A Parigi triplica il prezzo dei parcheggi per i Suv. Con il 54.55% dei voti a favore, è infatti passato il referendum proposto dalla sindaca socialista Anne Hidalgo. I proprietari dei veicoli interessati dovranno presto pagare 18 euro l’ora per un parcheggio nei quartieri centrali della capitale e 12 euro per quelli esterni. A detta della sindaca, il voto del 4 febbraio è stata una «scelta chiara dei parigini» in favore di una misura «buona per la nostra salute e buona per il pianeta», un vero e proprio «successo della democrazia diretta». Ma i parigini che sono andati a votare sono pochissimi: solo 78 mila su 1.3 milioni di aventi diritto, una cifra pari al 5.68% del totale.
I veicoli interessati
Il referendum, dal titolo «Più o meno Suv a Parigi?», è stato fortemente voluto dai verdi e dal vicensindaco David Belliard. La misura colpisce i veicoli termici o ibridi ricaricabili di peso superiore a 1.6 tonnellate e quelli elettrici sopra le 2 tonnellate. L’incremento delle tariffe non si applica ai residenti che parcheggiano nel proprio quartiere e ad altre categorie come tassisti, artigiani, operatori sanitari e disabili. Esclusi dalla misura anche i parcheggi privati.
Il provvedimento va a colpire un modello di automobile che negli ultimi anni ha continuato a conquistare quote di mercato. Ad esempio, nel 2022 il 51% dei veicoli venduti in Europa erano Suv. Solo a Parigi, si stima che queste vetture siano aumentate di circa il 60% in meno di cinque anni, passando da 108 mila a 170 mila. Una cifra pari a circa il 15% del totale dei veicoli privati presenti in città. Secondo i calcoli del Comune, la maggiorazione delle tariffe frutterà all’amministrazione comunale fino a 35 milioni di euro all’anno.
Quello del 4 febbraio è stato il primo voto in una grande città contro questo modello di automobile. Come precisato dalla stessa Hidalgo, dopo la consultazione popolare la delibera verrà discussa, a maggio, dal consiglio comunale. In caso di approvazione, entrerà in vigore dal 1° settembre. Non si tratta comunque della prima città francese a introdurre una simile misura. Ad esempio, il prossimo 21 marzo il consiglio comunale di Lione voterà un provvedimento simile, che in caso di approvazione entrerà in vigore da inizio giugno.
I motivi della proposta
La prima ragione del referendum è quella ambientale. «Più le automobili sono grandi, più inquinano», aveva affermato a dicembre la sindaca. Per citare le cifre rilasciate dall’Ong Wwf, rispetto a un’utilitaria i Suv consumano il 15% del carburante in più ed emettono il 20% in più di anidride carbonica. Dati simili a quelli pubblicati dall’Agenzia internazionale dell’Energia.
Questi veicoli, inoltre, occupano molto spazio, in città che furono progettate senza tenere in considerazione veicoli così grandi. Secondo un recente rapporto della Federazione europea per il trasporto e l’ambiente, tra i cento modelli di auto più venduti nel 2023 il 52% supera i 180 centimetri di larghezza. Supera, cioè, la larghezza minima di parcheggio sulle strade pubbliche parigine e di altre città.
Ci sono poi i problemi di sicurezza: secondo il Comune, «gli incidenti che coinvolgono i Suv sono due volte più mortali per i pedoni rispetto a quelli che coinvolgono auto tradizionali». Stando allo studio di Justin Tyndall della Hawaii University uscito a gennaio su Economics of Transportations, un aumento di dieci centimetri dell’altezza di un’automobile fa aumentare del 22% il rischio di morte dei pedoni. Negli Stati Uniti, un’altezza massima di 125 centimetri permetterebbe un calo del numero di morti di 509 unità all’anno. E ancora, secondo uno studio di un gruppo di ricerca della Toyota, un Suv che viaggia a 40 chilometri orari ha una forza d’impatto sul cervello doppia rispetto a quella di una berlina.
Le contraddizioni della misura
I partiti d’opposizione e le associazioni degli automobilisti, però, contestano il voto, accusando Hidalgo di «demagogia» e «referendum farsa». Anzitutto, la misura è stata votata dai parigini, ma riguarda solo indirettamente gli abitanti della città. I nuovi prezzi dei parcheggi sono infatti rivolti solo a chi arriva fuori da Parigi. «L’ecologia non c’entra, si tratta solo di far pagare di più chi arriva dalla banlieue, per riempire le casse del Comune e salvarlo dal fallimento», sostiene il consigliere regionale Pierre Liscia.
Un’altra questione riguarda le categorie di veicoli cui si applicherà la misura. Stando ai criteri fissati, l’aumento dei prezzi non colpirà, ad esempio, una Ferrari F8 a benzina e nemmeno una Peugeot 5008 diesel, un grosso Suv molto inquinante ma relativamente leggero (1.5 tonnellate). Le tariffe maggiorate colpiranno invece un’auto come la Peugeot 308 ibrida, una berlina più piccola e meno inquinante del diesel, ma pesante più di 1.6 tonnellate. E, infine, la stessa auto della sindaca – l’elettrica Renault Zoe – pesa più dei Suv Renault Captur e Dacia Duster.
C’è poi chi ha accusato il Comune di aver lanciato una campagna ingannevole: il quesito referendario era «Più o meno Suv in città?», ma il tema del voto era l’aumento delle tariffe del parcheggio e non il limite all’ingresso dei Suv a Parigi. E infine, solo il 5.68% degli aventi diritto ha partecipato al referendum. Ancora meno di quelli che andarono a votare, nell’aprile del 2023, per vietare i monopattini elettrici a noleggio – proposta che passò con un’affluenza del 7.5%.
È guerra alle auto?
La misura rientra nell’ambito di un esteso piano per disincentivare l’uso delle auto. Un piano che il Comune sta portando avanti ormai da diversi anni. Dalle zone pedonali lungo le rive del Senna al divieto di traffico a rue de Rivoli, una delle arterie principali della capitale. Dalle nuove piste ciclabili alle zone con limite di 30 chilometri orari per la circolazione. Una serie di misure che, secondo Hidalgo, in poco più di dieci anni hanno permesso di ridurre del 40% il traffico e di ridurre di molto anche l’inquinamento. Il tutto con l’obiettivo di rendere più verde, accogliente e sicura la città che ospiterà i Giochi Olimpici del 2024.
Ma la battaglia contro i veicoli più ingombranti non è stata sposata solo dai Comuni di Parigi e Lione. Lo stesso Financial Times ha rivolto un appello ai governi affinché «regolamentino i Suv, fino a farli scomparire». E per quanto riguarda i movimenti dal basso, un gruppo di attivisti – i Tyre Extinguishers (“Sgonfiatori di pneumatici”) – si aggira di notte, nelle zone più benestanti delle città, sgonfiando le ruote ai Suv. Un movimento che ha trovato spazio anche in Francia, con il nome di “degonfleurs”.