Domenica 14 gennaio 2024 è una data destinata a entrare nella storia di Danimarca. La regina Margherita II, sul trono da 52 anni, abdica ufficialmente in favore del figlio Federico. È la prima volta in oltre nove secoli di storia del regno scandinavo.
La giornata
Passaggio di consegne
Pur rimanendo una delle case reali d’Europa più legate al cerimoniale, quella danese è pur sempre una “monarchia in bicicletta”. Così alcuni tradizionalisti chiamano i regni del Nord, dove sovrani e principi vivono vite piuttosto normali, mescolati alla gente e senza tenere in conto quell’elemento “mistico” che, nel 1867, il politologo britannico Walter Bagehot pose come fondamento dell’istituto monarchico.
Quindi niente sfarzose cerimonie religiose, niente incoronazione, niente abiti anacronistici. L’abdicazione è un mero passaggio di consegne. Dopo una piccola parata per le vie della capitale (la regina in carrozza, il nuovo re in auto storica), dalle residenze di Amalienborg al palazzo reale di Christiansborg, quello che avviene è un semplice Consiglio di Stato. Attorno al tavolo siedono i sovrani (uscente e entrante), il nuovo erede al trono, il premier e alcuni altri ministri. Al termine della riunione, al cui ordine del giorno c’è un singolo punto, la successione è avvenuta.
Lacrime di regina
La seduta inizia poco dopo le 14. Privatissima: la tv di stato tiene compagnia con le immagini delle folle realmente oceaniche che riempiono le vie e le piazze attorno a Christiansborg. Un bel termometro, che conferma i risultati degli ultimi sondaggi: l’80% dei danesi è a favore della monarchia. Nessuna immagine da dentro il palazzo. Nelle vie si schierano le bandiere dei reparti militari e delle associazioni civili, mentre davanti all’edificio prende posto la guardia reale. Tutti attendono.
Alle 14:17 l’auto storica che ha accompagnato il principe ereditario esce dal palazzo. A bordo l’ormai ex sovrana, Margherita. La sua era è finita. E il suo popolo la abbraccia con un’ovazione titanica. Solo dopo alcuni minuti arrivano in televisione le immagini dell’abdicazione: la regina firma il documento di abdicazione, si alza, invita il figlio a prendere il suo posto e poi, trattenendo senza successo le lacrime, saluta con un semplice: «Gud bevare kongen». «Dio salvi il re».
Lunga vita al re!
L’attesa monta per il momento più solenne, quello che in Gran Bretagna è rappresentato dall’incoronazione. Il primo ministro deve presentare il nuovo re al popolo dal balcone del palazzo di Christiansborg. L’ultima volta, nel 1972, la regina era in lacrime e vestita di nero, in lutto per la morte del padre. Questa volta lo spirito è molto diverso. Ci si aspettano grandi sorrisi e tanta gioia.
Alle 15 in punto Federico X esce, solo, sul balcone. La piazza esplode. Sorride, il re. Ma i suoi occhi azzurri sono lucidi, si asciuga le lacrime. Prende la parola la premier, Mette Frederiksen. Ringrazia anzitutto la regina Margherita. Poi proclama il nuovo sovrano, elencandone titoli e prerogative costituzionali. E conclude: «Længe leve deres majestæt Kong Frederik X». «Lunga vita a sua maestà re Federico X». Poi tre «Urrà!», ripetuti con impeto dalla folla. Il regno di Federico è iniziato.
Quadro di famiglia
È arrivato anche per lui il momento di prendere la parola. Inforca gli occhiali e, con voce sicura e sorridente, si rivolge al suo popolo con un breve messaggio: «Come pochi, mia madre è riuscita a diventare tutt’uno con il suo regno. Sarà sempre ricordata come una regina straordinaria. La mia speranza è diventare un re del mondo di domani. È un compito a cui mi sono avvicinato per tutta la vita. È un compito che assumo con orgoglio, rispetto e gioia».
Finalmente lo raggiunge la regina Mary, vestita di bianco. Si abbracciano, salutano, presto uniti ai quatto figli. Sorridono tutti. Ma il re piange, commosso, quando la piazza inizia spontaneamente a cantare l’inno nazionale. Torna dentro, ma il tumulto è troppo grande: la finestra si apre di nuovo e la famiglia esce ancora, reclamata dalla folla. E poi, sempre spinti dalle voci della piazza, re e regina si scambiano un piccolo bacio. Ancora una volta le voci della gente sono un’esplosione.
