La fondazione di beneficenza di Amazon ha donato più di 40 mila dollari a organizzazioni no vax

AmazonSmile – il programma di beneficenza di Amazon – nel 2020 ha destinato più di 40 mila dollari a gruppi no vax. Lo rivelano due analisi separate di Popular Information e del Washington Post, poi raccolte dal quotidiano britannico Guardian.  «È davvero scioccante» ha commentato Peter Hotez, preside della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine. Negli Stati Uniti sono infatti 150 mila le persone non vaccinate.

Il programma

Sono più di 1 milione le organizzazioni no profit registrate al programma AmazonSmile. Da regolamento non devono «impegnarsi, supportare, incoraggiare o promuovere attività illegali, ingannevoli o fuorvianti». I gruppi terroristici e che supportano l’odio in teoria sono banditi. In passato però – secondo le fonti del Guardian – l’associazione benefica avrebbe anche finanziato gruppi anti-LGBTQ. E non finisce qui.

L’anno scorso Amazon ha donato più di 60 milioni di dollari – circa lo 0,5% dei suoi guadagni – a organizzazioni no profit. Almeno una dozzina di queste però sono accusate di fare propaganda attiva contro la vaccinazione da Covid 19. Le donazioni – secondo Hotez – legittimano i gruppi anti-vaccino e le loro tesi. «Al di là dei soldi, ha molto potere perché un’organizzazione potente li sta essenzialmente approvando».

Le organizzazioni

Il National Vaccine Information Center – uno dei principali promotori di disinformazione – ha ricevuto più di 41 mila dollari nel corso di diversi anni, secondo un volontario anonimo. Nel 2020, la sola Amazon ha dato loro quasi 13 mila dollari, riporta il Washington Post. Children’s Health Defense – capitanata da Robert F Kennedy Jr, popolare anche nelle manifestazioni no vax italiane  – ha ricevuto circa 11 mila dollari. Physicians for Informed Consent quasi 4 mila e Informed Consent Action Network poco meno di 3 mila.

Già nel 2019 però – riferisce il Guardian – tra i beneficiari dei fondi c’erano alcuni gruppi scettici sulle immunizzazioni. Aveva poi destato scalpore il programma “influencer”: consentiva infatti a chi aveva un seguito significativo sui social – tra cui alcuni attivisti anti-vaccino e cospirazionisti – di guadagnare commissioni sui prodotti che raccomandavano. Amazon è rimasta così l’unico partner a ospitare importanti no vaxxer, dopo che erano stati banditi da altre piattaforme.

Non solo beneficenza

L’algoritmo di Amazon inoltre – secondo un rapporto sulla disinformazione negli e-commerce di due ricercatori dell’Università di Washington, Prerna Juneja e Tanu Mitra – promuove attivamente le informazioni anti vaccino e complottistiche. Cercando sull’e-commerce online la parola “vaccino” i libri contro i vaccini sono il terzo e il sesto risultato. Nella ricerca di “Covid” invece compare come seconda scelta un libro di teoria. Molti di questi volumi sono venduti dall’azienda stessa, non da terze parti. La piattaforma è anche la prima per commercio per magliette anti-vax, integratori a base di erbe e altri prodotti. Durante l’estate, i clienti hanno pubblicato recensioni sull’ivermectina come potenziale trattamento per Covid. Questo nonostante i ripetuti avvertimenti delle agenzie di sanità pubblica . Gli autori e i rivenditori possono poi pagare per avere i loro contenuti posizionati in evidenza.

La risposta

«Rispettiamo il fatto che i nostri clienti desiderino accedere a un’ampia varietà di punti di vista sull’argomento – ha fatto sapere un portavoce di Amazon sulla questione – motivo per cui continuiamo a tenere in elenco i libri in questione – cioè con teorie anti immunizzazione – e a includere questi enti di beneficenza nell’elenco delle organizzazioni tra cui i clienti possono scegliere come parte di AmazonSmile». L’impatto delle azioni dell’azienda sulla salute pubblica però è inimmaginabile, secondo Peter Hotez. L’e-commerce – in quanto tale – non ha regolamenti sulla disinformazione come le principali piattaforme online come Google, Twitter e Facebook.

Giorgia Colucci

Classe 1998, vivo tra Varese e Milano, ma mi appassiona il mondo. Curiosa su tutto, scrivo di ambiente, di diritti e di casa mia su Il Fatto Quotidiano.it. Oltre a collaborare con Master X, parlo di rock ai microfoni di Radio IULM e di Europa a quelli di Europhonica. Per non farmi mancare niente, anche di cinema su Recencinema.it. Nel 2018 ho pubblicato "Vorrei mettere il mondo in carta", una raccolta di poesie per I Quaderni del bardo Edizioni

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