Elon Musk ha lanciato un nuovo progetto per l’Europa dal nome “MEGA – Make Europe Great Again”, un’iniziativa che sembra ispirarsi al celebre slogan trumpiano. Il miliardario sudafricano, ormai coinvolto a pieno nell’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump, ha scatenato il dibattito con un tweet che in pochissimo tempo ha totalizzato più di sessanta milioni di visualizzazioni. La sua idea sembra essere quella di una conquista del vecchio continente con implicazioni politiche (e non solo) di vasta portata.
People of Europe:
Join the MEGA movement!
Make Europe Great Again!!
— Elon Musk (@elonmusk) February 1, 2025
IL SOSTEGNO AI MOVIMENTI SOVRANISTI EUROPEI
L’iniziativa di Musk appare strettamente legata ai suoi interessi economici e politici in Europa. In particolare, il miliardario ha espresso il suo sostegno ad Alternative für Deutschland (AfD), partito tedesco di estrema destra, definendolo “la miglior speranza per la Germania”. Il primo ministro ungherese Viktor Orbán aveva già usato il motto “Make Europe Great Again” per inaugurare il semestre di presidenza dell’Unione Europea, e la riproposizione di Musk suggerisce un tentativo di costruire un’internazionale sovranista.
Non solo Germania: Musk ha dichiarato apertamente di voler “liberare” il Regno Unito dal suo governo attuale, sostenendo come candidato Tommy Robinson, membro del partito neofascista e nazionalista British National Party. Una volontà chiara: influenzare il panorama politico europeo, replicando però le strategie adottate negli Stati Uniti durante le elezioni americane.
LE INDAGINI SULL’INFLUENZA DI MUSK DELLA COMMISSIONE UE
Negli Stati Uniti, l’influenza di Musk sulle elezioni è stata determinante: oltre ad aver donato miliardi alla campagna di Trump, ha utilizzato la sua piattaforma X per alterare la diffusione dei contenuti, manipolando gli algoritmi. Secondo un’indagine del Center for Countering Digital Hate, nell’agosto 2024 le dichiarazioni false o fuorvianti di Musk sulle elezioni statunitensi contano quasi 1,2 miliardi di visualizzazioni su X. Ora, si apre la concreta possibilità che lo stesso schema si ripeta in Europa e questo preoccupa le istituzioni.
Non a caso, la Commissione Europea ha avviato un’inchiesta per verificare se i sistemi di raccomandazione di X siano conformi al Digital Services Act. L’indagine punta a chiarire se gli algoritmi della piattaforma favoriscano contenuti politici mirati, influenzando le campagne elettorali nei Paesi europei. Henna Virkkunen, responsabile della “Sovranità tecnologica” ha dichiarato il 30 gennaio, che Bruxelles sta adottando misure per garantire la trasparenza e l’equità delle informazioni veicolate online.
L’ESPANSIONE DI MUSK NEL “VECCHIO CONTINENTE”
Parallelamente alla sua influenza politica, Musk sta trattando con diversi partner europei per espandere i suoi interessi economici. In Italia, il governo sta valutando l’espansione della rete Starlink nelle aree rurali, un’operazione che potrebbe consolidare ulteriormente la presenza di Musk nel continente. In Germania, invece, il miliardario sta cercando di ampliare la gigafactory Tesla vicino Berlino, rafforzando i legami con i movimenti sovranisti locali.
LE (NON RISPOSTE) DELL’EUROPA
Al momento, la politica europea non ha ancora preso una posizione chiara rispetto alle mosse di Musk. Resta da vedere se leader come Giorgia Meloni saranno disposti a collaborare con lui e con altri esponenti sovranisti come Orbán e Weidel per costruire una rete anti-Bruxelles. Un silenzio, quello dei leader europei che racconta come l’idea di MEGA crei forse più imbarazzo che consenso nel vecchio continente.
L’iniziativa di Musk sembra riecheggiare il tentativo di costituire un’internazionale sovranista, capace di ridefinire gli equilibri politici europei. La sponda offerta sembra quella di sostituire l’attuale Unione Europea con una semplice associazione di stati. Integrazione al minimo, agenda comune al minimo, riconsegna ai singoli governi delle competenze trasferite a Bruxelles sono alcuni dei capisaldi del braccio destro di Donald Trump. La questione ora è capire se le istituzioni dell’UE e i governi nazionali sapranno (o vorranno) contrastare questa ingerenza o se assisteremo a un’espansione dell’influenza del miliardario anche nel vecchio continente.