
Il secondo round del trittico delle Ardenne se lo aggiudica uno splendido Tadej Pogacar. Tre giorni dopo essere stato beffato sul traguardo all’Amstel Gold race, lo sloveno ha staccato tutti sul Muro di Huy. Evenpoel, il rivale principale, è sembrato fuori forma, forse ancora affaticato dalla gara di domenica. Skjelmose, invece, è stato costretto al ritiro per una caduta.
La corsa

Duecentocinque kilometri di corsa, undici salite (per un dislivello totale di circa 3mila metri). Questa è la Freccia Vallone, la seconda corsa delle classiche belghe. Il tempo è stato pessimo sin dalla partenza con pioggia, vento e freddo. Condizioni climatiche che hanno accompagnato i corridori sino a pochi kilometri dall’arrivo. La corsa è stata, quindi, tranquilla. Nessuno dei corridori ha voluto prendersi rischi inutili, in condizioni già precarie. Pronti via, subito una fuga che si è staccata dal gruppo. Ma il peloton non ha mai lasciato troppa libertà ai fuggitivi.
A 40 Km dalla fine, un’insidiosa curva a destra causa la caduta prima di un fuggitivo, poi, nello stesso punto, di diversi membri del gruppone. A subirne le conseguenze peggiori Skjelmose, vincitore della Amstel Gold domenica, non è riuscito a concludere la corsa. Dalle immagini trasmesse, si vede il corridore danese perdere aderenza in curva e scivolare. Non è ben chiaro se ciò è stato dovuto ad un acquaplaning o alla presenza di tracce d’olio sulla strada.

La corsa si anima nel finale. A -7Km i fuggitivi sono ripresi. Poi, in discesa Pogacar prova un primo allungo, ma è braccato a ruota da Evenepoel. Forse un tentativo di sorprendere l’avversario più temuto. Il gruppo quindi si ricompatta per l’ultima salita: il Muro di Huy. Salita insidiosa, non tanto per la sua lunghezza, appena mille metri, ma per la sua pendenza. Con un gradiente medio del 9,8% e un’inclinazione massima del 26%. È un mostro sacro del ciclismo, da affrontare con cautela per evitare di distruggersi gambe e polmoni, specialmente con alle spalle 200 Km di strada.
Il campione del mondo affronta in testa al gruppo la salita e nel punto di massima pendenza attacca. Lo fa da seduto, come è diventata consuetudine vederlo fare in queste classiche. Con una leggerezza incredibile Pogacar, per un istante, appare quasi volare sulla sua bicicletta. A guardarlo di fianco a tutti gli altri corridori sembra che la strada per lui sia piana e con semplicità li distanzia tutti. Vince così la sua seconda freccia Vallone, bissando il risultato dello scorso anno.