Dopo una ventina di minuti è il momento dell’ultimo atto: accompagnati da reparti a cavallo e dalle fanfare, i nuovi sovrani lasciano Christiansborg per rientrare alla loro residenza di Amalienborg. Questa volta in carrozza. Ed è di nuovo un bagno di folla, capace di rivaleggiare con quelli visti lo scorso anno a Londra per re Carlo III. All’arrivo nella piazza delle residenze lo sguardo del re si posa su quella della madre: chissà che non stia sbirciando da dietro le tende. Alle 16 l’ultimo saluto alla gente, questa volta dal balcone di casa. I bambini davanti ai genitori, il principe ereditario Cristiano al centro. Si rientra, e poi si riesce. Questa volta solo re e regina, con evidente disappunto dei figli.
Gli antefatti e i protagonisti
L’annuncio la notte di Capodanno
La notizia dell’abdicazione ha colto di sorpresa tanto i danesi quanto il pubblico internazionale. Al termine del tradizionale messaggio di fine anno 2023 (la monarchia danese è l’unica in Europa a rivolgersi al popolo a Capodanno, come le repubbliche, piuttosto che a Natale), una serena e sorridente Margherita ha annunciato l’abdicazione. «Il 14 gennaio 2024, esattamente 52 anni dopo essere succeduta al mio amato padre, lascerò la carica di regina di Danimarca», queste le sue semplici parole. E poi calorosi ringraziamenti ai sudditi per questo mezzo secolo di affetto.
Nessuno se lo aspettava. Il trono di Copenaghen era sempre passato di mano a seguito della morte o della deposizione del sovrano. Mai un’abdicazione. Ma le ragioni della scelta di Margherita sono certo molteplici. L’età avanzata, un mondo che cambia, la grande popolarità del figlio. E poi, il 18esimo compleanno del nipote Cristiano (e la sua ufficiale inclusione nella linea di successione) e i gravi problemi alla schiena. Proprio questi hanno giocato un ruolo fondamentale nell’abdicazione. A febbraio 2023 era stata operata e non era apparsa in pubblico per oltre due mesi. E anche dopo, la sua mobilità si era notevolmente ridotta.
L’ultima regina
Con la sua abdicazione, le corone del mondo intero restano in testa a soli uomini. Margherita, infatti, non solo deteneva il record di monarca più a lungo sul trono (dalla morte della regina Elisabetta II nel 2022), ma anche l’onere di essere l’ultima regina regnante al mondo.
Nata nel 1940, pochi giorni dopo l’invasione nazista della Danimarca, Margherita era la prima delle tre figlie (una di loro sposerà l’ultimo re di Grecia, Costantino II) dell’allora principe ereditario. Salì al trono il 14 gennaio 1972, subito dopo la morte del padre Federico IX. Ancora oggi resta nel cuore del popolo danese l’immagine della giovane, vestita di nero e in lacrime per il lutto, che viene proclamata regina dal balcone del palazzo reale.
Sposata dal 1967 con un conte francese, Henri (poi naturalizzato in Henrik) de Laborde de Montpezat, Margherita ebbe due figli: l’ormai re Federico X (1968) e il fratello Gioacchino (1969). Henrik morì nel 2018 (e anche qui restano famose le immagini della regina al funerale, che nasconde le lacrime dietro il messale). I danesi l’hanno sempre rispettata e venerata: precisa, affabile e misurata, Margherita è sempre stata al suo posto e ha saputo interpretare alla perfezione i pensieri e le tendenze del suo Paese. Non ha mai nascosto i suoi vizi (tra cui il fumo) e non ha rinunciato a lanciare messaggi importanti (ad esempio quelli per l’integrazione dei migranti). Senza citare poi le sue innumerevoli comparsate in radio e in tv. Non come regina, ma come ospite qualunque.
Il nuovo re
Ora il peso di 900 anni di monarchia si riversa sulle spalle di Federico X e della regina Mary. I due si sono conosciuti nel 2000 a Sidney. Federico era lì per supportare gli atleti danesi impegnati nelle Olimpiadi. Lei, australiana, lavorava in un’agenzia pubblicitaria. Si conobbero per caso, in un pub, e si sposarono nel 2004. Hanno quattro figli: il principe ereditario Cristiano (2005), Isabella (2007) e i gemelli Vincent e Josephine (2011).
Il nuovo re parla diverse lingue e ha una laurea in scienze politiche (è il primo reale danese laureato), conseguita tra Harvard e Aarhus. Ha lavorato come diplomatico alle Nazioni Unite e all’ambasciata danese di Parigi. Come erede al trono ha ricevuto anche un’istruzione militare nelle tre forze armate, prediligendo però la Marina. Non a caso, nelle occasioni a carattere militare, indossa sempre la sua tenuta navale. E, durante il servizio in mare, si è visto affibbiare il soprannome “Pingo”: la sua tuta da sub si riempì d’acqua nel corso di un’immersione, costringendolo a muoversi in maniera scoordinata. Proprio come un pinguino.
Simpatico, sportivo, sorridente e affabile, non ci sono molti dubbi sul suo regno: sembra il tipo giusto per succedere a una regina semplice e umana come Margherita.