Ungheria: volo solitario di Verstappen, Ferrari di nuovo anonima

Verstappen

Tappeto rosso e petali. Domenica 23 luglio l’Hungaroring, pochi chilometri a Nord-Est di Budapest, si trasforma per 70 giri in un assolo del solito Max Verstappen. Fanno sette vittorie consecutive, come lui Schumacher, Ascari e Rosberg. Meglio di lui solo Vettel con nove. Un dominio senza eguali, un campionato già chiuso e l’ennesimo record in cascina. Perché in Ungheria la Red Bull conquista il dodicesimo primo posto di fila, superando gli undici della storica McLaren del 1988.

Dietro all’olandese volante, Lando Norris si conferma il secondo pilota più veloce in pista davanti a un parzialmente ritrovato Sergio Perez. Male e distanti le due Ferrari, che sembrano non riuscire a stare al passo con gli aggiornamenti delle altre scuderie.

Succede (quasi) tutto in partenza

Il sabato di qualifiche aveva ingannato un po’ tutti. Soprattutto per quella inaspettata pole di Lewis Hamilton, all’ultimo respiro su Verstappen. La gara di domenica ha visto in pista più noia che altro. Insomma, le premesse erano tutt’altre.

Pronti, via… il numero 1 del mondiale sorprende all’interno un Hamilton poco deciso. Conquista così quella prima posizione che non lascerà più andare nei successivi 100 minuti di guida. La Mercedes di Sir Lewis si fa infilare anche dal duo Norris-Piastri su McLaren e dopo poche curve si trova scivolata addirittura in quarta posizione. Dietro, partenza superlativa di Sainz che sfrutta la mescola morbida delle gomme e risale da undicesimo a sesto. Disastro di Zhou. Precipita da 5° a 16° e alla prima curva tampona Ricciardo, che a sua volta sperona le due Alpine provocandone il ritiro. Per il cinese cinque secondi di penalità. 

Rossa ancora tradita dal pit stop

Dopo il primo giro, la partita si gioca praticamente tutta in pit lane. La prima girandola di stop inizia intorno al diciassettesimo giro. Si fermano anche le due Ferrari, nonostante la diversa strategia di gomme (soft per Sainz, medie per Leclerc). Entrambe montano le hard, ma un problema a una pistola obbliga la SF-23 del monegasco a una sosta di quasi dieci secondi. Da qui in poi Leclerc, che fino a quel momento era rimasto agganciato al treno del podio, va sempre peggio.

A poco più di 20 giri dal termine, ecco il secondo stop per le due Rosse. E ancora una volta problemi per Leclerc, che non frena in tempo entrando in pit lane e riceve cinque secondi di penalità. Perfetta, invece, la strategia Red Bull ai box: con un undercut micidiale, Perez si ferma prima di Hamilton, monta gomme più fresche e riprende sia l’inglese che la McLaren di Piastri. Riaggancia, così, l’ultimo gradino del podio.

Verstappen, intanto, continua a fare una gara da alieno. Suo pure il punto addizionale per il giro veloce. Con un ritmo superiore di almeno due secondi rispetto a tutte le altre monoposto in pista. Il terzo mondiale di fila non è mai stato così vicino per il fenomeno olandese. Le due Ferrari, invece, sono scavalcate per la sesta posizione pure da Russell, partito diciottesimo.

ORDINE D’ARRIVO

1. Verstappen (Red Bull); 2. Norris (McLaren); 3. Perez (Red Bull); 4. Hamilton (Mercedes); 5. Piastri (McLaren); 6. Russel (Mercedes); 7. Leclerc (Ferrari); 8. Sainz (Ferrari); 9. Alonso (Aston Martin); 10. Stroll (Aston Martin)

CLASSIFICA PILOTI

1. Verstappen 281;  2. Perez 171; 3. Alonso 139; 4. Hamilton 133; 5. Russell 90; 6. Sainz 87; 7. Leclerc 80; 8. Norris 60; 9. Stroll 45; 10. Ocon 31

CLASSIFICA COSTRUTTORI

1. Red Bull 452; 2. Mercedes 223; 3. Aston Martin 184; 4. Ferrari 167; 5. McLaren 87; 6. Alpine 47; 7. Haas 11; 8. Williams 11; 9. Alfa Romeo 9; 10. AlphaTauri 2

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