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Continuano le tensioni tra Cina e Taiwan: 28 jet dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese hanno attraversato la linea mediana dello stretto di Taiwan, entrando nella zona di identificazione di difesa aerea controllata da Taipei.
Il ministero della Difesa taiwanese ha tracciato ben 41 aerei e 9 navi militari cinesi attorno all’isola, un’azione individuata ben presto come la più grande incursione fatta in un solo giorno. Nel mese di febbraio Taipei ha tracciato 245 volte aerei militari cinesi nei pressi dell’isola, un numero che mostra l’impennata nell’uso di tattiche di “zona grigia” da parte del governo cinese per operare una sempre maggiore pressione. L’estensione di questi moventi attorno a Taiwan è tale da far pensare a una copertura per celare un reale attacco ai danni dell’isola. L’ammiraglio americano Samuel Paparo, a capo del Comando Usa dell’Indo-Pacifico, mette in guardia sulla cooperazione tra Cina, Russia e Corea del Nord.
La posizione degli altri paesi
Nella giornata di domenica 16 febbraio una nave canadese ha attraversato lo stretto che divide Cina e Taiwan sotto l’attento monitoraggio delle forze armate cinesi. Il Comando orientale dell’esercito popolare di liberazione cinese ha condannato il gesto e ha assicurato che le forze del Comando manterranno un alto livello di allerta contrastando in modo risoluto tutte le minacce. Il ministro degli Esteri di Taiwan ha invece applaudito alla mossa di Ottawa che ha «ancora una volta intrapreso azioni concrete a difesa di libertà, pace e apertura dello Stretto di Taiwan».
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L’iniziativa canadese non è un caso isolato. La marina di Ottawa, insieme a quelle di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, attraversano lo stretto circa una volta al mese, sottolineando la libertà di navigazione di quelle acque. Azioni condannate dalla Cina che continua a rivendicare Taiwan come un suo territorio e minaccia da anni ormai l’uso della forza per annetterlo.
Gli Stati Uniti hanno recentemente modificato la propria linea di comportamento nei confronti di Taiwan. Da sempre ambigui nel sostenere l’indipendenza dell’isola, è da poco scomparsa dal sito del Dipartimento di Stato la dichiarazione di “non supportare” l’indipendenza di Taiwan. Una scelta che è stata vista come una “regressione” da parte della Cina che chiede agli Usa di “correggere immediatamente i propri errori”.