Gp Miami: Verstappen pazzesco davanti a Perez, Ferrari assente

Max Verstappen vince il Gran Premio di Miami. Anzi, domina in lungo e in largo. A frenarlo non sono bastate le piogge torrenziali durante la giornata americana e la nona posizione in griglia di partenza. Secondo il poleman Checo Perez e terzo un eterno Fernando Alonso. La Ferrari, nonostante le modifiche apportate alla monoposto, delude.

Ma, come a Baku settimana scorsa, a farla da padrona è la noiaUneventful, si direbbe in Florida: non è successo niente che sia davvero degno di nota. Ridateci la F1 dei primi mesi dell’anno scorso. Red Bull sale a cinque vittorie in cinque gare (sei su sei se si conta la sprint di Baku). Quattro di queste sono state doppiette.

Verstappen senza rivali

Si spengono i semafori e il serpentone di macchine si snoda sulle curve di South Beach con Perez davanti a tutti. Charles Leclerc e Max Verstappen, partiti in mezzo al gruppo, affrontano curva uno con molta prudenza. L’unico contatto da segnalare è quello tra Yuki Tsunoda e Lando Norris.

Max fin dall’inizio imposta la sua vittoria . E in questo la strategia vincente (sequenza gomme dure- gomme medie) è fondamentale. Il primo assaggio lo si ha al quarto giro. Bagarre per il sesto posto tra Kevin Magnussen e Leclerc: il bicampione del mondo in carica non si fa pregare, e in rettilineo se li divora entrambi.

In capo a dieci tornate, Verstappen è già secondo. E inizia qui un vero e proprio capolavoro degno dell’hammer time di Hamilton. Capolavoro che culmina con una serie di fastest lap su gomme vecchie oltre 35 giri. Niente da fare per Perez, che pure ha venduto cara la pelle.

Ferrari, quanta fatica!

Una prima parte di gara bifronte. Sainz che regge il ritmo di Alonso rimanendo in zona DRS, e Leclerc che non riesce a sorpassare la Haas di Magnussen. Tutto crolla durante il pit stop.

Lo spagnolo entra troppo veloce ai box e supera il delta di velocità permesso. Risultato: 5 secondi di penalità. In più, esattamente come accade al compagno di scuderia, la gomma dura sembra funzionare male rispetto ai diretti avversari (e tra questi non c’è sicuramente la Red Bull). Le SF-23 alternano giri ottimi a giri lenti, senza mai riuscire a trovare un ritmo costante. Sembra una macchina difficile da guidare, come aveva già confessato Sainz.

Sainz viene infilato da Russel, autore di un’ottima gara. Leclerc, dopo tanti saliscendi e ruota a ruota, non si schioda dalla posizione di partenza, un triste settimo posto. Da una macchina che aveva introdotto qualche modifica e aggiornamento, era lecito e doveroso aspettarsi di più. La Rossa continua a non ingranare la marcia giusta, e nessuno sembra sapere il perché.

Verstappen strappa a Perez il Gran Premio di Miami, ristabilendo le gerarchie. Di piloti più forti di lui in circolazione non ce ne sono.

Non resta che aggrapparsi alla speranza

Le luci del giorno non hanno ancora raggiunto Maranello. Dopo l’exploit di Baku, la Ferrari è tornata a faticare sul circuito tecnico di Miami. La Rossa ha nuovamente dimostrato competitività sul giro secco, anche se la qualifica è stata macchiata botto contro le barriere di Leclerc. Il monegasco poteva giocarsi la pole position, ma ha perso la macchina nel primo settore vanificando ogni chance. Quello, però, è stato l’unico squillo della Ferrari in tutto il weekend statunitense.

Il Cavallino è tornato a faticare in gara, soprattutto con le gomme hard, con le quali è stato sverniciato anche dalla Mercedes oltre che dall’Aston Martin di Alonso. Leclerc non è proprio mai entrato in gara, rimanendo a lungo inchiodato dietro alla Haas di Magnussen e chiudendo con un anonimo settimo posto. Sainz con le medie ha tenuto un ottimo ritmo, agganciandosi ad Alonso. Ma una volta montate le bianche le sue prestazioni sono crollate.  Lo spagnolo ha alternato buoni giri, a tornate lente.

La SF-23 rimane inspiegabile e non può che aggrapparsi alla speranza che gli aggiornamenti previsti per Imola funzionino. Il GP dell’Emilia-Romagna sarà un banco di prova importante, anche perché il tracciato ricalca alcune caratteristiche di Miami e quindi sulla carta sembra sfavorevole alla Ferrari. Chi non ha problemi in nessuna pista, è la Red Bull che ha dominato ancora una volta. La casa austriaca ha nuovamente manifestato la sua superiorità e Verstappen ha dato l’ennesima prova del suo talento. Era dal 1984 che un pilota non vinceva partendo dal nono posto. L’ultimo fu Niki Lauda e non poteva che essere il campione del mondo a sfatare questo tabù.

Imola alle porte

Per quanto riguarda il resto della griglia, l‘Aston Martin ha confermato di essere la seconda forza in campo, con Alonso che ha conquistato il quarto podio in cinque gare. La Mercedes si è ripresa nella seconda parte di competizione, dopo un primo stint anonimo. Chi è cresciuta è l’Alpine, con Gasly che a lungo si è giocata la quinta/sesta piazza. Bene anche la Haas di Magnussen. L’attesa ora è per Imola, il primo dei due Gran premi italiani. I tifosi della Ferrari accorreranno in massa, nella speranza di vedere la Rossa nuovamente protagonista.

ORDINE D’ARRIVO

1. Verstappen (Red Bull); 2. Perez (Red Bull); 3. Alonso (Aston Martin); 4. Russell (Mercedes); 5. Sainz (Ferrari); 6. Hamilton (Mercedes); 7. Leclerc (Ferrari); 8. Gasly (Alpine); 9. Ocon (Alpine); 10. Magnussen (Haas)

CLASSIFICA PILOTI

1. Max Verstappen 119; 2. Sergio Perez 105; 3. Fernando Alonso 75; 4. Lewis Hamilton 56; 5. Carlos Sainz 44; 6 George Russell 40; 7. Charles Leclerc 34; 8. Lance Stroll 27; 9. Lando Norris 10; 10. Pierre Gasly 8

CLASSIFICA COSTRUTTORI

1. Red Bull 224, 2. Aston Martin 102, 3. Mercedes 96, 4. Ferrari 78, 5. McLaren 14, 6. Alpine 14, 7. Haas 8, 8. Alfa Romeo Racing 6, 9. Alphatauri 2, 10. Williams 1.

 

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