
In Romania il ballottaggio del 18 maggio ha ribaltato l’esito del primo turno elettorale: il nuovo presidente sarà Nicușor Dan, candidato indipendente di tendenza europeista, sostenuto dalla destra più moderata, dai verdi e dai liberali.
La doppia beffa all’estrema destra
Nelle scorse settimane aveva avuto molto risalto a livello internazionale la notizia che i membri dell’ufficio elettorale avevano respinto la candidatura del filorusso Georgescu. Numerose le ragioni di un’esclusione che aveva portato anche a scontri di piazza a Bucarest tra i sostenitori di Georgescu e la polizia. Ma già prima che si arrivasse alla violenza, questo episodio aveva ritardato la chiamata alle urne, scalata da dicembre a maggio.
Fallito il ricorso di Georgescu, a raccoglierne l’eredità politica per le elezioni del 4 maggio è stato il leader del partito di estrema destra Alleanza per l’Unione dei Romeni (AUR), George Simion. Simion, che da gennaio 2025 è anche uno dei vicepresidenti del Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (la stessa famiglia in cui si colloca Fratelli d’Italia), ha catalizzato i voti dei sovranisti rumeni e vinto il primo turno elettorale con il 40,96% delle preferenze.

In mancanza di una maggioranza assoluta, però, le presidenziali in Romania prevedono un ballottaggio, nel quale Simion ha affrontato Nicușor Dan, attuale sindaco di Bucarest noto per la lotta contro la corruzione nel Paese. Il confronto del secondo turno ha visto trionfare quest’ultimo, che con il 54% dei voti è diventato il nuovo presidente della Romania.
Le prime parole del vincitore
Prima ancora della fine dello spoglio, il vincitore si è lasciato andare a un primo discorso, invocando l’unità nel Paese. «C’è una comunità che ha perso le elezioni. Una comunità che, giustamente, è indignata per il modo in cui la politica è stata condotta finora in Romania», ha detto. «È nostro dovere convincere queste persone che la soluzione è la riforma del sistema giudiziario e dell’amministrazione: dobbiamo lottare per una sola Romania e non per due. Da domani tutti insieme ricominciamo la ricostruzione del nostro Paese».
Quello romeno è un risultato che rappresenta una dura sconfitta per i sovranisti, non solo in Romania, ma in tutta Europa. Nella notte di Bucarest, pur con il timore di scontri, i sostenitori di Dan hanno manifestato la loro gioia, sventolando insieme le bandiere della Romania e quelle dell’Unione Europea. Un modo tutt’altro che simbolico per dire da che parte vogliono stare.