la scelta di un programma e di uno stile su cui egli voleva impostare il suo pontificato». Fu la prima di tante prese di posizione significative: «Papa Francesco conservò sempre il suo temperamento e diede l’impronta della sua forte personalità nel governo della Chiesa», aggiunge Re, rammentando la sua «spiccata attenzione alle persone in difficoltà».
Francesco, commenta Re, è stato «un Papa in mezzo alla gente, con il cuore aperto verso tutti, attento al nuovo che emergeva nella società». La sua attenzione al “secolo”, nel senso del mondo oltre la Chiesa, si traduceva anche nella sua oratoria: «Con il suo linguaggio ricco di immagini e di metafore – annota Re – ha sempre cercato di illuminare con la sapienza del Vangelo i problemi del nostro tempo, incoraggiando a vivere da cristiani le sfide e le contraddizioni di questi tempi».
Un Papa per tutti
«Ricco di calore umano e profondamento sensibile ai drammi odierni», prosegue Re, «papa Francesco si è donato nel confortare e incoraggiare, con un messaggio capace di raggiungere il cuore delle persone in modo diretto e immediato». Il cardinale si ferma poi a scandire forte una convinzione del pontefice: «La Chiesa è una casa per tutti».

(AP Photo/Gregorio Borgia)
A cominciare dai più fragili e disperati. Re ricorda il primo viaggio di Papa Francesco, a Lampedusa, «isola simbolo del dramma dell’emergenza con migliaia di persone annegate in mare». «Nella stessa linea è stato il viaggio a Lesbo», osserva Re, «come pure la celebrazione di una Messa al confine tra Messico e Stati Uniti». Ma dei 47 viaggi apostolici, conclude, «resterà nella storia quello in Iraq nel 2021, compiuto sfidando ogni rischio». Re lo definisce «un balsamo sulle ferite aperte della popolazione irachena» e «un viaggio importante anche per il dialogo interreligioso».
Dialogo sempre accompagnato da una speranza di pace: «Di fronte all’infuriare di tante guerre di questi anni, Papa Francesco incessantemente ha elevato la sua voce implorando la pace, invitando alla ragionevolezza, invitando all’onesta trattativa per trovare le soluzioni possibili». Sull’onda di un applauso nella piazza, Re riporta le frasi più frequenti del Papa su questo tema: «La guerra lascia il mondo peggiore di come era precedentemente, è sempre per tutti una tragica sconfitta». E ancora, l’invito a «costruire ponti e non muri».
Da ultimo, il celebrante sceglie di chiudere il discorso rivolgendosi al pontefice. «Papa Francesco soleva concludere i suoi discorsi e anche i suoi incontri personali dicendo “Non dimenticatevi di pregare per me”. Ora, caro papa Francesco, chiediamo a te di pregare per noi e ti chiediamo che dal Cielo tu benedica la Chiesa, benedica Roma, benedica il mondo intero, come domenica scorsa hai fatto dal balcone di questa basilica».
L’incontro tra Trump e Zelensky
La celebrazione prosegue in modo solenne ma sobrio. Risalta lo scambio della pace, durante il quale i leader mondiali si stringono la mano. Fa parte del rito, certo, ma in un momento storico come questo ci si augura che possa valere come qualcosa di più.
Ancora durante le esequie, i media del mondo rilanciano le immagini scattate poco prima della celebrazione e ritraenti un incontro in San Pietro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky. Il momento, durato alcuni minuti, è stato giudicato «molto produttivo» dallo staff della Casa Bianca e Kiev fa sapere che i due capi di Stato hanno concordato di trovarsi nuovamente in giornata per un secondo colloquio. In un altro momento a margine della celebrazione si sono aggiunti anche il premier britannico Starmer e il presidente francese Macron.

La fine della celebrazione e la processione del corpo per le vie di Roma
Verso mezzogiorno la celebrazione si avvia alla conclusione. Commendatio, valedictio e benedizione del feretro sono gli ultimi riti di questa liturgia, al termine della quale la bara rientra temporaneamente nella Basilica di San Pietro, prima di essere trasferita sulla papamobile che la porterà in processione per le vie di Roma.

Con quest’ultimo viaggio, Papa Francesco esce per sempre dal Vaticano. Attraversando il Tevere e passando davanti ai grandi monumenti della capitale, dal Colosseo all’Altare della Patria, il feretro riceve l’ultimo saluto del popolo. La destinazione finale è il luogo della sepoltura che Francesco ha scelto per sé: la Basilica di Santa Maria Maggiore.
E mentre la gente si congeda con calore dal Papa della misericordia e della speranza, i grandi del mondo si interrogano sulla sua eredità e su come accogliere il suo invito alla pace. L’attenzione si sposta a loro e ai cardinali, prossimi a riunirsi in conclave per l’elezione del successore di Francesco.