Lunedì 19 febbraio il Consiglio Affari Esteri dell’Unione Europea ha approvato l’avvio della missione aeronavale “Aspides” (in greco antico “scudi”) nel Mar Rosso. Obiettivo: contrastare la minaccia Houthi nell’area antistante lo Yemen, garantendo protezione al traffico mercantile nello stretto di Bab-el-Mandeb (tra Eritrea e Penisola Arabica). Il comando operativo sarà a Larissa, in Grecia. Le Marine coinvolte, al momento, sono quelle tedesca, francese, greca e italiana. E proprio l’Italia avrà un ruolo di primo piano: la nave ammiraglia sarà il cacciatorpediniere Caio Duilio, e il comandante tattico il contrammiraglio Stefano Costantino.
Arsenale galleggiante
La scelta del Duilio come ammiraglia dell’operazione non è casuale. Se Francia, Germania e Grecia contribuiranno con le loro fregate, che per definizione hanno un profilo di missione multiruolo e un carico bellico ridotto, il cacciatorpediniere italiano risulta molto più adeguato al ruolo primario di “Aspides”. Specializzata nella lotta antiaerea (principale compito dell’operazione), la nave può imbarcare un arsenale numeroso e versatile, fondamentale alla nuova forza europea.
Varato nel 2007, il Caio Duilio (codice identificativo D554) è il primo esemplare della classe “Orizzonte”, costruita in maniera congiunta da Italia e Francia. È lungo 153 metri, largo 20, con una velocità massima di 29 nodi (circa 54km/h) e un’autonomia di 13mila chilometri. Entrato in servizio nel 2009, ha ormai una lunga vita operativa alle spalle, ricca di missioni internazionali vicine e lontane. Ammiraglia del 1° Gruppo Navale (di stanza a La Spezia), dopo un periodo di riposo a seguito di un impegnativo dispiegamento nel Mar Baltico è già arrivata nella nuova area di operazioni.
Il cacciatorpediniere è stato costruito per contribuire alla difesa aerea della flotta. Non stupisce dunque che il suo armamento sia studiato appositamente per questo scopo. Il Duilio impiega il sistema europeo PAAMS, con 48 celle di lancio per missili contraerei Aster 15 o 30 (rispettivamente, medio e lungo raggio d’azione). La difesa a corta distanza è affidata a tre cannoni automatici Otobreda 76/62 “Super Rapido”, tra le migliori armi al mondo nella loro categoria. Non mancano le capacità antinave, garantite da 8 missili Otomat Mk2/A (con un raggio d’azione di circa 300km) e due sistemi per il lancio di siluri. Completano il tutto una sistemistica di comunicazione, scoperta e puntamento di ultima generazione, rinnovata nel 2017 durante i lavori di ammodernamento della nave.
Il valore dell’esperienza
A guidare “Aspides”, direttamente dalla plancia del Duilio, sarà il contrammiraglio Stefano Costantino. Alle spalle dell’ufficiale c’è una lunga vita operativa, passata negli ultimi anni attraverso diversi comandi. Prima di ricevere la “greca” (distintivo di grado che identifica, in Italia, gli ufficiali generali e ammiragli), è stato al comando, tra il 2018 e il 2019, dello storico veliero Amerigo Vespucci, la nave della Marina Militare considerata anche “la più bella del mondo”.
Dal giugno 2022 al gennaio 2023 Costantino è stato comandante della missione europea EMASoH nello Stretto di Hormuz, all’ingresso del Golfo Persico. Rientrato in Italia, ha assunto la direzione della 3° Divisione Navale (di base a Brindisi). Ha ricoperto l’incarico fino allo scorso 17 febbraio, svolgendo nel frattempo due turni di comando dell’operazione “Mediterraneo Sicuro”. Ha dunque un’ormai rodata esperienza nella guida di formazioni navali complesse, sia italiane sia multinazionali.
Integrazione e velocità
L’avvio di “Aspides” è stato ormai approvato dall’Unione Europea. Le navi sono in rotta per l’area di operazioni (se già non l’hanno raggiunta, come il Caio Duilio). Una volta giunte sul posto opereranno in stretto contatto con le altre due missioni europee nella regione: EUNAVFOR “Atalanta” (anche questa, al momento, a guida italiana) ed EMASoH (che passerà, a livello organico, alle dipendenze della stessa “Aspides”). Ma manca ancora un elemento chiave: il voto del nostro Parlamento, che dovrà autorizzare la partecipazione del Paese all’operazione. L’esito della consultazione è scontato, ma è un passaggio formale impossibile da saltare.
Occorre fare presto: nonostante i recenti appelli iraniani alle milizie loro alleate (tra cui gli Houthi) a interrompere gli attacchi contro gli Stati Uniti e i loro alleati, per cercare di far calare la tensione, dallo Yemen i lanci di missili contro i mercantili occidentali non si fermano. Nella tarda serata del 18 febbraio è stata colpita la nave cargo britannica M/V Rubymar. È l’attacco più grave dall’inizio della crisi del Mar Rosso: l’imbarcazione ha registrato gravi danni e l’equipaggio l’ha dovuta abbandonare. Se dovesse affondare (come alcune testate ipotizzano al pomeriggio del 20 febbraio) sarebbe un fatto gravissimo. Sarebbe un terribile dissuasore, per le compagnie navali, dal transitare nell’area. Con tutte le ricadute economiche e commerciali del caso. Ecco perché la sicurezza del traffico è una priorità. E dunque lo è anche “Aspides”.