Elezioni in Slovacchia: vince il partito filo-russo di Fico

L’ex premier social-populista Robert Fico, vicino a posizioni russofile, ha vinto le elezioni parlamentari in Slovacchia. Sabato 30 settembre si è votato per cambiare il governo nel piccolo Paese dell’Unione Europea con 5,5 milioni di abitanti.

Il partito populista di ispirazione socialista SMER ha ottenuto il 23,4% dei voti. Secondo il partito liberale e centrista Slovacchia Progressista, arrivato al 17%, guidato dal liberale pro Occidente e pro Europa, Michal Simecka.

Le alleanze di governo

Questo è il quarto governo di Fico, dopo essere stato già primo ministro tra il 2006 e il 2010 e tra il 2012 e il 2018. Il Parlamento monocamerale di Bratislava, capitale del piccolo Stato situato tra il Danubio e i Carpazi, conta 150 seggi: il partito vincitore Smer è destinato a conquistare 42 seggi elettorali e avrà quindi bisogno dei partner di coalizione per ottenere la maggioranza e formare un governo. Fico potrebbe ricevere il sostegno di HLAS, il partito dell’ex primo ministro Peter Pellegrini, moderato filo-europeo, arrivato terzo alle elezioni, con il 15% dei voti. L’altro potenziale alleato potrebbe essere il Partito Nazionale Slovacco (SNS).

Michal Simecka, leader di Progressive Slovakia

 

Il nuovo Orban

«Dobbiamo dire al mondo intero che la libertà viene dall’est, la guerra viene sempre dall’ovest», dichiarava Fico qualche tempo fa, sottolineando le sue posizioni vicine alla Russia di Putin. Con la sua vittoria, si teme che la Slovacchia possa diventare un’altra Ungheria del sovranista Viktor Orban, entusiasta della nuova guida nel Paese confinante. Ungheria che è l’unico Paese Ue esplicitamente ostile a sostenere l’Ucraina nella guerra, con armi, sussidi e legittimazione politica. La vittoria di Fico ha una conseguenza immediata: la creazione di un blocco anti-ucraino nelle istituzioni europee.

Robert Fico incarna il classico leader filo-putiniano e anti-atlantista di questo secolo, caratterizzato dall’ostilità vero Bruxelles e l’Europa, il disprezzo verso gli ucraini che definisce «nazisti che uccidono civili nel Donbass», l’odio verso i media, gli scandali legati all’uso personale dei soldi pubblici, le accuse alla Nato e all’America. Anche le sue idee sui migranti sono allineate con il resto della sua ideologia: «sarà usata la forza per proteggere il nostro Paese dai migranti e saranno adottate subito misure per la ripresa dei controlli alla frontiera con l’Ungheria», ha dichiarato.

Chissà se cambierà adesso la politica estera in un Paese che nell’aprile 2022 era il primo Paese a donare sistemi di difesa aerea all’esercito ucraino.

 

L’ombra di Kuciak
Il giornalista Jan Kuciak

L’ultima volta che Fico è stato premier è stato nel 2018 quando fu costretto a dimettersi a causa di forti manifestazioni di piazza per l’omicidio del giovane giornalista slovacco Jan Kuciak del sito online Aktuality. L’esecutore materiale del delitto è stato trovato: un ex soldato slovacco, ma il processo sui mandanti è ancora in corso.

Kuciak stava indagando sui presunti legami tra la criminalità organizzata italiana e alcune persone molto vicine proprio a Fico, oltre a svolgere indagini sui vari scandali di corruzione legati a Smer, il partito adesso vincitore.

 

Il forte legame con la Russia

La Slovacchia non ha mai fatto parte dell’Unione Sovietica ma è sempre stata molto vicina alle posizioni filorusse. Fino al 1991, quando era ancora unita alla Repubblica Ceca nella Cecoslovacchia, era nel Patto di Varsavia, l’alleanza militare dei Paesi guidati da un regime comunista allineato all’URSS. Nel 1944 l’Unione Sovietica ha dato man forte alla resistenza slovacca contro l’occupazione nazista. Da allora, i rapporti con la Russia sono rimasti molto forti. Ancora oggi più della metà degli slovacchi parla fluentemente il russo.

Disinformazione e fake news dominano le elezioni

Un altro vincitore delle elezioni, che dà molta preoccupazione, è la disinformazione dilagante pro Mosca: fake news e video falsi sono stati pubblicati sui social media slovacchi. Oltre 365 mila articoli di disinformazione e discorsi d’odio verso l’Ucraina sono stati postati nelle prime due settimane di settembre, in piena campagna elettorale.

Fake news

Coloro che li hanno pubblicati sono soprattutto nostalgici dell’era comunista e chi è rimasto deluso dalla democrazia. Zelensky viene dipinto come un «nazista corrotto che fa uso di droghe»: solo il 31% della popolazione slovacca lo percepisce come una figura positiva. A testimoniare tutto ciò, l’esistenza di video realizzati con l’intelligenza artificiale.

A causa dei suoi stretti legami con la Russia, la Slovacchia è uno dei Paesi più vulnerabili a credere alle fake news diffuse dalla propaganda russa.

 

Giulia Zamponi

Toscana, classe 1990, sono approdata a Milano per inseguire il mio sogno: il giornalismo. All’Università di Pisa mi sono laureata in Informatica Umanistica, dove ho imparato a trattare i contenuti culturali in forma digitale e a comunicarli attraverso le varie piattaforme web. Sono una giornalista pubblicista e ho collaborato con “Il Tirreno”: la prima volta che sono entrata in una redazione mi sono resa conto che non sarei mai più voluta uscire. Adesso giornalista praticante per MasterX. Mi interesso principalmente di esteri e di criminologia: mi piace analizzare ogni particolare di una situazione e indagare sugli aspetti più nascosti della realtà. Sono un’anima solare, sensibile e determinata. Amo l’intensità dei tramonti, gli intricati thriller di Joel Dicker ed il rumore delle onde del mare.

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