Stati Uniti, l’amministrazione Trump vieta Harvard agli studenti stranieri

Harvard bandita agli studenti stranieri. È questa l’ultima decisione dell’amministrazione Trump per rivoluzionare la cultura dell’istruzione accademica

Harvard bandita agli studenti stranieri. È questa l’ultima decisione dell’amministrazione Trump per rivoluzionare la cultura dell’istruzione accademica. La mossa della Casa Bianca prende di mira una fonte di finanziamento cruciale per il college più antico e ricco della nazione. L’obiettivo del tycoon è quello allineare l’istituto d’élite alla propria agenda politica.

La lettera Kristi Noem

«Le scrivo per informarvi che, con effetto immediato, la certificazione del programma per studenti e visitatori di scambio dell’Università di Harvard è revocata». Con una lettera Kristi Noem, segretario alla sicurezza nazionale, ha notificato all’Università di Harvard lo stop alle iscrizioni degli studenti non americani.

Il Dipartimento per la sicurezza interna ha detto che l’azione si applica agli studenti attuali e futuri. «Harvard non può più iscrivere studenti stranieri e gli studenti stranieri esistenti devono trasferirsi o perdere il loro status legale», ha detto il dipartimento in un comunicato stampa dopo che Noem ha pubblicato la lettera dell’amministrazione sui social media.

Il danno per l’Università

Nell’anno scolastico 2024-25, circa seimila ottocento studenti internazionali hanno frequentato Harvard, vale a dire circa il ventisette per cento del corpo studentesco, in aumento rispetto al venti per cento del 2010-11. È probabile che la decisione dell’amministrazione abbia delle ripercussioni sui profitti dell’università.

Le tasse scolastiche ad Harvard per l’anno prossimo sono di 59,320 dollari. E i costi possono salire a quasi 87 mila dollari se sono inclusi vitto e alloggio. Gli studenti stranieri tendono a pagare quote maggiori dei costi dell’istruzione rispetto agli altri studenti.

La reazione di Harvard

Pronta la risposta dell’Università. «Siamo pienamente impegnati a mantenere la capacità di Harvard di ospitare i nostri studenti e studiosi internazionali, che provengono da più di centoquaranta paesi e arricchiscono l’università – e questa nazione – incommensurabilmente», ha detto Jason Newton, direttore delle relazioni con i media dell’università. «Stiamo lavorando rapidamente per fornire guida e supporto ai membri della nostra comunità. Questa azione di ritorsione minaccia un grave danno alla comunità di Harvard e al nostro paese e mina la missione accademica e di ricerca di Harvard», ha aggiunto.

Il regolamento federale prevede in che modo e per quale motivo la certificazione di una scuola può essere revocata. Un’opzione è il mancato rispetto di specifici requisiti di segnalazione, una regola menzionata nella lettera della signora Noem. Harvard ha sostenuto che ciò che la signora Noem aveva chiesto eccedeva quanto richiesto dalla legge.

L’indagine del Dipartimento di Giustizia

Negli scorso mesi, l’amministrazione Trump ha tagliato diversi finanziamenti all’Università. Inoltre, l’Ateneo è alle prese con altri oneri imposti dal governo, come un’indagine recentemente aperta dal Dipartimento di Giustizia in merito alle politiche di ammissione della scuola, tra cui macchinosa richiesta di documenti.

Ed è da questa indagine che è nata la lettera di Noem. La segretaria della sicurezza ha chiesto diverse informazioni sui titolari di visti per studenti, dicendo che l’Università aveva «creato un ambiente di apprendimento ostile per gli studenti ebrei».

Alessandro Dowlatshahi

Classe 1998, ho conseguito la Laurea Magistrale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano, chiudendo il mio percorso accademico con un lavoro di ricerca tesi a Santiago del Cile. Le mie radici si dividono tra l’Iran e l’Italia; il tronco si sta elevando nella periferia meneghina; seguo con una penna in mano il diramarsi delle fronde, alla ricerca di tracce umane in giro per il mondo.

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