Vannacci: classi separate per i disabili. La Russa: «una sciocchezza»

Vannacci

Dopo mesi di indiscrezioni su una possibile candidatura di Roberto Vannacci alle prossime elezioni europee, Matteo Salvini ha sciolto la riserva il 25 aprile. «Sono contento che un uomo di valore come il generale Vannacci abbia deciso di portare avanti le sue battaglie di libertà insieme alla Lega in Parlamento europeo» ha annunciato il segretario della Lega durante la presentazione del libro “Controvento”, tenuta a Milano proprio in concomitanza delle manifestazioni per la Festa della Liberazione.

Le dichiarazioni di Vannacci

La polemica non s’è fatta attendere, non tanto per l’annuncio della nomina del generale a capolista nella circoscrizione Centro, quanto per le dichiarazioni che ha rilasciato nei momenti successivi alla sua candidatura. In un’intervista alla Stampa, Vannacci ha affermato che «l’aborto non è un diritto» e che «Mussolini è stato uno statista come lo sono stati anche Cavour, Stalin e tutti gli uomini che hanno occupato posizioni di Stato».

Ma il generale non è nuovo a questo tipo di esternazioni, rientrano nel catalogo di frasi già sentite dalla sua bocca. La dichiarazione che più ha destato sconcerto riguarda i portatori di disabilità. Secondo il generale, gli studenti a scuola, compresi i disabili, «vanno divisi in base alle loro capacità». La polemica da parte delle opposizioni è giunta rapidamente. Ma anche lo stesso centrodestra non ha lesinato critiche al neocandidato della Lega. Usando le parole del Presidente del Senato La Russa, il generale stavolta ha detto «una sciocchezza».

Convention Fratelli d'Italia a Pescara
Il Presidente del Senato La Russa ha commentato la dichiarazione di Vannacci dalla convention di partito a Pescara
La frase sulle classi separate

«Credo che delle classi con caratteristiche separate aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare» ha detto Vannacci. E prosegue: «Non è discriminatorio. Per gli studenti con delle problematiche mi affido agli specialisti. Non sono specializzato in disabilità. Un disabile, però, non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico».  In effetti, nei periodi a cui Vannacci guarda con nostalgia, le classi scolastiche erano separate.

Le classi differenziali

Nel 1928 alle scuole elementari furono istituite le classi differenziali, obbligatorie per alunni nervosi, tardivi e instabili, che non si adattano alla disciplina comune e ai normali metodi e ritmi d’insegnamento. Criteri molto ampi, e infatti nelle classi differenziali del nord ci finivano spesso bambini e bambine appena trasferite dal sud. Tuttavia, già esistevano istituti dedicati agli studenti con disabilità, le cosiddette “scuole speciali”. Queste hanno avuto origine in Italia all’inizio del XX secolo, sebbene in forme molto primitive e non sistematiche. Verso la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, molte scuole avviarono percorsi d’inclusione nelle classi ordinarie.

Disabilità a scuola
Una scuola speciale di inizio ‘900

Uno degli esperimenti più famosi portato avanti da una preside di Torino riguarda l’abolizione delle classi differenziali nella sua scuola e l’inizio dell’accoglienza di bambini disabili nelle classi ordinarie. La sperimentazione funzionò, tanto che nel 1975 lo riconobbe anche una commissione ministeriale. Questa produsse un rapporto finale sulla cui scia venne approvata una legge storica: la 517 del 1977. Questa legge sancì l’abolizione delle classi differenziali e delle scuole speciali.

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