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LA MAIL DI MUSK AI DIPENDENTI FEDERALI, MA L’FBI SI RIBELLA

«Cosa hai fatto la scorsa settimana?». È questo l’oggetto della mail che l’Ufficio di gestione del personale americano ha mandato a circa 2,3 milioni di dipendenti delle agenzie federali USA. Si tratta dell’ultima trovata di Elon Musk, nuovo capo del Dipartimento dell’Efficienza Governativa americana (Doge), che ha suscitato non poche polemiche.

LA MAIL CONTROVERSA

Ha alzato un polverone la mail che chiedeva ai dipendenti federali di elencare le cinque cose realizzate al lavoro nella scorsa settimana. La risposta, che deve avere in copia il proprio manager, è richiesta entro le 23.59 del 24 febbraio, altrimenti si rischia di rimanere senza lavoro. Infatti, come ha scritto Musk sul social X, un mancato responso equivarrebbe a «presentare le dimissioni». La minaccia di licenziamento coinvolge i lavoratori dell’Fbi, del dipartimento di Stato, dell’agenzia di Protezione dell’ambiente e dell’agenzia di Salute pubblica. Si tratta di strutture federali fondamentali per l’amministrazione pubblica statunitense.

Sia i sindacati sia i politici democratici si sono opposti al possibile licenziamento, seguiti a ruota anche da strettissimi collaboratori del presidente. Tra questi il nuovo direttore dell’Fbi Kash Patel, considerato un estremista allineato a Trump, si è rifiutato di obbedire, ordinando ai suoi dipendenti di «tenere in pausa le risposte», poiché l’Fbi condurrà i processi di revisione «in base alle sue procedure». Intanto il sindacato American Federation of Government Employees ha definito la direttiva di Musk «palesemente illegale» e ha detto che non c’è alcuna autorità che imponga ai lavoratori di rispondervi.

Il miliardario Elon Musk tiene in mano una motosega durante la conferenza Cpac a Washington
IL PIANO “RIDUZIONE DEI COSTI”

La mail si inserisce nella campagna di “riduzione dei costi” che Elon Musk, il Doge e l’amministrazione repubblicana di Trump stanno portando avanti nelle ultime settimane. Questa minaccia di licenziamento va ad aggiungersi ai licenziamenti veri e propri che hanno già colpito l’IRS (Interest Rate Swap), la FAA (Federal Aviation Administration) e il dipartimento della Difesa americano. Solo nell’USAID, l’agenzia che si occupa di aiuti internazionali, sono stati licenziato quasi 2mila dipendenti. Inoltre, la mail controversa potrebbe essere la risposta al messaggio sui social di Trump in cui sollecitava Musk ad essere più aggressivo nei licenziamenti per portare il bilancio in pareggio.

Se da un lato i licenziamenti risolvono il problema dei costi, dall’altro una diminuzione così drastica del personale può recare problemi. È il caso della Food and Drug Administration che si è vista costretta a richiamare alcuni licenziati, perché non riuscivano più a svolgere tutte le funzioni. Secondo un sondaggio di Reuters, il 53% degli americani è contro i tagli di Musk. Il dato non fa altro che evidenziare quando la figura del miliardario sia sempre più controversa agli occhi dei cittadini statunitensi.

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