Oggi, mercoledì 1° maggio, è festa in tutto il Paese. E tanti italiani, tra studenti e lavoratori, restano a casa per trascorrere una giornata di relax in famiglia o con amici. Kevin, per esempio, ha poco più di 30 anni e vive da solo a Milano in via Torino, una delle zone più ricche della città. A fargli compagnia c’è solo Nerone, uno splendido cane di razza trovato su una spiaggia della Liguria. Ma Kevin non ha né una casa né un lavoro: dorme in strada da ormai 13 anni. E come lui stesso racconta: «Non c’è proprio niente da festeggiare».
Parenti serpenti
Quella di Kevin è una storia familiare come tante altre. Un padre assente, che si è «altamente disinteressato della sua famiglia, preferendo farsi i fatti suoi». E una madre che lo ha sbattuto fuori di casa, dicendogli che doveva «rimboccarsi le maniche e arrangiarsi da solo». E Kevin, da buon figlio obbediente, lo ha fatto davvero.
Arrivato alla maggiore età, ha investito quei pochi soldi ereditati dal nonno per frequentare un corso da parrucchiere. E fin da subito ha cominciato a lavorare: «In nero ovviamente – confessa Kevin – come spesso accade in Italia». Ma il denaro che guadagnava non era sufficiente per permettersi una casa o anche solo una stanza in affitto. E così, costretto dall’evolversi degli eventi, è diventato uno dei tanti homeless di Milano.
Gli invisibili
Il caso di Kevin, purtroppo, non è isolato. Secondo un censimento Istat del 2023, sono oltre ottomila le persone senza tetto (e senza fissa dimora) presenti a Milano. Quasi un terzo rispetto a quelli di Roma (22.182). Un numero impressionante, soprattutto pensando che il capoluogo lombardo è il vero centro economico del Paese.
Vivere per strada, oltre che essere piuttosto umiliante, è anche molto pericoloso. Lo scorso anno, nella sola Milano, sono morti per stenti o per ipotermia 66 clochard. E tanti altri ancora subiscono di continuo aggressioni da parte di malintenzionati, che per gioco o per sadismo se la prendono con chi è più in difficoltà. Tanto da tentare di derubare i pochi averi di cui dispongono. «Mi sono entrati in tenda – racconta Kevin – e hanno cercato di rubarmi il telefono e i pochi soldi che avevo nel mio portafoglio».
«Una festa per lucrare»
Da circa 130 anni, in Italia e in quasi tutto il mondo, il primo maggio è la data scelta per celebrare la Festa dei lavoratori. La maggior parte delle persone ha il giorno libero, e si organizzano manifestazioni e raduni per invocare alcuni diritti, rivendicarne altri o semplicemente riaffermare quelli acquisiti. La Festa dei lavoratori è la giornata che rappresenta le lotte per migliori condizioni di lavoro.
Da una parte ci sono i sindacati che scendono in piazza per celebrare la Festa dei Lavoratori. Dall’altra, invece, le persone che dormono per strada perché un lavoro non ce l’hanno. E questa l’ipocrisia che Kevin intravede nei cortei organizzati per il primo maggio: «É solo un’altra festa per continuare a lucrare – sottolinea il giovane clochard – Non hanno interesse per noi homeless. Guardateci dove siamo tutti i giorni».