Biden ha dato il via libera a Kiev all’utilizzo dei missili a lungo raggio Atacms per colpire i territori russi. La decisione del presidente uscente degli Stati Uniti arriva dopo il pesante bombardamento di Mosca, avvenuto nella notte tra sabato e domenica, sulle basi energetiche ucraine. È un cambio di rotta. Joe Biden a maggio aveva permesso a Zelensky l’uso dei lanciarazzi Himars per proteggere Kharkiv. La differenza? Gli Himars hanno una gittata di 70 chilometri, mentre gli Atacms superano i 300. Eppure, la svolta degli USA non arriva solo a seguito del bombardamento nel fine settimana. Ciò che preoccupa Biden è anche lo schieramento di truppe nordcoreane minacciata da Putin.
I nuovi assi della guerra
Mancano due mesi alla conclusione della presidenza di Joe Biden e la scelta di consentire l’utilizzo dei missili Atacms (Army Tactical Missile Systems) non è affatto casuale. Oltre all’insediamento del nuovo presidente Donald Trump, al Pentagono preoccupa particolarmente il nuovo asse Mosca-Pyongyang. La pace tra Russia e Ucraina, ambita da Europa e Stati Uniti, sembra un obiettivo lontano per il presidente Putin che ha arruolato 11mila soldati nordcoreani già schierati lungo il confine con l’Ucraina. Il coinvolgimento delle truppe di Kim Jong-Un rappresenta una drammatica espansione del conflitto e l’apprensione, da parte dell’asse occidentale, per il rafforzamento della capacità nucleare del Nord Corea.
Partiti inizialmente con 10mila soldati, il numero delle truppe nordcoreane in territorio russo è aumentato a 11mila in soli due giorni. E, riferiscono i media russi e nordcoreani, si potrebbe arrivare addirittura a 100mila. Quella tra Russia e Nord Corea è una relazione che va da entrambe le parti e conferma i legami strettissimi tra Putin e Kim Jong-Un sia da un punto di vista politico sia militare.
La linea rossa della Russia
Il semaforo verde agli Atacms ha sollecitato l’immediata risposta del Cremlino. Putin era già intervenuto in passato dicendo che l’utilizzo dei missili a lungo raggio americani potrebbero essere la linea rossa per un attacco nucleare. Per questo motivo Biden ci va con i piedi di piombo e conferma l’ok solo per la zona della regione ucraina di Kursk, messa in ginocchio dalle ultime evoluzioni del conflitto. Infatti, nel fine settimana appena passato, una pioggia di missili e droni si è abbattuta sul territorio ucraino distruggendo alcune basi energetiche e provocando diversi danni. Tanto che ritornano i blackout programmati per limitare i consumi energetici, come ha riferito il capo dell’amministrazione regionale di Kiev Serhii Pokpo.
È fondamentale che l’Ucraina mantenga i territori conquistati ad agosto nel Kursk. Perché per eventuali negoziati di pace Zelensky potrebbe scambiare questi territori con zone ucraine prese dalla Russia. Nessuno pensa che l’implicazione delle nuove armi cambierà l’epilogo del conflitto. Ma la pace che Donald Trump considerava di «poter raggiungere in sole 24 ore» sembra sempre più lontana, anche se i dialoghi con Putin sono ancora aperti. Zelensky è meno positivo e auspica la pace per il 2025.