Mentre il Mondiale per Club riempie gli stadi americani, gli investitori a stelle e strisce guardano sempre di più al calcio europeo, compreso quello italiano. È in corso proprio in questi giorni l’acquisizione del Monza, che si appresta a diventare l’ennesima proprietà americana del Belpaese.
Investitori americani in trattativa per il Monza
Morto Silvio Berlusconi, Adriano Galliani ne aveva proseguito l’eredità nel calcio italiano. Non più al Milan, ma al Monza, il club sul quale negli ultimi anni il Cavaliere aveva orientato le sue ambizioni. Anche questa stagione però è prossima a finire: dopo le numerose indiscrezioni di questi giorni, al momento sembra che in pole ci sia Beckett Layne Ventures, cordata di investitori americani controllata da Brandon Berger. Con la mediazione di Mauro Baldissoni, ex direttore sportivo della Roma, Berger sarebbe pronto a rilevare l’80% delle quote, lasciando le restanti a Fininvest, per poi finire di comprarle nel giro di un anno.

I club “americani” in Serie B
Se il Monza dovesse diventare americano, come tutto fa pensare, la squadra brianzola si aggiungerebbe alla lunga lista di società che hanno già avuto questo destino. È di un paio di mesi fa l’acquisizione dello Spezia Calcio da parte della RAM Spezia Holdings LP, società statunitense che ha acquisito l’intero capitale sociale.
In Serie B, questa sorte è condivisa dal Pisa, che quest’anno ha vinto il campionato cadetto, e dal Cesena. Il primo dal 2021 è detenuto per la maggioranza dall’imprenditore britannico (ma naturalizzato statunitense) Alexander Knaster, fondatore di una società di privaty equity. Il secondo, nello stesso anno, è stato acquistato dal gruppo americano JRL Investments, che fa capo alla coppia di imprenditori Robert Lewis e John Aiello. Quest’ultimo, che oggi è il presidente del club, ha interrotto una tradizione di cesenati alla guida della società.
I club “americani” in Serie A
In Serie A, invece, questo trend è molto più diffuso. Nel 2020 un gruppo di investitori statunitensi aveva acquisito il 100% delle partecipazioni del Venezia. Nel febbraio 2022, invece, la famiglia Percassi ha ceduto il 55% delle quote de La Dea Srl, la sub-holding che detiene l’86% del capitale sociale dell’Atalanta, a un gruppo di investitori americani capitanati da Stephen Pagliuca, comproprietario dei Boston Celtics e dirigente di Bain Capital, uno dei principali fondi di investimento al mondo.

Qualche anno prima, un’altra storica famiglia legata a un club, i Della Valle, avevano venduto la Fiorentina all’italo-americano Rocco Commisso. Era il 2019, mentre molto più recente è la cessione dell’Inter. Già da tempo in mano a imprenditori stranieri, nel maggio 2024 il passaggio è stato semmai da Oriente a Occidente: Steven Zhang ha ceduto la società al fondo americano Oaktree, che ha però mantenuto presidente un italiano, il dirigente Beppe Marotta.
Due anni prima un simile passaggio aveva coinvolto l’altra squadra milanese. Il Milan, dopo essere passato dal primo proprietario straniero, il cinese Yonghong Li, è ripartito dall’America. Prima con la Elliott Management Corporation di Paul Singer, oggi con la Redbird di Gerry Cardinale.
Il fenomeno dei proprietari italo-americani
Fa sorridere che spesso i proprietari americani sono in realtà italo-americani e giustificano le loro avventure commerciali nel calcio italiano come mosse da un sentimento di appartenenza. Oltre al già citato Commisso per la Fiorentina, è il caso di James Pallotta, che aveva rilevato la Roma ormai diversi anni fa (oggi è dei Friedkin, sempre americani), e del Parma di Kyle Krause, che aveva esplicitamente ricordato di avere una madre italiana.

Infine, dal gennaio 2025, è presidente del Verona Italo Zanzi. A dispetto del nome italianissimo, l’imprenditore è statunitense e con il suo gruppo di private equity Presidio Investors ha rilevato il club veneto. In attesa del Monza, questo è stato l’ultimo movimento di proprietà made in Usa sul mercato italiano. Ma il messaggio è chiaro: gli americani ci stanno colonizzando e la risorsa che gli interessa è proprio il pallone.