Il Governo verso l’approvazione del DL sicurezza, Avs: «Preoccupante deriva autoritaria»

Il premier Meloni e il vicepremier Salvini a colloquio

Il decreto legge che raccoglie le norme contenute nel ddl sicurezza arriva in Consiglio dei Ministri. Venerdì 4 aprile sarà approvato dal Governo. Il disegno di legge sulla sicurezza è ora fermo in terza lettura alla Camera. Trasformandolo in un decreto legge può essere prima approvato dal Governo e promulgato, e in un secondo momento arrivare al voto in Parlamento. Questa mossa del Governo serve a risolvere l’impasse politico creatosi attorno al ddl sicurezza tra i membri della maggioranza. Il provvedimento riprende quasi tutti i 38 articoli del Ddl fermo in Aula a Palazzo Madama, ma con l’aggiunta di alcune modifiche richieste dal Quirinale.

Il ddl bloccato alla Camera

Il ddl sicurezza è stato costretto a tornare alla Camera, dove era già stato approvato, per una terza lettura. In Senato la commissione Bilancio ha affrontato dei problemi con le coperture finanziarie di sei articoli. Il problema è stato denunciato dalla Ragioneria generale dello Stato. Gli stanziamenti erano previsti a partire dal 2024, ma con l’approvazione del disegno di legge rimandata al 2025 sarebbero dovuti decorrere direttamente dal 2025. Questo ha costretto la commissione del Senato ad una nuova modifica del testo, che deve essere approvata anche dalla Camera. Ad essere modificati sono i finanziamenti ai superstiti delle vittime della criminalità organizzata, il piano di assunzioni per la polizia locale nelle città metropolitane siciliane e l’acquisto di videocamere per le forze dell’ordine.

Le perplessità del Quirinale

Ad intervenire sul testo del disegno di legge è stato anche il Quirinale, da cui sono arrivati dei rilievi su alcuni punti del ddl. Uno riguarda il rinvio dell’esecuzione della pena per le condannate incinte o madri di figli di età inferiore a un anno, che nella prima bozza del disegno di legge sarebbe stato facoltativo e non più obbligatorio. Il Colle ha espresso delle criticità sul divieto di vendita delle Sim ai migranti che non esibiscono una copia valida del permesso di soggiorno. Dovrà essere cambiata anche la norma che include la resistenza passiva tra le condotte comprese nel nuovo delitto di rivolta all’interno di un istituto penitenziario.

Lo stallo politico

Ad aver aperto lo scontro all’interno della maggioranza sono due dei punti che il Quirinale ha richiesto di modificare: il divieto per gli immigrati irregolari di acquistare sim telefoniche e la possibilità di tenere in carcere le detenute madri di figli piccoli. Fratelli d’Italia e Forza Italia sarebbero disposti a modificarli. Gli azzurri hanno anche presentato un emendamento contro il secondo, poi ritirato. La Lega, per cui l’approvazione del ddl è una battaglia ideologica, si è opposta ad ogni modifica.

Cosa cambia

Il nuovo testo del decreto legge ricalca il ddl sicurezza, modificando alcuni dei punti più controversi come richiesto dal Colle. Per donne con figli di età fino a un anno rimarrà il rinvio facoltativo della pena, ma bisognerà valutare se dalla mancata detenzione in carcere «derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti». Per quanto riguarda la vendita di sim ai migranti scompare l’obbligo di presentare il permesso di soggiorno, ma basterà la carta d’identità o il passaporto. A scomparire è l’obbligo, per le amministrazioni pubbliche e le partecipate, di rispondere alle richieste di collaborazione dei servizi segreti. Anche il riferimento alla resistenza passiva nel reato di rivolta in carcere cambia, definendo meglio «il nucleo di rilevanza penale delle condotte». A rimanere sono oltre venti tra nuovi reati e fattispecie, come il blocco stradale o ferroviario, l’occupazione abusiva di immobile e lo stop alla cannabis light. Per le forze dell’ordine saranno presenti una serie di misure che consentono l’uso delle armi private senza licenza, la presenza delle bodycam sulle divise e l’anticipazione fino a 10mila euro, da parte del Viminale, delle spese legali sostenute dagli agenti indagati o imputati per fatti inerenti al servizio svolto.

Le proteste delle opposizioni

La Rete No ddl Sicurezza ha annunciato una manifestazione il 4 aprile al Pantheon. Ad aderire sono la Cgil e i partiti di opposizione Pd, Avs e M5s. «Le gravissime misure del Governo in materia di sicurezza accademiche – spiega in una nota il Partito democratico –  si sono trasformate in un indebolimento dei diritti fondamentali: dalla repressione del dissenso, all’accentramento dei poteri in organi centrali senza adeguati meccanismi di controllo, fino a una vera e propria restrizione del diritto di protesta che arriva fino alle limitazioni delle libertà. Interventi mai avvenuti prima d’ora e che il Pd ha fortemente contrastato». Anche il Movimento 5 Stelle è sulla stessa linea: «Le misure del governo in materia di sicurezza sono profondamente sbagliate e limitano la libertà di dissenso. Faremo di tutto per fermare questa sciagura». Per Avs «trattare la materia penale per decreto è un vulnus democratico gigantesco – sottolinea il capogruppo alla Camera Peppe De Cristofaro – è una scelta che segna una preoccupante deriva autoritaria».

Chiara Brunello

Classe 2002. Sono laureata in comunicazione, media e pubblicità all'Università Iulm. Mi interesso di politica interna ed estera.

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