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A Berlino 200 mila persone in piazza contro Afd

A meno di un mese dalle elezioni federali per il Bundestag in Germania non si fermano le proteste contro l’apertura della Cdu, l’Unione Cristiano-Democratica, nei confronti del partito di estrema destra Afd. Domenica 2 febbraio circa 200mila persone sono scese in piazza davanti al Bundestag, il titolo della manifestazione è «la rivolta delle persone perbene».

La protesta e le elezioni

Sarebbero circa  200mila le persone che si sono riunite davanti al Bundestag, la sede del Parlamento, da dove sono andate verso la sede della Cdu e poi verso la Porta di Brandeburgo. Secondo la polizia avrebbero preso parte alla manifestazione 160mila persone, ma gli organizzatori ne hanno contate circa 200mila.

Una partecipazione molto più alta del previsto, infatti in mattinata le autorità prevedevano tra le 20mila e le 60mila persone. A preoccupare i manifestanti è non solo l’atteggiamento del Cdu, giudicato troppo aperto nei confronti dell’Afd, ma anche la grande popolarità che sembra avere il partito a meno di un mese dalle elezioni federali del 23 febbraio. Infatti i sondaggi danno il partito di estrema destra al 22%, secondo solo ai cristianodemocratici fermi al 30%.

Le manifestazioni contro Afd

La Germania non è nuova a questo tipo di manifestazioni. Infatti già 12 mesi fa ci sono state molte proteste in tutta la Germania dopo che Afd ha organizzato una riunione con l’obiettivo di discutere un progetto di remigrazione, ovvero il ritorno forzato degli immigrati nei loro paesi d’origine.

Poi le proteste sono riprese quando, il 29 gennaio, i cristianodemocratici si sono alleati con il partito di estrema destra per votare una legge che chiede al governo di attuare delle misure più severe nei confronti dei migranti irregolari, come la loro espulsione immediata e maggiori controlli sui confini.

Al riguardo è intervenuta l’ex cancelliera Angela Merkel, definendo l’intesa «un errore». Ciò ha segnato la fine del cordone sanitario che escludeva Afd dall’alleanza con altri partiti in Parlamento. È questo ad aver scatenato le proteste in molte città della Germania.

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