
La strage di Bologna del 2 agosto 1980 termina con la parola «ergastolo». Così, con la condanna a vita, la Cassazione ha chiuso definitivamente il capitolo giudiziario su Paolo Bellini. La Primula Nera reggiana, ex esponente di Avanguardia Nazionale, accusato di concorso nella strage della stazione di Bologna. Era stato condannato in primo grado nel 2022, al termine del processo ai mandanti dell’attentato. Confermate le condanne a sei anni per l’ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel che doveva rispondere di depistaggio. E a quattro anni per Domenico Catracchia per false informazioni al pubblico ministero.
2 agosto 1980
L’orologio alla stazione di Bologna ancora oggi è fermo alle 10:25 in ricordo delle vittime della strage. L’ora in cui una valigia abbandonata piena di tritolo e T4 esplose nella sala d’aspetto della seconda classe della stazione di Bologna, lasciando a terra 85 morti e 200 feriti. L’esplosione colpì in pieno il treno Ancona-Chiasso, in sosta sul primo binario e fece crollare una trentina di metri di pensilina, oltre alle strutture sopra alle sale d’attesa. La strage fu il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo Dopoguerra, al culmine della “strategia della tensione” iniziata 12 dicembre 1969 con la strage di piazza Fontana.
La città si trasformò in una gigantesca macchina di soccorso e assistenza. «Siamo di fronte alla impresa più criminale che sia avvenuta in Italia, la più grave attentato dell’Italia repubblicana» affermò Sandro Pertini, allora Presidente della Repubblica.

Una vicenda contorta
Si giunge a una sentenza definitiva di Cassazione solo il 23 novembre 1995, 15 anni dopo l’attentato. Sono condannati all’ergastolo come esecutori dell’attentato i neofascisti dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, che si sono sempre dichiarati innocenti. L’ex capo della P2 Licio Gelli, l’ex agente del SISMI Francesco Pazienza e gli ufficiali del servizio segreto militare Pietro Musumeci e Giuseppe Belmonte vennero invece condannati per il depistaggio delle indagini.
Un cerchio che si chiude
«Si chiude un cerchio: la strage è stata organizzata e finanziata dalla loggia massonica P2, protetta dai vertici dei servizi segreti italiani. Iscritti alla loggia P2 ed eseguita da terroristi fascisti. Questa è una cosa che adesso si può dire ufficialmente e tranquillamente» ha commentato Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna. «Questo è un processo che sicuramente non guarda soltanto alle stragi “classiche” fino agli anni ’80. Questa va oltre – sottolinea Bolognesi – Bellini è un uomo che ha lavorato con la ‘ndrangheta, con la mafia, e pertanto questo discorso delle stragi si proietta collegandole a quelle del ’92-’93. L’Associazione è servita anche per arrivare alla completa verità».