
«Mai dire mai». È così che il presidente statunitense Donald Trump ha concluso il suo incontro alla Casa Bianca con l’omologo canadese Mark Carney, riferendosi alla possibilità di annettere il Canada come 51esimo Stato americano. Una proposta nettamente rifiutata dal leader di Ottawa che sottovoce ha rimarcato «Mai».
Un’annessione impossibile
Per Carney sono giorni positivi, vista la neo elezione del 28 aprile, resa possibile soprattutto dalle azioni del tycoon stesso. I dazi imposti da Trump, infatti, hanno spostato gran parte dell’elettorato canadese verso i liberali, facendoli infine arrivare alla vittoria. Prima del colloquio, il leader americano, sul suo social Truth, si era mostrato ben disposto nei confronti di Carney scrivendo: «Desidero tanto lavorare con lui». Ma sottolineando come l’annessione del Canada agli Stati Uniti frutterebbe soprattutto al primo Paese. Continuando sui social che l’America non ha «bisogno delle loro auto, della loro energia, del loro legname, non abbiamo bisogno di nulla di ciò che hanno, a parte la loro amicizia, che speriamo di mantenere sempre. Loro, d’altra parte, hanno bisogno di tutto da noi!».
Il rapporto equo
Post non completamente vero, dato che l’interscambio tra i due Paesi è di quasi 3 miliardi di dollari di beni al giorno. A ciò si aggiungono i dati commerciali. Il Canada produce il 60% del petrolio e l’85% dell’elettricità importati dagli Stati Uniti; fornisce in prima posizione acciaio, alluminio e uranio, oltre che possedere 34 minerali rari essenziali per la Casa Bianca per la difesa. Il rapporto tra i due Paesi, quindi, è abbastanza equo. E Carney ha ribadito: «Il Canada non è in vendita, non lo sarà mai», ma è aperto alla collaborazione. Soprattutto perché l’USMCA, l’intesa tra Stati Uniti, Messico e Canada, potrebbe portare a negoziati più ampi.
Un incontro «molto produttivo»
La relazione tra Stati Uniti e Canada resta complesso, ma rimane la fiducia di un possibile accordo commerciale. Del resto Trump non può realizzare la sua opera di annessione perché «bisogna essere in due per farlo». In generale però il colloquio è stato «molto produttivo» e il tycoon ha definito Carney «un uomo straordinario». Ottawa potrebbe essere un esempio da seguire per gli altri Paesi in contatto con Washington, soprattutto per come reagire di fronte ai dazi. I due leader si rincontreranno tra poco più di un mese durante la riunione del G7 a Kananaskis, in Alberta, che si terrà tra il 15 e il 17 giugno. Trump, inoltre, alla fine del colloquio con Carney ha annunciato una grande novità che arriverà prossimamente, senza specificare in che ambito.

A livello commerciale
La questione economica è ancora bollente a livello internazionale. L’Unione Europea, infatti, ha annunciato 100 miliardi di euro per colpire merci statunitensi con dazi aggiuntivi. Un piano che verrà attuato in caso i negoziati non giungeranno a una fine positiva. Ma Trump continua la sua linea dura e ha annunciato dazi specifici sull’industria farmaceutica, stanziati tra i sette e i quattordici giorni. A ciò ha aggiunto la firma di un ordine esecutivo per l’accelerazione, da parte dell’Epa, della costruzione di impianti per la produzione di farmaci da prescrizione, principi attivi farmaceutici e materie prime necessarie. Infine, il governo Trump ha assunto una decisione in continuità con l’amministrazione Biden chiedendo l’archivio di una causa che limitava l’accesso alla pillola abortiva mifepristone.