Maturità 2020 ti avessi presa prima: l’esame di stato durante la pandemia

Forse cambiati, certo un po’ diversi, ma con la voglia ancora di cambiare. Quest’anno chi sostiene che le canzoni siano solo canzoni, dovrà ricredersi: il verso della classica “Notte prima degli esami” di Venditti non è più solo una fila ordinata di parole e grazie tante. L’esame di stato del 2020 trova i nuovi maggiorenni cambiati, sicuramente in modi che le generazioni precedenti non possono capire. Il Covid-19 ha stravolto le carte sulla tavola del futuro senza avvisare e per tanti dei ragazzi italiani, il nuovo esame di maturità è soltanto la prima delle incognite riguardanti l’avvenire. Per qualcuno la pandemia è stata uno stravolgimento dei piani universitari o lavorativi, per qualcun altro un nemico antipatico della quotidianità fatta di corridoi sovraffollati e classi disordinate. A guardare l’Italia della notte prima degli esami, da nord a sud gli studenti sembrano tutti gli stessi. Qualcuno ha visto un paio di amici come da tradizione, qualcun altro invece è rimasto a casa in attesa della mattina dopo.

Tra loro c’è anche Fabiana, 18 anni e originaria di Reggio Calabria, studentessa al Liceo Scientifico “Leonardo Da Vinci”. Per lei, cultura e conoscenza sono principi cardine della società. «Studiare non è inutile! Solo attraverso questo è possibile avere idee e opinioni», scrive spesso nelle sue storie di Instagram. Scout, ballerina e amante di ogni forma d’arte, Fabiana ha anche un amore viscerale per la sua terra e il Sud Italia che difende strenuamente. «Forse fare il fuori sede passerà di moda», ci scrive quando le chiediamo della sua scelta universitaria. Nonostante la sua fermezza, anche Fabiana – come quasi tutti i suoi coetanei – ha paura del futuro. «Mai come quest’anno, la scelta universitaria è stata così difficile. Niente è più certo. E tuti stiamo tenendo conto della situazione Covid-19 che ancora è presente nel Settentrione. Tutto questo fa sì che io sia ancora in difficoltà nel prendere una decisione definitiva».

Il treno dell’ansia e dell’incertezza attraversa tutta Italia e dopo Reggio Calabria, si ferma ad Agropoli, in provincia di Salerno. Qui c’è Giulia, 18 anni e studentessa del Liceo Linguistico Alfonso Gatto. Testarda, estroversa e spigliata ha una passione per la musica e non nasconde di certo la sua difficoltà ad allontanarsi dalle sue abitudini. Per quanto lontane sia fisicamente che caratterialmente, anche Giulia come Fabiana non sa cosa il futuro le riserverà. «Sono certa che resterò vicino casa, ma ancora non so quale strada sceglierò. In questo avrebbe dovuto aiutarmi la scuola – ci racconta – però non mi è stata utile. Tutte le visite nelle università sono state in realtà delle gite dove nessuno ci ha fornito delle informazioni reali sui programmi di studi delle diverse facoltà».

Più risoluto e ottimista, Angelo – anche lui 18enne e originario di Pisa, iscritto al Liceo delle scienze umane G. Carducci – sceglie di non condividere il viaggio dell’ansia e dell’incertezza intrapreso dalle sue ‘colleghe’. Disinvolto, estroverso e amante dei motorini d’epoca, Angelo è molto legato al nonno che va a trovare ogni estate. Lui sa già cosa ne sarà della sua vita. «Il Covid non ha influenzato la mia scelta. Dopo il liceo imboccherò la strada dell’accademia militare».

Decisa e determinata, Vera, 18 anni da Treviso, studentessa del Liceo classico Antonio Canova, sogna di trovare un’occupazione nel mondo del giornalismo o dello sport. «L’epidemia non ha assolutamente influenzato le mie scelte universitarie – racconta-. Questi mesi me li sono presi per riflettere su me stessa ed ho trovato molti lati positivi del mio carattere che non avevo mai preso in considerazione. Ad oggi le idee sono ancora poco chiare però mi piacerebbe poter iniziare un percorso che mi porti a trovare un’occupazione in ambito giornalistico, o sportivo. Quasi sicuramente mi allontanerò da Treviso perché ho tanta voglia di viaggiare e scoprire nuove realtà».

Per potere accedere al mondo adulto, è necessario riuscire a superare l’ambita meta della maturità. Alcuni di noi ricordano ancora con ironia e malinconia i turbamenti e le apprensioni scatenate da quella prima grande prova. Altri, nonostante quelle notti insonni siano ancora vivide, cercano con tutte le loro forze, di dimenticarle. Ma tutti sanno cosa altri prima o dopo di loro hanno o avrebbero provato. Nessuno aveva immaginato che ci sarebbe stato qualcuno che avrebbe dovuto affrontare questo ostacolo nel pieno di una pandemia.

«In questo ultimo periodo ho sentito molti giudizi di ragazzi più giovani che ci ritenevano fortunati a poter svolgere in queste modalità l’esame – spiega ancora Vera -.Personalmente ritengo che la difficoltà sia maggiore rispetto agli anni scorsi perché, oltre ad aver saputo all’ultimo minuto le modalità in cui si sarebbe svolto, in questi mesi di quarantena l’aspetto psicologico è stato molto sottovalutato. Non tutti viviamo climi positivi a casa, e studiare per diversi non è stata la prima preoccupazione. Molti genitori hanno perso il lavoro e soprattutto molte famiglie hanno perso i loro cari, per questo siamo sicuramente svantaggiati».

