Processo ‘Ndrangheta stagista, Graviano torna a nominare Berlusconi

Il boss di Brancaccio Giuseppe Graviano, condannato all’ergastolo per le stragi del 1992-1993, è torna a nominare l’ex premier Silvio Berlusconi durante il processo «’Ndrangheta stagista» a Reggio Calabria. 

Il coinvolgimento di Berlusconi

«Avevo chiesto al mio compagno dell’ora d’aria, Umberto Adinolfi, di avvicinare persone vicine a Berlusconi per ricordargli il suo debito. Doveva rispettare i patti» ha dichiarato il boss alle domande del Procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo

«C’erano soldi che mio nonno aveva consegnato a Silvio Berlusconi, all’inizio degli anni settanta e si era stabilita la percentuale del 20 per cento da allora in poi. Soldi che da Milano non sono mai tornati in Sicilia. Non volevo fare brutta figura con l’impegno di mio nonno verso quelle persone a Palermo che avevano partecipato all’investimento – che ha poi proseguito – a mio cugino Salvatore arrivavano di tanto in tanto dei soldi: 500 milioni di lire, 300 milioni. E lui li investiva, a Palermo e in altre parti d’Italia». 

Non solo una questione di debiti non saldati: Graviano accusa Berlusconi anche di aver tradito il suo braccio destro, Marcello Dell’Utri. La posizione di Dell’Utri, stando a quanto afferma la Corte di Cassazione, è stata quella di garante tra Cosa Nostra e l’ex premier fino al 1992, proseguita poi successivamente anche con lo stesso Graviano. Secondo il boss, Berlusconi avrebbe tradito il suo vecchio braccio destro emanando leggi che avrebbero danneggiato lo stesso Dell’Utri, oltre ai detenuti del 41-bis . 

Il concepimento del figlio

Durante il processo, il boss di Brancaccio ha citato anche uno dei tanti misteri che lo circonda: il concepimento del figlio mentre era in carcere per il 41-bis.

«Mia moglie non è mai entrata in carcere, nella cesta della biancheria. Forse nelle intercettazioni (durante il processo «Stato Mafia») parlavo di mio fratello (Filippo) che venne messo nella mia stessa cella. Non posso raccontare come andò – ha proseguito – ci fu solo un momento di distrazione degli agenti ma mia moglie non è mai entrata in carcere. Non racconterò mai a nessuno come ho concepito mio figlio, dico solo che non ho fatto nulla di illecito, ci sono riuscito ringraziando anche Dio e sono rimasto soddisfatto. Non ho chiesto alcuna autorizzazione, ma ho approfittato della distrazione degli agenti Gom».

Roberto Balestracci

24 anni, quasi 25. Laureato in Scienze della Comunicazione, coltivo da sempre la passione per lo sport e per le sue emozioni. Interista, porto la Maremma nel cuore. Ma non solo. Il diploma in violino al conservatorio di Siena mi permette di collegare due mondi, sport e musica, apparentemente lontani

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