Stellantis cambia il proprio vertice. Carlos Tavares si è dimesso dalla carica di amministratore delegato domenica con effetto immediato, decisione accettata dal consiglio di amministrazione dell’azienda. John Elkann subentra ad interim nelle sue funzioni, mentre il cda è già alla ricerca di un sostituto da nominare entro gennaio 2025.
Le dimissioni anticipate
Le dimissioni arrivano dopo un periodo di tensione tra manager e cda. Le cause sarebbero visioni strategiche differenti per il futuro dell’azienda. L’andamento delle vendite in America, i malumori tra i piani alti dell’azienda, e le critiche politiche e sindacali hanno anche portato a rapporti più tesi. Tavares si era sempre opposto alla rivoluzione elettrica definendola anche una «pistola puntata alla tempia per l’industria dell’auto».
Il portoghese, da quattro anni, era alla guida del colosso dell’automotive nato dalla fusione di FCA e PSA. Da sempre considerato uomo duro, con una grandissima esperienza nel settore automobilistico e dotato di spregiudicatezza. La sua durezza e abilità nel tagliare i costi è stata dimostrata ampiamente in questi anni al comando della società. Ciò che è stato più criticato dagli analisti al super manager è stata la lentezza nel perseguire gli obiettivi aziendali nell’elettrificazione.
Il presidente di Exor, John Elkann, ha riferito alla stampa la sua volontà di continuare la strategia d’azione dell’azienda per tutelare gli interessi di Stellantis e dei suoi azionisti.
Opinioni politiche
Tra le forze politiche cresce l’ottimismo per un cambio di rotta aziendale. Per i sindacati le dimissioni di Tavares rappresentano un «momento di svolta». Le associazioni dei lavoratori chiedono a Stellantis di allontanarsi dalle azioni del passato per quanto riguarda impegni occupazionali, industriali e di produzione in Italia.
Polemiche dalla Lega che chiede «quanto prenderà Carlos Tavares come “premio” economico dopo la sua disastrosa gestione». Dall’opposizione la voce che domina è quella di preoccupazione per il futuro degli impianti di produzione e dei lavoratori. Voce comune tra maggioranza e opposizione per un nuovo invito a parlare in Parlamento per John Elkann. Un mese fa Elkann aveva declinato l’invito affermando di riporre piena fiducia nelle dichiarazioni di Tavares, ma l’accoglimento delle dimissioni per divergenze strategiche solleva nuovi interrogativi.
A cura di Andrea Pagani