Esame di stato: le nuove modalità

Sono circa 13mila le commissioni d’esame che valuteranno i ragazzi in tutta Italia. Ognuna è composta da 6 membri interni e un presidente esterno. Per quest’anno è previsto solo un colloquio orale che è però diviso in cinque fasi per una durata complessiva di cinquanta minuti.  Gli studenti hanno già dovuto fornire alcuni materiali quali un elaborato di indirizzo e la relazione sull’alternanza scuola-lavoro.

Nella prima fase del colloquio, il candidato deve discutere il suo elaborato su un argomento delle materie di indirizzo, che sono le stesse individuate dal MIUR per la seconda prova. Subito dopo si passa all’analisi di un breve testo di letteratura italiana già oggetto di studio durante il quinto anno. La scelta del testo non è ovviamente concordata con lo studente, come invece molti dei maturandi del 2020 avevano sperato. Si tratta infatti di una scelta compiuta dalla commissione sulla base del programma di studi stilato ben prima dell’esame, nel Documento del 30 Maggio 2020. Dunque la discussione sarà come sempre a sorpresa, sempre però circoscritta agli argomenti oggetto delle lezioni dell’ultimo anno di liceo.

Il terzo atto è forse il più temuto: una discussione interdisciplinare su un argomento assegnato dalla commissione. Le domande svincolate da qualunque percorso scelto come “tesina” sono il vero Voldemort del maturando e valgono dieci punti sul totale. A queste segue la relazione sull’alternanza scuola-lavoro ed è questo il momento che gli studenti sono pronti ad affrontare con maggiore serenità. Stessa tranquillità suscita l’ultimo step prima dell’ambito diploma, ossia l’interrogazione sulle attività di Cittadinanza e costituzione.

Dall’altra parte della cattedra: le paure dei ragazzi

«Delle nuove modalità mi fa paura tutto – ci racconta Giulia – anche il nuovo approccio con i professori: non possiamo stringerci la mano, non ci sono state spiegate a due giorni dalla prova alcuni dettagli della nuova modalità e le lezioni online non ci hanno aiutato nella preparazione: è stato come se le interrogazioni online fossero solo un modo per tenerci impegnati la mattina». Più fortunata Fabiana, che grazie ai professori affronterà con un po’ più di serenità la maturità. «Probabilmente senza lezioni online non avremmo mai potuto prepararci per il maxi-orale. Personalmente ritengo di essere stata fortunata. I miei professori sono stati tutti disponibili sin da subito, e mi dispiace di dover sentire miei coetanei dire che i loro insegnanti non si sono preoccupati di aiutarli». Una sorte condivisa anche da Angelo, che però non nasconde i suoi timori. «Mi fa paura il colloquio interdisciplinare, è impossibile studiare tutto il programma che avremmo dovuto affrontare quest’anno. Speravo che ci fornissero dei collegamenti sulle materie di indirizzo, nel mio caso diritto, economia e scienze umane. Le lezioni online ci sono state utili perché comunque sono i professori a fare la differenza e in questo siamo stati fortunati. Non credo che l’esame sarà più difficile, però provoca molta ansia come prova perché non la conosciamo bene».

«Dal mio punto di vista queste lezioni sono state utili tanto quanto quelle fatte in presenza durante i mesi trascorsi a scuola – dice invece Vera, più positiva dei suoi coetanei dal resto d’Italia-. Sicuramente le difficoltà iniziali nel riuscire a trovare un metodo di lavoro e saperlo gestire in modo efficace sono state tante, però dopo qualche settimana è diventata una normale routine. Tuttavia il carico di lavoro era davvero tanto, e molto spesso i professori spingevano sull’acceleratore con il programma, mentre noi avevamo bisogno di più tempo per riflettere su questa nuova dimensione in cui siamo stati catapultati».

L’impegno delle scuole

La maturità 2020 è una sfida per studenti, professori e personale. Adeguare le strutture e le disposizioni di sanificazione e prevenzione, non è stato semplice. Alcuni si sono fatti trovare pronti e fin dall’inizio della pandemia hanno provato a rispondere con tempestività all’emergenza sanitaria. Tra loro, la preside della scuola di Fabiana, Giuseppina Princi. «Abbiamo recepito il protocollo del comitato tecnico scientifico pubblicato dall’Inail. Abbiamo comprato i dispenser da mettere nelle aree strategiche, previsto che ogni commissione avesse a disposizione due aule, una per esame e una per operazioni amministrative. Tra i banchi ci saranno due metri di distanza e una commissione più un collaboratore scolastico che farà da tramite tra amministrazione e commissione per evitare che si faccia assembramento. Gli ingressi non coincidono con le uscite. Sarà previsto anche un collegamento in streaming per i ragazzi che saranno a casa e vogliono comunque assistere all’esame. Ovviamente dobbiamo provvedere a pulizie costanti, disinfettare le postazioni e i locali. Nella mia scuola c’è una segnaletica con tanto di planimetrie per evitare che non si capisca dove andare. Ho, inoltre, già comprato 1000 mascherine che fornirò ogni giorno al commissario e alla commissione. Cercheremo di garantire il diritto alla salute e di far sì che l’esame venga ricordato con serenità».

 

 

Gabriella Mazzeo

24 anni, giornalista praticante. Attualmente scrivo per MasterX, prossimamente scriverò per qualsiasi testata troverete in edicola. Per ora intaso il vostro internet, fra diversi anni forse anche le vostre tv. Nel dubbio, teniamoci in contatto

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