L’urbanistica a Milano è a un bivio, le inchieste e i lavori fermi

La città di Milano è stata scossa da un terremoto. È un terremoto di accuse e accertamenti che ha coinvolto una parte dell’urbanistica privata milanese. Le prime scosse si sono fatte sentire a inizio anno. Quando la Procura della città ha aperto diversi fascicoli con le ipotesi di presunti abusi edilizi. La procura ha fatto emergere che sono nove i progetti già sotto indagine in città, come riportato da Repubblica Milano.

Le inchieste

Si tratta di progetti di sviluppo immobiliare privati e le inchieste hanno visto coinvolti e indagati anche alcuni funzionari pubblici del Comune di Milano. Da Piazza Aspromonte alla Torre Milano alla Maggiolina, fino a Crescenzago. La lista è lunga: comprende anche la demolizione della palazzina Liberty di via Crema, via Lamarmora in Porta Romana, l’edificio di Bosconavigli in zona San Cristoforo. Sono già state chiuse le indagini sulle Park Towers di via Crescenzago realizzate dalla società Bluestone. E non c’è solo il fronte delle indagini penali. Un fascicolo è stato aperto anche alla Corte dei Conti della regione. I Magistrati contabili stanno indagando per capire se ci sia stato un danno erariale negli interventi edilizi che comprendono ristrutturazioni, o nuove costruzioni, che sono stati effettuati senza permesso.

Torre Milano alla Maggiolina

Ma come è stato possibile, in una città come Milano, arrivare fino a questo punto? Alla base di tutto pare che ci sia un problema normativo: secondo quanto riportato dal Comune e messo a confronto con i primi pronunciamenti giudiziari, sembrano esserci dei problemi di interpretazione delle norme. I regolamenti edilizi in materia, infatti, non sembrano essere chiari. Ed è questo il grande punto interrogativo che ruota attorno agli accertamenti che si stanno svolgendo sui progetti bloccati a inizio anno.

Le differenze

Sintetizzando, le denunce hanno riguardato il fatto che si sia proceduto secondo le norme di ristrutturazione edilizia e non seguendo le regole per le nuove costruzioni. Si tratta di una procedura semplificata che consente costruzioni più rapide e con meno vincoli rispetto ai casi in cui si deve tirar su un edificio da zero. A questo si aggiunge il tema degli oneri di urbanizzazione, ovvero soldi o opere che i costruttori devono al Comune nell’ambito dei progetti di sviluppo immobiliare, la cui entità varia a seconda del tipo di intervento edilizio.

Ma dove sta il discrimine? Perché a Milano è così complesso definire cosa sia una ristrutturazione e cosa sia una nuova costruzione? Per l’assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, più volte intervenuto sul tema, le norme in vigore sono interpretabili. Tancredi ha sostenuto di essersi trovato disorientato davanti alle accuse della procura, il cui operato continua in ogni caso a stimare. Il suo stupore e disorientamento è partito dal fatto che la procura ha fatto iniziare degli accertamenti penali contestando delle norme nazionali che, secondo l’assessore, sono comunque interpretabili.

Assessore Giancarlo Tancredi
Il tavolo

Per questo motivo, l’assessore Tancredi prenderà parte al tavolo nazionale avviato su richiesta del comune di Milano, che presumibilmente verrà aperto nei prossimi mesi del 2024. Questo tavolo avrebbe come obiettivo quello di rivedere le norme edilizie e renderle chiare e trasparenti per tutti i soggetti coinvolti. Il tavolo è stato fortemente voluto dal Sottosegretario di stato alla presidenza Alessandro Morelli. Morelli vorrebbe che le norme edilizie fossero identiche in tutta la penisola, così da  non poter essere soggette a interpretazione.

Alessandro Morelli

Tancredi e Morelli non sono stati gli unici a intervenire. Secondo quanto riportato da Repubblica, sulla faccenda si è fatto sentire anche il ministro Matteo Salvini. Salvini era già intervenuto a fine febbraio, proponendo il condono salva-casa. Per andare incontro al sindaco Giuseppe Sala, ma soprattutto per bloccare l’inchiesta sull’urbanistica milanese, ha annunciato che ci sarà anche un condono salva-grattacieli. Lo ha confermato una nota del MIT, il ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Questo condono consentirebbe ai lavori bloccati di ripartire. Il Ministro sostiene che sia più pericoloso anche per i cittadini mantenere i cantieri aperti senza terminarli per un arco temporale incerto.

Le Park Towers

Il caso delle Park Towers di via Crescenzago è emblematico in questa vicenda. Le torri di via Crescenzago 105 sono nate dalla demolizione di due fabbricati industriali e sono state costruite su una scia di ristrutturazioni che faceva capo al 2018, dalla società privata Bluestone. Considerando l’altezza spropositata delle torri – la prima di 80metri e la seconda di 60 – e il numero di persone a cui gli appartamenti dovevano essere destinati – circa 321 persone per un totale di 113 appartamenti, la procura ha mosso le accuse di abuso edilizio e lottizzazione abusiva. Per questo motivo, il 22 gennaio, il Gip di Milano ha firmato un’ordinanza sulla base della richiesta di sequestro preventivo nei confronti delle strutture.

Park Towers via Crescenzago 105

Questo provvedimento (con cui il gip ha respinto il sequestro per tutelare gli acquirenti ma nella sostanza ha dato ragione alla procura) è diventato un elemento di cui il Comune ha tenuto conto per la redazione delle nuove linee guida interne per il settore dell’urbanistica. La motivazione che ha spinto la magistratura a indagare è semplice: il progetto delle Park Towers si muoveva senza un reale piano attuativo.

Ciò che ha attirato maggiormente l’attenzione è che l’altezza delle torri è decisamente superiore ai 25 metri, accettati dalle norme edilizie milanesi per la costruzione di progetti senza piano attuativo. La società Bluestone avrebbe dovuto attenersi alle norme di nuova costruzione edilizia, non a quelle di ristrutturazione, secondo il gip di Milano. Inoltre, la società Bluestone avrebbe dovuto chiedere un permesso di nuova costruzione e versare gli oneri al Comune. Attualmente sono sei le persone indagate.

L’intervento di Giuseppe Sala

A febbraio il Comune di Milano ha cercato di correre ai ripari. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, si è definito preoccupatissimo, ma ha giustificato l’operato dei funzionari del Comune di Milano responsabili del rilascio delle autorizzazioni a costruire, parlando di persone che hanno agito “in buona fede”. Motivo per cui i dipendenti comunali che si sono ritrovati in questo vortice di accertamenti saranno sostenuti legalmente dal Comune, senza quindi dover provvedere in maniera autonoma alla loro difesa legale.

Sala ha ribadito più volte la necessità di arrivare a un chiarimento con la magistratura il prima possibile, in modo da consentire ai cantieri di ripartire. Il primo passo da compiere, secondo il sindaco, consiste nel rivedere le norme e le regole edilizie della città. Si tratta di re-aggiornare gli oneri di urbanizzazione e rendere le regole edilizie chiare anche ai privati. Intanto la magistratura si è fatta sentire nuovamente in Comune. Chiedendo la lista dei palazzi che superano i 25 metri di altezza e, per questo, necessitano di un piano attuativo per poter essere costruiti come le Park Towers.

 

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

No Comments Yet

Leave a Reply