Serie A, arbitro a Le Iene: «Gravi anomalie falsano i campionati»

Le dichiarazioni di un arbitro in attività ai microfoni de Le Iene scuotono la Serie A. Il direttore di gara – che ha chiesto di rimanere anonimo per tutela personale – accusa AIA e VAR e getta ombre sulla regolarità del campionato. Il designatore Gianluca Rocchi intima all’arbitro di farsi avanti e provare le sue affermazioni.

Le accuse

L’intervista, andata in onda nella serata di martedì 23 gennaio, sarebbe stata concessa dall’arbitro anonimo per «amore per il calcio» e con l’intento di segnalare «gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia». La situazione, a detta dell’intervistato, sarebbe «insostenibile» e metterebbe a rischio la carriera degli arbitri, valutati nel loro operato tramite un sistema che presenterebbe «molte anomalie».

I numerosi errori arbitrali di questa stagione – 8 quelli ufficialmente certificati dall’AIA – secondo l’arbitro sarebbero «inspiegabili», soprattutto perché in molti casi commessi dal VAR. La tecnologia introdotta proprio per diminuire le controversie ed aiutare l’arbitro, spesso ne condonerebbe gli errori: “Se hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo?”, si chiede il direttore di gara.

Matrice politica

Un’altra problematica riguarderebbe la poca coerenza nel protocollo e nelle decisioni degli arbitri. Soprattutto per quanto riguarda le occasioni in cui il VAR interviene e quelle in cui non lo fa, a volte quasi identiche. Anche le immagini mostrate al pubblico sarebbero, in alcuni casi, manipolate. Verrebbero scelti solo i frame o le inquadrature che confermano la decisione presa.

La trasparenza e la regolarità del campionato sarebbe, però, soprattutto messa a rischio dai criteri di valutazione degli arbitri. Dai giudizi espressi sulle performance dei direttori di gara dipendono le designazioni successive e anche l’eventuale retrocessione o dismissione a fine stagione. L’intervistato, in merito, sottolinea che molti arbitri avrebbero la sensazione che voti e valutazioni non sempre siano congrui con le loro prestazioni. E aggiunge: «Se le valutazioni dipendono da dinamiche, diciamo politiche, allora in questo modo c’è il rischio che si falsino i campionati».

L’arbitro ha sottolineato l’estraneità delle squadre dai fatti, il problema riguarderebbe l’AIA: «Ci sono arbitri più protetti e meno chiamati al VAR. C’è chi sbaglia e continua ad arbitrare il turno dopo come niente fosse. C’è chi invece viene fermato e quindi perde soldi e condiziona la carriera». Poi l’arbitro rivela la presenza di almeno cinque direttori di gara in procinto di denunciare AIA e CAN – la commissione arbitri nazionali – per queste «gravi irregolarità».

Gli episodi incriminati

Tra le decisioni controverse citate dall’arbitro, il rigore non assegnato al Bologna nel match in casa della Juventus, il fallo di mano di Pulisc prima della rete in Genoa-Milan e il fallo di Bastoni in Inter-Verona.

Altri episodi nel mirino dell’intervistato sono il gol di Rabiot in Juventus-Roma, per il quale sarebbe stato scelto il frame sbagliato sul quale valutare il fuorigioco e la manata di Gatti su Djuric in Juventus-Verona. In questo caso il Var avrebbe dovuto richiamare l’arbitro all’intervento. Inoltre, il VAR avrebbe addirittura annullato una decisione corretta presa in campo. Sarebbe il caso dell’espulsione di Provedel in Sassuolo-Lazio, decisa dall’arbitro e annullata dalla tecnologia. Anche per questo episodio, l’immagine fatta visionare dal VAR al pubblico non sarebbe stata quella corretta bensì quella a sostegno della decisione presa.

L’arbitro sottolinea come in questi casi «in cui l’arbitro fa la cosa giusta e il VAR lo corregge sbagliando, poi il designatore difende il VAR e penalizza l’arbitro o l’assistente» e aggiunge «caso vuole che tutte le persone che si sentono penalizzate non vengano ritenute vicine allo schieramento che sostiene la prossima candidatura di un certo gruppo che adesso occupa i ruoli di vertice».

La risposta

A parlare ai microfoni delle Iene a difesa della categoria arbitrare il designatore Gianluca Rocchi che sul VAR chiarisce: «stiamo cercando di spiegare e fare del nostro meglio». Inoltre, non chiude alla proposta di replicare nel nostro campionato quanto avviene in Spagna, dove le conversazioni in sala VAR vengono diffuse al termine della partita.

Rocchi nega fermamente la presenza di qualsiasi dinamica interna a corrompere i giudizi sugli arbitri: «Per le valutazioni lavoriamo in una maniera soltanto, non devo promettere trasparenza perché è già quello che sto facendo. Sono trasparente con tutti e su tutto». E chiude rivolgendosi all’arbitro anonimo: «Se ha le prove, le faccia vedere, nessun problema».

Arbitri nella bufera

Il servizio delle Iene arriva in un momento complesso per Rocchi e per tutta la categoria. Il disegnatore – nella conferenza stampa di metà campionato indetta dall’AIA – aveva chiesto tutele e rispetto per la classe arbitrale. Gli arbitri negli ultimi giorni erano stati al centro di pesanti attacchi, non solo da parte dei tifosi ma anche dai club.

Animi caldi, ad esempio, post Salernitana – Juventus con l’amministratore delegato del club campano, Maurizio Milan, scagliatosi contro la direzione di Marco Guida. O ancora, ha fatto scalpore il botta e risposta tra Sean Sogliano – dirigente sportivo dell’Hellas Verona – e Rocchi sull’arbitraggio della partita contro l’Inter.  Anche Daniele Orsato è finito nell’occhio del ciclone post derby di Coppa Italia tra Roma e Lazio.

Il caso della Supercoppa

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la finale di Supercoppa italiana tra Napoli e Inter. L’arbitraggio di Antonio Rapuano è stato pesantemente criticato e ha suscitato lo sdegno in campo dell’allenatore del Napoli Walter Mazzarri.  A essere contestata, soprattutto, la difforme gestione dei cartelli e una direzione di gara radicalmente cambiata dopo l’intervallo. L’indiscrezione riportata dal il Mattino, rileverebbe anche la motivazione dietro a questo repentino cambiamento di condotta. Il designatore Rocchi non avrebbe apprezzato la conduzione all’inglese dell’arbitro Rapuano e nell’intervallo di Napoli-Inter lo avrebbe raggiunto negli spogliatoi per invitarlo a cambiare metro di giudizio.

Il presidente del club partenopeo, Aurelio De Laurentiis, ha espresso a margine della gara sfiducia e delusione nei confronti di tutto il sistema: «La debolezza degli arbitri nei confronti di tutte le squadre parla da sola. Quando ho incontrato Rocchi prima della partita mi dispiaceva per lui, ormai è un incubo, pensavo a chissà quale altro imbarazzo avrebbe vissuto stasera».

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