L’ultima volta in cui è passata – 50.000 anni fa – la cometa C/2022 E3 ZTF è stata osservata anche dagli uomini di Neanderthal. E così si è deciso di ribattezzarla “Cometa di Neanderthal”.
Il 12 gennaio raggiungerà la distanza minima dal sole, iniziando il processo di sublimazione del ghiaccio – in cui l’acqua passa direttamente dallo stato solido a quello gassoso – che ne formerà la chioma, la scia osservabile nel cielo notturno. Il periodo previsto per il suo passaggio è dal 25 gennaio al 7 febbraio. E chissà se tra 50.000 anni, al suo prossimo passaggio, ci sarà ancora qualcuno ad ammirarla.
L’unicità dell’evento
Astronomi e astrofili monitorano con entusiasmo C/2022 E3 ZTF già da qualche tempo. Ma perché è stata chiamata così?
- La “C” indica che la cometa non è “periodica”, cioè impiega più di 200 anni per tornare. Nel nostro caso 50.000;
- 2022 è l’anno della scoperta;
- E3 è un’unità internazionale. Indica che è stata rilevata nella prima metà di marzo, ed è stato il terzo corpo celeste scoperto in quel periodo;
- ZTF designa i telescopi della Zwicky Transient Facility che per primi l’hanno individuata.
Le comete visibili a occhio nudo sono eventi abbastanza rari. Talvolta passano intere generazioni senza che ne appaia una. Se escludiamo il caso della cometa Hale-Boop del 1997 – rimasta visibile per 18 mesi – dobbiamo andare indietro fino alle Grandi Comete del 1811 e del 1882 per trovare esempi analoghi. O alla famosa Cometa di Halley, che sarà nuovamente osservabile solo nel 2061.
Da cosa dipende la luminosità di una cometa?
Nelle previsioni più pessimiste la Cometa di Neanderthal sarà distinguibile con semplici ausili oculari, come binocoli o telescopi amatoriali. Se saremo abbastanza fortunati, invece, sarà visibile a occhio nudo anche ben oltre le ipotesi degli astronomi.
Da cosa dipende questa imprevedibilità? Da numerose variabili, come l’intensità dei venti solari al momento del suo passaggio, o dalla pressione delle radiazioni solari. Potrebbe anche verificarsi un “outburst” dovuto alla sublimazione del ghiaccio, una vera e propria esplosione interna che intensificherebbe la luminosità della cometa.
Le migliori date per osservarla
All’interno della finestra di osservazione che va dal 25 gennaio al 7 febbraio, le date in cui la cometa dovrebbe essere maggiormente visibile sono quelle di mezzo, in cui raggiungerà la distanza minima a 45 milioni di chilometri dalla Terra.
Il 30 gennaio la cometa passerà proprio accanto alla Stella Polare, ovvero sarà allineata alle ultime due stelle del Grande Carro e alla coda del Piccolo Carro. Nelle giornate successive – tra il 31 gennaio e il 2 febbraio – la cometa dovrebbe raggiungere la sua magnitudine apparente massima (l’unità astronomica che misura la luminosità dei corpi celesti).
Nuvole permettendo, sarà il momento ideale per dedicare una serata a uno tra i più rari spettacoli offerti dal nostro firmamento.
di Ivan Torneo