Le scuole civiche di Milano contro i tagli dei fondi: la manifestazione davanti a Palazzo Marino

Martedì 23 aprile le strade del centro di Milano si sono trasformate in un palcoscenico. Nonostante la pioggia, studenti, professori e rappresentanti sindacali si sono radunati davanti a Palazzo Marino con striscioni, cartelli, ma anche strumenti musicali per opporsi ai drastici tagli del finanziamento alle scuole civiche, sanciti dal “piano esecutivo di gestione” del Comune per il triennio 2024-2026. La manifestazione, promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp, ha evidenziato la potenziale crisi che minaccia l’istruzione e la cultura locale. Un giorno importante, una tappa verso l’1 maggio che non solo ricorda i diritti dei lavoratori di oggi, ma anche di quelli del futuro.

Tagli fino al 72%

Secondo le stime divulgate, il Comune ha previsto una riduzione del 20% degli stanziamenti per il 2024, seguito da un ulteriore calo fino al 72% per il 2026. Questa decisione ha scatenato una serie di reazioni, con oltre 8.000 persone tra artisti, ex allievi e amanti della cultura che hanno firmato una petizione contro i tagli, ritenuti una minaccia alla sopravvivenza di queste istituzioni formative.

Il presidio davanti a Palazzo Marino

Durante una riunione con la Fondazione che gestisce le scuole, nessun accordo concreto è stato raggiunto, sebbene la necessità di un impegno più forte da parte dell’amministrazione comunale sia stata esplicitamente richiesta dai sindacati. Essi sollecitano il Comune a mantenere il finanziamento attuale di 9 milioni e 680 mila euro e a riconoscere il valore culturale e formativo delle scuole per la comunità.

Una città “interculturale”

Le scuole civiche di Milano, che includono istituti di cinema, interpretariato, musica e teatro, sono riconosciute come un patrimonio di eccellenza, paragonabile alle realtà di città europee come Berlino e Parigi. All’interno della Fondazione Milano operano quattro istituti: la Scuola di Cinema Luchino Visconti, la Scuola per Interpreti e Traduttori Altiero Spinelli, la Scuola di Musica Claudio Abbado e la Scuola di Teatro Claudio Grassi

I cartelloni dei manifestanti

La direzione delle scuole, rappresentata dal direttore generale Minoja, ha espresso la propria frustrazione per la mancanza di sostegno adeguato dal Comune, che rischia di compromettere seriamente l’attrattività e la funzionalità delle istituzioni. Al contempo, la comunità accademica e culturale si mobilita per garantire la continuità didattica e preservare queste importanti risorse cittadine.

La voce di un docente

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da MasterX (@masterx_iulm)

​​Renato Rivolta, docente di Direzione d’orchestra della Civica Scuola di Musica Claudio Abbado, ha guidato un piccolo gruppo di studenti durante l’apertura musicale della manifestazione. La musica come segno di protesta. «Tagliare questi fondi significa decretare la morte di questi istituti o almeno ridimensionarli in modo così drastico da far perdere loro il prestigio accumulato negli anni», ha dichiarato. «Verrebbero licenziati un sacco di docenti, verrebbero chiuse molte attività formative e gli studenti si troverebbero a non poter portare a termine il loto percorso scolastico».

 



No Comments Yet

Leave a Reply