World Economic Forum 2021, tra Covid e ripresa la Cina è protagonista

La settimana di Davos sta entrando nel vivo. Quest’anno il Covid-19 ha costretto i leader della politica e dell’economia mondiale a riunirsi in streaming, al posto che tra le montagne della Svizzera. Ma, anche in questa formula virtuale, dal 24 al 29 gennaio 2021 la cinquantunesima edizione del World Economic Forum, continuerà a dettare l’indirizzo dell’agenda globale.

Come è facile immaginare, la grande protagonista di tutti gli interventi è stata e sarà la pandemia di Coronavirus. La risposta sanitaria ed economica è al centro dei pensieri di tutti i capi delle organizzazioni internazionali, dei governi del G20, oltre dei più di 500 rappresentanti dell’industria privata. Spazio però anche al cambiamento climatico e alle sfide alla digitalizzazione.

Xi Jinping: l’invito al multilateralismo e l’attacco velato agli Usa

Anche in quest’edizione il presidente cinese Xi Jinping ha fatto discutere. Nel suo special adress di lunedì – uno dei 15 discorsi tenuti dalle personalità politiche più in vista – ha lanciato un appello al “multilateralismo” e alla coordinazione globale, in vista di una ripresa economica “assai agitata”.

Ha poi denunciato a più riprese i pericoli dell’isolazionismo e delle “piccole cerchie di paesi amici”, che, imponendo dazi e sanzioni, porterebbero alla divisione. Si è trattato di una frecciatina, neanche troppo velato, agli Stati Uniti di Joe Biden. Il neoeletto presidente americano non ha infatti lasciato trapelare l’intenzione di mutare la linea dura del suo predecessore, Donald Trump.

Questo non ha però scoraggiato l’Unione Europea dal sottoscrivere un’importante trattato di cooperazione economica con Pechino. Anche se, come dichiarato dal ministro tedesco, Peter Altmaier al Forum le condizioni non sono troppo diverse da quelle che legano Bruxelles a Washington.

Questioni aperte e l’intervento di Anthony Fauci

Il ribadire gli impegni sul clima, annunciati all’Onu a fine 2020, e nella lotta al Covid-19 non ha distolto l’attenzione dal silenzio su molte questioni controverse che riguardano la Cina. Prime fra tutte le incursioni aeree su Taiwan, che hanno preoccupato il mondo nei giorni precedenti al World Economic Forum, gli scontri ad Hong Kong e l’accusa di genocidio verso la popolazione musulmana e turcofona dello Xinjiang.

Nemmeno le responsabilità di Pechino nella diffusione del Coronavirus sono passate inosservate. L’immunologo americano Anthony Fauci ha rinfacciato al governo di Xi una mancanza di trasparenza nelle prime fasi della pandemia. «Siamo davanti a una grande scatola nera» ha dichiarato a proposito dell’assenza di informazioni sul virus.

Unione Europea, un bilancio sul clima e sulla ripresa

Sulla ripresa si è invece concentrata la presidente della BCE, Christine Lagarde in questo World Economic Forum. L’incertezza riguardo alla distribuzione del vaccino sta causando un’iniziale empasse per l’economia europea, ma è necessario valorizzare i passi in avanti in materia di digitalizzazione. L’aumento del 20% del lavoro da casa sta avendo un impatto positivo in diversi settori, secondo la francese.

Punta invece sulla necessità di un’azione netta contro il cambiamento climatico, Ursula Von Der Leyen. «Dobbiamo imparare dalla crisi» ha dichiarato la leader della Commissione europea nel suo special adress di martedì. La ripresa dovrà sicuramente essere accompagnata da uno sviluppo più sostenibile, garantito dalla collaborazione internazionale e da quella tra gli organi pubblici e il settore privato.

Giorgia Colucci

Classe 1998, vivo tra Varese e Milano, ma mi appassiona il mondo. Curiosa su tutto, scrivo di ambiente, di diritti e di casa mia su Il Fatto Quotidiano.it. Oltre a collaborare con Master X, parlo di rock ai microfoni di Radio IULM e di Europa a quelli di Europhonica. Per non farmi mancare niente, anche di cinema su Recencinema.it. Nel 2018 ho pubblicato "Vorrei mettere il mondo in carta", una raccolta di poesie per I Quaderni del bardo Edizioni

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