Video e immagini dal rompighiaccio italiano arrivato in Antartide

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La nave Laura Bassi

La prua del rompighiaccio Laura Bassi

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Pinguini

Una colonia di pinguini

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Un ghiacciaio

La vista dei ghiacciai dalla Laura Bassi

Un record mondiale tutto italiano. Martedì 31 gennaio, la nave rompighiaccio Laura Bassi ha toccato il punto più a sud mai raggiunto da un’imbarcazione. Nelle acque antartiche del Mare di Ross e, più precisamente, nella Baia delle Balene, si trova un sito rimasto inesplorato fino a due giorni fa. Il viaggio della Laura Bassi rientra nella 38esima Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). La campagna oceanografica è parte integrante del progetto Bioclever, coordinato dall’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR). Al programma partecipa anche l’osservatorio marino MorSea (Università Parthenope).

 

I primi risultati

Il mare insolitamente sgombro dai ghiacci ha permesso di effettuare i primi campionamenti, dalla superficie alla profondità di 216 m. I risultati sono stati comunicati dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), di cui la Laura Bassi è proprietà. Oltre alla presenza di acque marine particolarmente fredde, è emersa «un’elevata densità di stadi larvali e giovanili di specie ittiche, incluse alcune raramente osservate nel Mare di Ross». A questo si aggiunge l’esistenza di «masse di alghe unicellulari che denotano un’elevata produzione primaria e incoraggiano ulteriori ricerche».

Il viaggio della Laura Bassi

Il rompighiaccio è salpato da Trieste il 17 novembre 2022. 40 giorni di navigazione dopo, ha raggiunto il porto di Lyttelton, in Nuova Zelanda. Da qui, è ripartito il 5 gennaio in direzione Antartide. A bordo, oltre al personale scientifico, anche il materiale destinato alla stazione Mario Zucchelli (MZS), una delle basi scientifiche italiane nel continente bianco.

La 38esima spedizione prevede due campagne nel Mare di Ross, per un totale di otto progetti a cui prenderanno parte ventotto ricercatori. La prima durerà fino all’inizio di febbraio: in questo periodo, saranno messi in atto sette degli otto programmi finanziati dal PNRA e coadiuvati dall’Istituto Idrografico della Marina Militare. Gli studiosi esamineranno le caratteristiche fisiche e chimiche dell’acqua, nonché la natura geologica del fondale marino. Per effettuare queste misurazioni, utilizzeranno strumenti e tecnologie come il mooring: si tratta di sensori che, attraverso un sistema di boe e cavi, raccolgono dati sulle variazioni di salinità e temperatura e sulla velocità delle correnti. A questo si aggiungono l’attività di pesca scientifica e le analisi di laboratorio. Nel corso della spedizione, i ricercatori procederanno anche alla mappatura delle aree ancora assenti dalle carte geografiche. La seconda spedizione durerà per tutto il mese di febbraio.

Un’area già nota

La nave rompighiaccio ha raggiunto la latitudine di 78° 44.280’ S. Un’area al limite della Barriera di Ross, che già in passato è stata teatro di importanti spedizioni: da Ernest Shackleton, che la scoprì nel 1908, a Roald Amundsen, che la attraversò per raggiungere il Polo Sud nel 1911.

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