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«Una nuova rivoluzione industriale, di dimensioni pari all’invenzione della macchina a vapore». A parlare è il vicepresidente americano JD Vance riferendosi all’Intelligenza Artificiale. Tema che sta assumendo un’importanza fondamentale nel presente. Per questo il presidente francese Emmanuel Macron, in co-organizzazione con il primo ministro indiano Nerendra Modi, ha riunito a Parigi i leader globali per un summit sull’Ia. Una due giorni che ha posto sul tavolo sia possibili risvolti per il futuro sia criticità.
Le mosse europee
L’incontro è stato organizzato per tentare di svecchiare l’Europa, accusata di tirare il freno sulle nuove tecnologie e di occuparsi dell’innovazione solo in secondo piano. Un ritardo soprattutto in confronto a Stati Uniti e Cina. Il continente ha subito accettato la sfida per sbloccare il suo potenziale, in primis Macron ha annunciato 109 miliardi di euro di investimenti solo in Francia. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, invece, ha lanciato l’InvestAI. Uno stanziamento di 150 miliardi di euro a livello europeo, che riunisce gruppi industriali e tecnologici, quali Airbus, Mercedes e Spotify. A questi si aggiungerebbero 50 miliardi di euro della Commissione Europea. Spesa indirizzata alle gigafactory dell’Ia, ovvero centri essenziali per il funzionamento della tecnologia.
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«Drill» e «Plug»
Secondo Macron è anche essenziale alimentare l’Ia, con i suoi database e centri di calcolo, sfruttando l’energia francese. Un’abbondanza derivata dalle numerose centrali nucleari presenti nel Paese. E riferendosi a questa necessità, il premier francese “cita” il presidente statunitense Donald Trump. Il tycoon è noto per il suo motto «Drill, baby, drill», riferito alle trivellazioni, parodiato da Macron con «Plug, baby, plug». Un invito ad “attaccare la spina” per avere energia a sufficienza da indirizzare alla tecnologia. E Macron parafrasa Trump anche in una seconda occasione, trasformando lo slogan «Make America Great Again» in «Make The Planet Great Again».
Il no degli Stati Uniti e della Gran Bretagna
La Francia ha organizzato l’incontro con lo scopo di contrastare il monopolio di Stati Uniti e Cina sull’Ia, con ChatGPT e DeepSeek, e di presentare un’intesa globale nell’area indo-pacifica. Ma la dichiarazione finale ha spaccato i fronti. Sul tavolo è stato posto il problema di una regolamentazione aperta, inclusiva ed etica dell’Ia. Favorevoli 61 Paesi, tra cui Francia, Italia, Cina e India. Mentre si sono opposti gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, intimorite da una possibile riduzione degli investimenti con la griglia normativa proposta. Un’impostazione criticata da Vance, secondo cui l’eccessiva regolamentazione potrebbe «uccidere un’industria in forte espansione», soprattutto perché l’Europa è «una forza ancorata al passato che frena il progresso». Dal summit sono emersi possibili sfide future e soprattutto si è declinata una nuova alleanza tra i Paesi europei e l’India, promotrici del progresso dell’Intelligenza Artificiale.