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Migliorare la città in un click? Arriva “Milano Attiva”

Dalla fine di febbraio, i cittadini e le cittadine di Milano potranno suggerire al Comune idee e progetti per migliorare la città. Si tratta dell’iniziativa “Milano Attiva”, il nuovo avviso pubblico che consentirà il dialogo tra cittadinanza e istituzioni per la cura dei beni comuni del capoluogo. L’intervista alla promotrice dell’iniziativa Gaia Romani, Assessora al Decentramento, Quartieri e Partecipazione, Servizi Civici e Generali.

In cosa consiste l’iniziativa “Milano Attiva”?
Si tratta di un unico canale d’ingresso per la proposta di idee e progettualità che i cittadini e le cittadine vogliono fare all’Amministrazione. Non è riservato ai singoli, ma bisogna essere almeno due persone. Quindi è dedicato a gruppi informali, comitati, associazioni, fondazioni e imprese.

Com’è nata l’idea?
Ne abbiamo sentito l’esigenza perché, in realtà, se oggi un’associazione o un gruppo vuole proporre una qualsiasi idea o progettualità, spesso si trova nell’imbarazzo di non sapere a chi rivolgersi. L’obiettivo è facilitare per il cittadino le difficoltà nell’orientarsi all’interno della pubblica amministrazione.

Quali saranno i criteri di valutazione delle proposte?
Ogni Municipio all’interno del proprio mandato ha delle priorità. Quindi i criteri sono quelli che si applicano ogni qualvolta che ciascuno di noi valuta un’idea nel proprio ambito di competenza. Tendenzialmente la coerenza con il programma elettorale e gli obiettivi, che sono contenuti nei documenti unici di programmazione, il cosiddetto DUP.

Le proposte dovranno riguardare delle aree e dei settori specifici o potranno essere libere?
Libere, completamente libere.

L’Assessora Gaia Romani, la più giovane della giunta Sala

“Milano Attiva” è un passo verso un’amministrazione sempre più orientata ai desideri dei cittadini?
Più che ai desideri, alle proposte fattive di collaborazione. Nel senso che qui non s’intende un canale dedicato a dire “Vorrei questo, vorrei quest’altro” in maniera generica, ma devono essere proposte concrete.

Mi fa un esempio?
“Mio figlio frequenta la scuola X. E noi come genitori vorremmo far sì che il pomeriggio la scuola ospitasse delle iniziative associative per il quartiere due o tre volte a settimana. Come possiamo fare?” Ma può essere anche una proposta tematica tipo “Vogliamo realizzare un programma di sensibilizzazione contro l’uso della macchina perché inquina.” Può essere qualsiasi cosa. L’auspicio è che possa diventare più semplice per il cittadino proporre un’idea o un’iniziativa. Per trasformare in cittadini attivi anche chi fino ad oggi non ha mai collaborato con le istituzioni.

Quali strumenti di comunicazione verranno utilizzati per far conoscere questa opportunità ai cittadini?
Attraverso la newsletter del Comune di Milano che si chiama “InformaMI” e che ha circa 500.000 iscritti. E poi abbiamo i social del Comune di Milano, per lo più Facebook. Ma anche attraverso i comunicati stampa che verranno ripresi dalla stampa locale.

C’è un modello nazionale o internazionale che ha ispirato questa iniziativa di amministrazione condivisa?
No. È una cosa alla quale abbiamo lavorato tanto stando sul campo, e analizzando ogni giorno le complessità della macchina e delle persone. Però un modello simile l’abbiamo scoperto dopo: il progetto “Quartiere bene comune” di Reggio Emilia

Ma quali sarebbero le prime proposte dei giovani? Nel video, le idee di alcuni studenti dell’Università degli Studi di Milano.

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