Trump incontra al-Sharaa e revoca le sanzioni sulla Siria

Trump stringe la mano ad al-Sharaa

«Un ragazzo giovane e attraente. Un tipo tosto. Un passato forte. Un passato molto forte. Un combattente». Così Donald Trump ha definito il presidente siriano Ahmed al-Sharaa, nel corso della sua visita in Medio Oriente. Il tycoon ha detto all’ex jihadista che l’incontro di ieri, 14 maggio, a Riad è stata una «straordinaria opportunità» per le relazioni tra i due Paesi.

La svolta delle sanzioni

Trump ha dichiarato che la Casa Bianca intende fare dei passi verso la normalizzazione dei rapporti con Damasco. Il giorno prima il presidente americano aveva annunciato la revoca delle sanzioni statunitensi nei confronti della Siria.

La notizia è stata accolta con favore da al-Sharaa. L’ex jihadista ha infatti salutato la decisione di Trump di revocare le sanzioni come «una decisione storica e coraggiosa, che allevia le sofferenze del popolo, contribuisce alla sua rinascita e getta le basi per la stabilità nella regione».

Quelli di ieri è stato il primo incontro tra un leader statunitense e uno siriano dal 2000. Secondo diversi osservatori internazionali, il dialogo tra i due capi di Stato rappresenta una nuova fase nelle relazioni tra i due Paesi dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad.

La Siria di al-Sharaa

Prima di diventare presidente, al-Sharaa si faceva chiamare Abu Muhammad al Jolani. Abu in arabo vuol dire padre; Muhammad è il nome di un figlio; e Jolani si riferisce alla regione del Golan. Fino a dicembre 2024, quando è capitolato il regime di Assad, era il comandante di Hayat Tahrir al Sham, un gruppo islamista collocato nel nord della Siria.

Tra il 2011 e il 2017 al Jolani era uno dei capi più rilevanti dello Stato Islamico e di Qaida. Sulla sua testa c’era una taglia di dieci milioni di dollari offerta dagli Stati Uniti. Il sito del dipartimento di Stato americano aveva una pagina dedicata a lui con la sua foto e la scritta “Stop this terrorist”.

Una volta eletto presidente, al-Jolani ha fatto un radicale cambiamento. In primis, ha promesso al popolo siriano di riscattare il Paese dopo i decenni del regime degli Assad. E poi, in politica estera, si è avvicinato agli Stati Uniti. Nelle ultime settimane ha fatto a Trump alcune proposte interessanti, come la costruzione di una Trump Tower a Damasco.

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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