Corruzione e mafia, arresti domiciliari per Giovanni Toti e altri nove

Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria dal 2015, è agli arresti domiciliari. L’accusa è di corruzione, ed è arrivata dopo un’inchiesta della Procura di Genova sulle elezioni liguri del 2020.

L’inchiesta

Il 7 maggio la Guardia di Finanza del capoluogo ligure ha messo in atto una custodia cautelare agli arresti domiciliari per Giovanni Toti, Presidente della Regione, per corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e promesse elettorali. Ma non solo Toti, misure cautelari anche per altre nove persone, tra le quali Matteo Cozzani, capo di gabinetto ed ex Sindaco di Porto Venere, accusato di corruzione elettorale. Con l’aggravante, inoltre, di aver agevolato l’attività del clan Camarrata a Riesi, in Sicilia, con proiezione nella città di Genova. E, ancora, Cozzani è accusato anche dalla Procura di La Spezia, di aver favorito, elargendo concessioni balneari e appalti, alcuni imprenditori locali. Tra cui il fratello Filippo, amministratore di Bevilà, beneficiato di un appalto riguardante la distribuzione dell’acqua.

L’inchiesta della Procura genovese, però, riguarda nello specifico le votazioni regionali del 2020, nelle quali il partito fondato da TotiCambiamo!” aveva ottenuto il 22%. Voti, però, che non sembrano del tutto candidi. Secondo gli inquirenti, infatti, il boom “totiano” sarebbe anche dovuto da pacchetti di voti garantiti da clan mafiosi.

Gli altri indagati
Aldo Spinelli, imprenditore

Tra le altre persone prese in custodia cautelare nella mattina del 7 maggio, figurano anche due imprenditori liguri: Paolo Signorini, amministratore delegato e direttore generale di Iren, e l’imprenditore portuale ed ex presidente dei club Genoa e Livorno, Aldo Spinelli. Quest’ultimo è accusato di aver concesso autorizzazioni portuali e altri favori, alle organizzazioni politiche sostenitrici di Toti. Ma anche intervenendo nella riqualificazione delle ex Colonie Bergamasche di Celle Ligure, in un’operazione da 90 milioni per la realizzazione di appartamenti di lusso. Ed è qui che interviene Signorini, il quale è accusato di attività illecite risalienti al periodo in cui è stato presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale. Periodo in cui avrebbe concesso appalti a Spinelli, in cambio di soggiorni di lusso ed escort a Montecarlo. Dopo le accuse, la società Iren è scesa di -3% alla Borsa di Milano. E il gip ha disposto nei confronti di Spinelli e Signorini un sequestro preventivo, tra beni e disponibilità finanziare, di 570 mila euro.

Paolo Signorini, AD Iren
Vittoria Giulia Fassola

Classe 2001. Ligure e anche un po' francese. Laureata in International Relations and Global Affairs, all'Università Cattolica di Milano. Mi interesso di politica estera e di tutto ciò che penso valga la pena di raccontare. Il mio obiettivo? Diventare giornalista televisiva.

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