Palermo, i cinque operai morti per esalazioni tossiche non avrebbero dovuto lavorare nel sottosuolo

A poco meno di un mese di distanza dalla tragedia della centrale Enel di Bargi, costata la vita a sette operai, e a pochi giorni dalla Festa dei Lavoratori, a Casteldaccia, in provincia di Palermo, cinque operai sono morti e un sesto è stato ricoverato in gravi condizioni a seguito delle esalazioni di idrogeno solforato presenti all’interno dell’impianto nel quale stavano lavorando. Secondo una prima ricostruzione, gli operai erano impiegati in operazioni che si sarebbero dovute svolgere attraverso modalità diverse.

Cosa è successo

I sei operai stavano lavorando alla manutenzione dell’impianto Amap (Azienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo) di sollevamento delle acque reflue sul lungomare. Il più anziano del gruppo, Epifanio Assazia, si è calato sottoterra e non è più riemerso a causa delle esalazioni di idrogeno solforato che sarebbero state dieci volte superiori al limite e che lo hanno colto alla sprovvista. L’allarme tra i colleghi è scattato subito e, uno dopo l’altro, i restanti cinque si sono calati a loro volta per cercare di salvare chi li aveva preceduti.

Un settimo operaio che si trovava in superfice, non vedendo riemergere i colleghi, ha lanciato l’allarme. All’arrivo dei soccorsi gli operatori sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso di cinque dei sei uomini che si erano calati sottoterra. Soltanto uno di loro è riuscito a sopravvivere e, intubato sul posto, è stato trasportato in gravi condizioni al Policlinico di Palermo, dove si trova attualmente in coma farmacologico.

L’appalto e le modalità del lavoro

L’Azienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo aveva assegnato alla Quadrifoglio group srl, della quale la più anziana delle vittime era contitolare, l’appalto dei lavori di manutenzione della vasca fognaria della zona orientale di Casteldaccia.

I lavoratori avrebbero dovuto aspirare i liquami dalla superficie, attraverso l’impiego di un autospurgo. Gli operai, quindi, non sarebbero dovuti scendere sottoterra per lavorare. Questo spiegherebbe perché le vittime fossero sprovviste di mascherina e di gas alert, un apparecchio in grado di misurare la concentrazione del solfuro di idrogeno.

Chi sono le vittime

Gli operai morti a seguito delle esalazioni di idrogeno solforato sono: il 70enne Epifanio Assazia (contitolare della Quadrifoglio Group), il 47enne Giuseppe Miraglia, il 59enne Ignazio Giordano, il 51enne Roberto Raneri e il 28enne Giuseppe La Barbera.

Alcuni parenti delle vittime giunti sul luogo dell’incidente
Cos’è l’idrogeno solforato

Il gas che ha ucciso i cinque operai a Casteldaccia è l’idrogeno solforato, noto anche come acido solfidrico o solfuro di idrogeno (H2S). Si tratta di un composto chimico incolore, insapore e inodore formato da un atomo di idrogeno e uno di zolfo. L’idrogeno solforato si forma naturalmente a seguito della decomposizione di materiale organico da parte di batteri privi di ossigeno.

La formula chimica dell’idrogeno solforato

L’esposizione dell’uomo all’idrogeno solforato è estremamente pericolosa. Il composto chimico, infatti, può irritare gli occhi, la gola e i polmoni e causare addirittura edema polmonare.

Ad alte concentrazioni, inoltre, l’esposizione all’idrogeno solforato può provocare shock, coma e morte a causa della paralisi del sistema respiratorio che, il composto, provoca.

Come proteggersi

In ambienti lavorativi o luoghi dove è nota la presenza dell’idrogeno solforato è essenziale l’utilizzo di dispositivi di protezione individuale come, ad esempio, maschere dotate di filtri specifici. Allo stesso tempo, ove possibile, può essere utile assicurare una buona ventilazione nelle aree dove questa sostanza tende ad accumularsi.

Una strage continua

Da inizio anno sono già oltre 350 le persone che hanno perso la vita sul luogo di lavoro. Con una media di 3 morti al giorno, il nostro Paese potrebbe arrivare a fine anno a dover piangere 1.095 persone. Lo scorso anno i morti sul lavoro sono stati 1.041.

Il cordoglio delle istituzioni

«Auspico che sia fatta piena luce sulle dinamiche dell’incidente. Ma l’ennesima inaccettabile strage sul lavoro – a pochi giorni dal 1 maggio – deve riproporre con forza la necessità di un impegno comune che deve riguardare le forze sociali, gli imprenditori e le istituzioni preposte», ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in merito a quanto avvenuto.

Anche la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha invocato la ricerca della verità su quanto accaduto: «Sconvolge la notizia degli operai coinvolti nel tragico incidente avvenuto a Casteldaccia, nel palermitano. Alle famiglie delle vittime il mio profondo cordoglio, unitamente al sentimento di vicinanza verso il lavoratore che si trova attualmente nel reparto di Rianimazione all’ospedale Policlinico di Palermo. Sia fatta piena luce su questa tragedia», ha scritto su X la premier.

Glenda Veronica Matrecano

Classe 2000. Milanese. Laureata in Comunicazione, Media e Pubblicità all'Università IULM. "Curiosa, solare e tenace", così mi descrive chi mi conosce. Mi appassionano, soprattutto, la cronaca e l'attualità ma anche tutte quelle tematiche che sono in grado di accendere il dibattito pubblico. Tra le tante, ho un'aspirazione che supera le altre: diventare giornalista televisiva.

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