Naufragio dell’Endurance, relitto ritrovato dopo 107 anni

«Il più bel relitto di legno che abbia mai visto». Queste le parole dell’archeologo marino Mensun Bound a seguito del ritrovamento dell’Endurance, la celebre nave dell’esploratore Ernest Shackleton affondata 107 anni fa nel mar dell’Antartide. E oggi finalmente localizzata.

La spedizione Endourance22

Una missione durata 35 giorni. Organizzata dal Falklands Maritime Heritage Trust e guidata da un team internazionale di archeologici marini, ingegneri, tecnici e scienziati del ghiaccio. Dotati di avanzati sommergibili ibridi, telecomandati dalla moderna nave rompighiaccio Agulhas II.
«Abbiamo portato a termine la ricerca di relitti più complicata al mondo». L’entusiasmo del dottor John Shears – capo della spedizione – è legittimo. La nave è stata infatti trovata nel Mare di Weddell, a Est dell’Antartide, ad una profondità di 3008 metri. Sfidando il ghiaccio e il clima rigido di questo ambiente estremo. Un «risultato incredibile».

La nave «monumento dell’Antartide»

Un veliero a tre alberi lungo 44 metri, concepito per la navigazione tra gli iceberg. Varato in Norvegia nel 1912, fu acquistato (e ribattezzato Endourance) dal noto esploratore britannico Ernest Shackleton per la prima traversata terrestre dell’Antartide.
Lo storico ritrovamento, a più di cento anni dall’affondamento, risulta ancora più incredibile se si pensa al «brillante stato di conservazione» della nave. L’aspetto è infatti quasi lo stesso di quando è stato fotografato per l’ultima volta da Frank Hurley, nel 1915.
Il relitto, protetto come sito storico e monumento ai sensi del Trattato sull’Antartide, non è stato toccato durante il rilevamento.

L’Endurance durante la spedizione di Shackleton
La mitica storia del naufragio

Il primo agosto del 1914 un equipaggio di ventisette uomini, al comando dell’esploratore Shackleton, partì dall’Inghilterra per la Spedizione Imperiale Trans-Antartica. Ma a sole ottanta miglia dal Polo, l’Endurance rimase intrappolato tra la banchisa, andando alla deriva per circa dieci mesi prima di affondare. Gli esploratori furono così costretti a sopravvivere per diversi mesi tra i ghiacci, a temperature che toccavano i -45°C. Dopo un incredibile viaggio a bordo delle tre scialuppe di salvataggio, gli uomini raggiunsero Elephant Island, luogo inospitale da cui il comandante Shackleton salpò nuovamente con cinque compagni alla ricerca di aiuto. Giunti in Georgia del Sud, riuscirono a organizzare una spedizione di soccorso, recuperando gli uomini rimasti sull’isola. Incredibilmente, nonostante le condizioni estreme, riuscirono tutti a sopravvivere, dando vita ad una delle più epiche avventure della storia.

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