Omicidio Kuciak, tre italiani arrestati: presunti legami con la ‘ndrangheta

Arrestato un imprenditore italiano, Antonio Vadalà, per l’uccisione del giornalista investigativo Jan Kuciak. A riportarlo il quotidiano slovacco Korzar. La polizia ha fatto irruzione negli appartamenti dell’italiano a Michalovce ed a  Trebisov, nell’est del Paese. Incarcerati insieme a lui anche il fratello Bruno ed il cugino, Pietro Catroppa. Vadalà sarebbe legato alla ‘ndrangheta.

Kuciak, ucciso in casa assieme alla fidanzata, Martina Kusnirova, era noto per le sue indagini sulla corruzione per conto del portale di notizie «Aktuality.sk». Da tempo il reporter stava lavorando sugli affari della ‘ndrangheta calabrese in Slovacchia e sul coinvolgimento di politici vicini al primo ministro slovacco, Robert Fico. Proprio i presunti legami tra la famiglia Vadalà e la ‘ndrangheta  sarebbero stati il movente dell’omicidio.

Ha immediatamente lasciato il proprio incarico, il ministro della Cultura slovacco, Marek Madaric, (Smer, Democratici sociali): «Il ministero della Cultura è il dicastero più vicino ai media. Dopo quello che è successo, non riesco ad immaginare di rimanere in carica come ministro. La mia decisione è legata all’assassinio del giornalista». Ma non è stato il solo. A seguire l’esempio di Madaric anche l’assistente del premier Fico, Maria Troskova ed il segretario del Consiglio di sicurezza, Viliam Jasan, che precisano così: «Collegare i nostri nomi ad un atto deprecabile (l’assassinio di Kuciak) come fanno alcuni media o politici è assurdo –  scrivono in una nota congiunta – Di fronte alla strumentalizzazione dei nostri nomi, nella lotta politica contro il premier Robert Fico, abbiamo deciso di lasciare i nostri posti all’ ufficio del governo fino alla conclusione delle indagini».

I due erano, infatti, finiti nell’inchiesta per la loro vicinanza all’imprenditore italiano che farebbe parte – scriveva Kuciak – dell’orbita ’ndranghetista. Quattro le famiglie finite nel mirino del giornalista e tutte ritenute collegate alla criminalità calabrese con affari nei settori dell’agricoltura, del fotovoltaico, del biogas e dell’immobiliare. Sempre secondo Kuciak, i clan hanno in Slovacchia decine di società che sfruttano milioni di euro provenienti da fondi europei.

«Non potete connettere le persone con un assassinio premeditato senza presentare una prova rilevante», aveva detto lo stesso premier riferendosi ai suoi collaboratori, mentre si lasciava fotografare con 1 milione di euro, ricompensa promessa dal governo per chi fornirà informazioni utili a trovare l’omicida. Questo però non basta all’opposizione che chiede le dimissioni del ministro dell’Interno, Robert Kalinak e del capo della polizia Tibor Gaspar, al fine di garantire trasparenza alle indagini.     (cs)

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