ChatGPT ritorna in Italia, ecco le novità sulla privacy

Nella serata di Venerdì 28 aprile è arrivato l’annuncio che tutti aspettavano: ChatGPT è di nuovo disponibile nel nostro Paese. OpenAI – la società che detiene l’AI generativa – ha deciso di adeguarsi alla normativa europea sulla privacy e di accettare le richieste del Garante della protezione dei dati personali.

Ma quali sono le novità sulla privacy introdotte da ChatGPT?

Il ritorno di ChatGPT in Italia

«ChatGPT è di nuovo disponibile per gli utenti in Italia – ha dichiarato un rappresentante dell’azienda americana – Siamo entusiasti di accoglierli di nuovo e rimaniamo impegnati a proteggere la loro privacy».

La risposta che fornisce ChatGPT alla domanda circa il suo ritorno in Italia

L’accordo è giunto a quasi un mese di distanza dal blocco disposto dal Garante della privacy e due giorni prima del termine ultimo fissato dalla stessa autorità italiana. Un primo segnale era arrivato già l’11 aprile scorso, quando OpenAI ha concesso a tutti gli utenti la possibilità di escludere le proprie conversazioni dal training dell’algoritmo.

Anche Sam Altman, CEO di OpenAI, ha espresso soddisfazione per l’accordo trovato, twittando dal suo profilo privato: «Siamo entusiasti che ChatGPT sia di nuovo disponibile in Italia».

Le novità sulla privacy

Già dalla schermata iniziale, che appare dopo l’accesso, si nota il primo cambiamento. Adesso OpenAI richiede all’utilizzatore – in linea con molti altri siti – di avere più di 13 anni. Questo ciò che apparirà prima di poter sfruttare l’interfaccia dell’intelligenza artificiale generativa.

ChatGPT - Screen - privacy
La schermata in cui l’utente deve confermare di rispettare i limiti di età richiesti da OpenAI

Se si va più a fondo, esplorando la normativa per la privacy, si nota che questa è stata revisionata il 27 aprile 2023, seguendo le indicazioni richieste dal Garante italiano. Eccola di seguito

 

Per riassumere, OpenAI raccoglie le informazioni della mail di login, dei contenuti inseriti dall’utente su ChatGPT e di tutte le volte in cui si interagisce col team social o di assistenza. La società raccoglie anche automaticamente i dati sul dispositivo, sull’utilizzo dell’utente dell’AI e sui Cookie, definiti come «un’informazione inviata al tuo browser da un sito web che visiti».

Oltre che aggregandole in forma anonima per migliorare i servizi offerti, OpenAI si riserva di utilizzare le informazioni personali per i seguenti scopi:

  • Fornire, amministrare, mantenere e/o analizzare i Servizi;
  • Per migliorare Servizi e condurre ricerche;
  • Per comunicare con l’utente;
  • Sviluppare nuovi programmi e servizi;
  • Per prevenire frodi, attività criminali o usi impropri dei loro Servizi;
  • Per ottemperare agli obblighi e ai procedimenti legali e per proteggere i nostri diritti, privacy, sicurezza o proprietà.
Le reazioni dal Governo

Il ritorno di ChatGPT in Italia è stato accolto positivamente dalla maggioranza di Governo. Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini ha scelto il social di Elon Musk per ridare il benvenuto all’AI di OpenAI: «Bene che ChatGPT sia finalmente di nuovo accessibile in Italia, si è perso già abbastanza tempo».

La Lega – ha spiegato il segretario del Carroccio – sta seguendo in Senato un’indagine conoscitiva sulle AI, in particolare quelle generative. L’obiettivo è «garantire che l’industria italiana, le start-up e il Paese intero non perdano opportunità di sviluppo e crescita in un momento di grande fervore e accelerazione dei processi».

I Paesi ancora bloccati

L’Italia non è stata la prima nazione a bloccare l’uso di ChatGPT nel proprio territorio. Ci sono stati diversi altri Paesi che – per motivi di privacy, ma anche geopolitici – non permettono l’uso di ChatGPT. Ecco la lista aggiornata al 29 aprile 2023:

  • Corea del Nord
  • Iran
  • Cina
  • Russia
  • Cuba
  • Siria

Come è facile notare, si tratta di Paesi con rapporti storicamente tesi con gli Stati Uniti, o in stato di guerra civile. L’Italia era l’unica eccezione, ma nelle scorse settimane anche i Garanti della privacy di Canada, Germania e Francia hanno espresso preoccupazioni analoghe al Garante italiano, non escludendo la possibilità di futuri blocchi temporanei al servizio.

Andrea Carrabino

Braidese per nascita, milanese per scelta. Laureato prima in Scienze Politiche e poi in Scienze del Governo. Amo la politica, ma non la vivrei. Juventino sfegatato e amante delle serie tv e del cinema. Toglietemi tutto, ma non The Office

No Comments Yet

Leave a Reply