Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi, indetta dalle Nazioni Unite, ha definito l’utilizzo di mine anti-uomo e ordigni speciali «un crimine contro l’umanità». Il tutto soltanto un giorno dopo l’orrore di Bucha, in Ucraina.
Nel messaggio inviato alla Presidente della Campagna Italiana contro le mine Onlus, Santina Bianchini, Mattarella ha definito ogni guerra «disumana» e ha aggiunto che durante i conflitti «si possono assumere decisioni tanto crudeli da travalicare ogni limite di orrore. Disseminare il terreno di mine anti-uomo, che hanno come scopo quello di terrorizzare la popolazione e provocare stragi di cittadini inermi, è una di queste e costituisce un crimine contro l’umanità che si aggiunge alle responsabilità del conflitto».
NASCITA DEL CONCETTO ‘CRIMINE CONTRO L’UMANITA’
L’espressione «crimine contro l’umanità» fu usata per la prima volta nel 1915, quando tre potenze europee, Francia, Regno Unito e Russia, concordarono la stesura di una dichiarazione di condanna di quello che divenne universalmente noto come genocidio armeno.
I crimini contro l’umanità, come quelli di guerra, di genocidio e di aggressione, rientrano tra i crimini internazionali. Si tratta di atti gravemente lesivi dei valori su cui si fonda la comunità internazionale, volti a diffondere il terrore tra la popolazione civile, sia durante un conflitto armato che in tempo di pace. Essi comportano la responsabilità penale degli individui che ne sono autori, secondo il diritto internazionale.
Nel corso della storia, numerose sono state le persone accusate di questi reati, ritenuti i più gravi e orrendi perpetrabili dall’uomo. Questa accusa è stata mossa contro i gerarchi del nazismo, Stalin, Mao Zedong, l’ex presidente jugoslavo Milošević, Saddam Hussein e altri capi di Stato, spesso alla guida di dittature militari, teocratiche, comuniste, imperialiste o staliniste.
I crimini contro l’umanità sono uno degli oggetti di giudizio della Corte penale internazionale che ha sede a L’Aia e che opera nei termini previsti dallo Statuto di Roma.
LA SENSIBILIZZAZIONE SUL PROBLEMA DELLE MINE
Anche se le mine anti-uomo sono al bando dal 1999, continuano ad esplodere, uccidere e mutilare migliaia di persone. Secondo l’ultimo rapporto Landmine Monitor 2020, sono 60 i Paesi contaminati da questi ordigni, inclusi 33 Stati firmatari del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine.
Inoltre, nel 2020, l’emergenza COVID-19 ha causato anche la sospensione delle attività di bonifica e di educazione al rischio in diversi Paesi e aree, esponendo ancora di più i civili al pericolo delle mine e degli ordigni bellici inesplosi. La Giornata Internazionale per la sensibilizzazione sul problema delle mine, voluta dalle Nazioni Unite, punta a combattere questo flagello che causa ogni anno, in tutto il mondo migliaia di vittime, in grandissima parte civili, anche a distanza di tanti anni dalla fine dei conflitti.
Nell’ultimo anno, in Siria, 3.000 bambini e bambine sono rimasti feriti o uccisi da mine, spesso mentre giocavano in zone residenziali e, secondo la bozza dell’Humanitarian Needs Overview del 2020, sempre in Siria, oltre 11,5 milioni di persone vivono in comunità contaminate da ordigni inesplosi.
«Questa giornata – conclude il Presidente Mattarella – è un’occasione preziosa per sensibilizzare i cittadini e le comunità contro la fabbricazione e l’uso di questi strumenti di morte particolarmente odiosi e subdoli, e adoperati, tuttavia, nonostante siano banditi da convenzioni e trattati».