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Sanremo 2025, 65,3% di share per la prima serata

Debutto tutto sommato convincente per Sanremo 2025. Carlo Conti porta in scena un festival conservatore, cauto, senza polemiche e gossip (nonostante le premesse burrascose per alcuni concorrenti, vedi Fedez e Lauro).

Tanto spazio ai 29 cantanti in gara, sfilati uno dopo l’altro senza intoppi in una conduzione lineare (Gerry Scotti fa Gerry Scotti e Antonella Clerici fa Antonella Clerici). A fine serata, per la giuria stampa web e tv, i primi cinque in ordine sparso sono Brunori Sas, Cristicchi, Achille Lauro, Giorgia e Lucio Corsi.

Sorpresa per l’intervento video di Papa Francesco subito dopo il duetto tra l’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad sulle note di Imagine di John Lennon. Apprezzatissimo il one man show di Jovanotti con un medley di pezzi vecchi e nuovi. Il tutto, per il 65,3% di share, 12,6 milioni di spettatori.

I cantanti in gara

Sono i primi cinque in ordine sparso i protagonisti della prima serata. Brunori Sas, all’esordio sul palco dell’Ariston, si presenta con L’Albero delle Noci. Chitarra in braccio, completo marrone e chiari echi de gregoriani. Una ballata nello stile del cantautore calabrese che sembra convincere anche il pubblico. Si candida a essere uno dei nomi chiave di questa edizione.

Conquista, invece, la standing ovation della platea Simone Cristicchi, ormai uno dei veterani del festival. La sua Quando sarai piccola è dedicata alla madre. «Se ti chiederai il perché di quell’anello al dito, ti dirò di mio padre, ovvero tuo marito». Figli che diventano genitori per i genitori. Toccante e attuale. Sarà facile riconoscersi per tante persone.

Apprezzatissimo anche Achille Lauro. Incoscienti Giovani è una ballata romantica, un po’ in stile Vasco un po’ Tananai delle ultime edizioni. Il tutto con una sprizzata di romanità, ormai tratto distintivo del cantante. Romanità che torna anche con Tony Effe. L’ex Dark Polo Gang stupisce o, forse, delude. Si presenta senza tatuaggi, coperti dal trucco, con uno simil-stornello alla Califano con citazione di Gabriella Ferri (se canti Sinno me moro il paragone è d’obbligo).

Per ogni Tony Effe c’è un Fedez. Il paragone tra i due per questioni fuori dagli spartiti è uno dei mantra dell’ultimo anno. Il rapper milanese era uno dei più attesi e alla fine ne è uscito bene. Con Battito torna a rappare. Lenti a contatto nere ma occhi chiusi quando canta. L’esibizione è intensa e sentita. Per gli appassionati di gossip è divertente immaginarsi il viso di una ragazza in particolare in mezzo a vari nomi di medicinali.

Lucio Corsi si presenta con Volevo essere un duro. Lo stile è il suo preferito, quello di un David Bowie della maremma. Trucco bianco, giacca di pelle gialla. Prima suona il pianoforte e poi la chitarra. La canzone è autentica e originale. Si parla di crescita, di modelli, di aspirazioni. Voleva essere un duro ma invece non è «altro che Lucio». Ma va benissimo così.

Dalla lista dei papabili vincitori, invece,  non può essere esclusa Giorgia. La canzone si intitola La cura per me, scritta, tra gli altri, anche da Blanco. C’è già chi parla di una somiglianza un po’ troppo accentuata con La sera dei miracoli di Lucio Dalla. Fatto sta che la cantante fa la sua bella figura. Impeccabile nell’esibizione e moderna nella scelta del pezzo.

Una squadra d’esperienza

Conduzione con l’orologio in mano quella di Carlo Conti, che non perde neanche un minuto e, anzi, riesce a finire in anticipo sulla scaletta della serata. La sua è una direzione da gran professionista, ordinata e familiare, che bilancia le emozioni senza concedersi neanche l’ombra di un eccesso. Una sobrietà che si annuncia come il marchio di fabbrica di questa 75esima edizione: un Sanremo “in giacca e cravatta”, in bilico tra le polemiche e le critiche che ogni edizione porta con sé, ma che questa volta sono particolarmente attese in virtù della partecipazione di personaggi come Fedez e Tony Effe.

Gerry Scotti, Antonella Clerici e Carlo Conti.

Al fianco di Conti, i co-conduttori della prima sera sono Gerry Scotti e Antonella Clerici. Il primo, Sanremo non l’ha mai condotto e all’inizio stenta a incastrarsi con il collega. Forse per carattere, forse per voglia di mettersi in mostra, forse solo per l’euforia di trovarsi su un palco emozionante anche per chi ha una carriera lunga come la sua. Più a suo agio la Clerici, che ha già fatto gli onori di casa (nel 2010) e in questa edizione può serenamente fare la spalla, prestandosi alle battute sui suoi abiti paillettati.

Pur con le loro differenze, il trio funziona. Anche nel pestarsi bonariamente i piedi, come nei siparietti dove il neutralissimo Conti riprende Scotti per i suoi commenti sugli artisti in gara. Per il resto, i due co-conduttori mostrano tutta la loro gratitudine alla Rai e rivolgono pensieri al duo Amadeus-Fiorello, padroni di casa nelle ultime edizioni. A garantire la concordia e il buon andamento del Festival, però, quasi come un intercessore, è un quarto collega, Fabrizio Frizzi, ricordato in un breve momento che i tre sul palco vivono con rispetto, commozione e sincera amicizia.

L’invito alla pace

Frizzi non è l’unico ospite in contumacia. Carlo Conti sceglie di aprire l’edizione 2025 facendo ascoltare una frase e un brano del compositore Ezio Bosso, scomparso nel 2020, ospite nel 2016 del Festival condotto dallo stesso Conti. Ancora più inatteso un altro contributo: in un video registrato, papa Francesco, su invito del direttore artistico, ha raggiunto Sanremo e il pubblico italiano con un messaggio di pace. Nell’elogiare il valore della musica, il pensiero del pontefice è andato ai bambini che vivono in zone di conflitto: «La guerra è sempre una sconfitta», ha insistito.

Ad ascoltare le parole del Santo Padre, sul palco con Conti c’erano l’israeliana Noa e la palestinese Mira Awad. Le due artiste si sono poi esibite in una versione di Imagine di John Lennon cantata in tre lingue: ebraico, arabo e inglese. La standing ovation finale ha sancito l’apprezzamento del pubblico dell’Ariston per quello che era uno dei momenti più attesi della serata.

La cantante israeliana Noa e la cantante palestinese Mira Awad sul palco dell’Ariston.
Lo show di Jovanotti

Il ruolo di super ospite musicale per questa prima serata è andato a Jovanotti. Reduce dal rovinoso incidente che per un anno e mezzo lo ha tenuto lontano dalle scene, il cantautore toscano ha cominciato la sua performance all’esterno del teatro, accompagnato da batteristi, ballerini di Bhangra e un suonatore di sitar.

Accolto trionfalmente all’Ariston, Jovanotti ha proposto un medley composto da L’ombelico del mondo, Il più grande spettacolo dopo il Big Bang, I Love You Baby, Fuorionda, A te e l’ultimo singolo Un mondo a parte. Dopo aver terminato di cantare, “Jova” non ha lasciato subito il palco. Raggiunto dal campione di salto in alto Gianmarco Tamberi (che ha annunciato la sua partecipazione alle Olimpiadi di Los Angeles 2028), il cantante ha dedicato un monologo al corpo umano, titolo e tema del suo ultimo album. In chiusura, la terza commemorazione della serata, quella di Sammy Basso, ospite del Festival nel 2015 e grandissimo fan di Jovanotti.

Ettore Saladini

Laureato in Relazioni Internazionali e Sicurezza alla LUISS di Roma con un semestre in Israele alla Reichman University (Tel Aviv). Mi interesso di politica estera, politica interna e cultura. Nel mio Gotha ci sono gli Strokes, Calcutta, Martin Eden, Conrad, Moshe Dayan, Jung e Wes Anderson.

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